Medico e naturalista, nipote dell’omonimo architetto della Basilica di Loreto e discendente da parte di madre dei Paleologi, ultimi imperatori di Bisanzio, Andrea Bacci (Sant'Elpidio a Mare, 1524-Roma 1600) compì gli studi dottorali a Siena. Nel 1567 fu nominato Lettore di Botanica presso lo Studium di Roma e nel 1586 Sisto V lo nominò archiatra pontificio, carica che ricoprì fino alla morte del pontefice nel 1590. La sua prima opera "Del Tevere, della natura e bontà dell'acqua, e delle inondazioni" fu edita a Roma nel 1558. Scrisse di farmacologia, zoologia, mineralogia ed enologia ma si segnalò – e in tal senso andrebbe oggi rivalutato – come pioniere degli studi di idrologia medica e di idroterapia che coltivò e approfondì per tutta la vita fino a raggiungere grande autorevolezza con il "De thermis libri VII", pubblicato a Venezia da Vincenzo Valgrisi nel 1571. Considerata il più completo trattato delle qualità terapeutiche delle acque, l’opera fu accolta con ampio plauso e conobbe ristampe fino al secolo XVIII (Venezia 1588, Roma 1622, Padova 1711 con aggiunte e osservazioni di Antonio Vallisneri). Nel suo "De rimedi naturali che sono nell'isola di Pithecusa, hoggi detta Ischia" (Napoli, Giuseppe Cacchi, 1588), dedicato a Girolama Colonna, duchessa di Monteleone, il medico calabrese Giulio Iasolino (ca. 1530-1620), lettore di Anatomia nello Studio di Napoli, così riconobbe il debito nei confronti del "De Thermis": «Ma in vero quel che più profondamente di questi bagni e delle miniere di qualsivoglia altro trattò, e scrisse, fu l’eccellente e dottissimo Signor Andrea Baccio, ottimo filosofo e medico romano, come chiaramente si vede in quella meravigliosa opera sua, che scrisse dei bagni di tutto il mondo, dove contrapesò, e investigò molto esattamente tutta questa materia».

Andrea Bacci e Giulio Iasolino: sguardi incrociati sulle terme di Pithecusa/Ischia

BORRACCINI, Rosa Marisa
In corso di stampa

Abstract

Medico e naturalista, nipote dell’omonimo architetto della Basilica di Loreto e discendente da parte di madre dei Paleologi, ultimi imperatori di Bisanzio, Andrea Bacci (Sant'Elpidio a Mare, 1524-Roma 1600) compì gli studi dottorali a Siena. Nel 1567 fu nominato Lettore di Botanica presso lo Studium di Roma e nel 1586 Sisto V lo nominò archiatra pontificio, carica che ricoprì fino alla morte del pontefice nel 1590. La sua prima opera "Del Tevere, della natura e bontà dell'acqua, e delle inondazioni" fu edita a Roma nel 1558. Scrisse di farmacologia, zoologia, mineralogia ed enologia ma si segnalò – e in tal senso andrebbe oggi rivalutato – come pioniere degli studi di idrologia medica e di idroterapia che coltivò e approfondì per tutta la vita fino a raggiungere grande autorevolezza con il "De thermis libri VII", pubblicato a Venezia da Vincenzo Valgrisi nel 1571. Considerata il più completo trattato delle qualità terapeutiche delle acque, l’opera fu accolta con ampio plauso e conobbe ristampe fino al secolo XVIII (Venezia 1588, Roma 1622, Padova 1711 con aggiunte e osservazioni di Antonio Vallisneri). Nel suo "De rimedi naturali che sono nell'isola di Pithecusa, hoggi detta Ischia" (Napoli, Giuseppe Cacchi, 1588), dedicato a Girolama Colonna, duchessa di Monteleone, il medico calabrese Giulio Iasolino (ca. 1530-1620), lettore di Anatomia nello Studio di Napoli, così riconobbe il debito nei confronti del "De Thermis": «Ma in vero quel che più profondamente di questi bagni e delle miniere di qualsivoglia altro trattò, e scrisse, fu l’eccellente e dottissimo Signor Andrea Baccio, ottimo filosofo e medico romano, come chiaramente si vede in quella meravigliosa opera sua, che scrisse dei bagni di tutto il mondo, dove contrapesò, e investigò molto esattamente tutta questa materia».
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