Il “dominium” che Dio ha assegnato all’uomo sulle creature della terra, che nelle concezioni degli anabattisti e dei sociniani doveva sostituire l’immortalità dell’anima umana come trinitaria “imago dei”, diviene in Da Costa un concetto più sfumato e complesso, perché parte di un «Deus sive natura», di una generazione infinita, di un’infinita ragione seminale che intende valere come critica tanto delle sublimazioni dell’essere umano compiute dai platonici quanto della «reductio ad bestias» promossa dai libertini
La ragione e la prudenza del mondo animale. Da Costa tra Pomponazzi e Descartes
PROIETTI, Omero
2017-01-01
Abstract
Il “dominium” che Dio ha assegnato all’uomo sulle creature della terra, che nelle concezioni degli anabattisti e dei sociniani doveva sostituire l’immortalità dell’anima umana come trinitaria “imago dei”, diviene in Da Costa un concetto più sfumato e complesso, perché parte di un «Deus sive natura», di una generazione infinita, di un’infinita ragione seminale che intende valere come critica tanto delle sublimazioni dell’essere umano compiute dai platonici quanto della «reductio ad bestias» promossa dai libertiniFile in questo prodotto:
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