C’è un grande e generoso sforzo, in questo lavoro, che lo apparenta al suo tema e ai suoi autori. Comprendere in un unico abbraccio opere gigantesche come Guerra e pace di Tolstoj e Le Confessioni d’un italiano di Nievo, insieme alla relativa bibliografica critica, e alla teoria del romanzo, non poteva che produrre un lavoro di dimensioni di poco inferiori, quasi un terzo epos. Se questo può essere rischioso per uno studio critico, va riconosciuta a Maurizio Capone una vena critica ed espressiva all’altezza del tentativo. La parte più intrigante del lavoro è quella che ne è stata forse l’occasione: verificare – finalmente – una leggenda assai suggestiva che da tanti anni attraversa la critica nieviana: che cioè il grande Tolstoj potesse aver tratto ispirazione per Guerra e pace dalle Confessioni d’un Italiano appena pubblicate, nel 1867, o non ancora pubblicate, nei brevi viaggi compiuti in Italia in quegli anni o anche ricevendone il testo o la notizia nella sua tenuta a Jasnaja Poljana. L’analisi comparativa di Maurizio Capone ha il grande merito di aver posto le basi, e anche qualcosa di più, per una lettura nuova del capolavoro nieviano grazie alla filigrana russa, quando mette a fronte temi ideologici (l’idealizzazione del mondo contadino, il popolo-nazione), strutture narrative (verso nuove forme di romanzo) e personaggi (Andrej e Carlino, Natasha e Pisana, Napoleone in Tolstoj e Napoleone in Nievo ecc.). La prima pietra è posta, il ghiaccio è rotto, il sentiero è aperto. Vediamo finalmente come se la caverà Nievo di fronte al grande romanzo europeo. SIMONE CASINI
Nievo e Tolstoj. ‘Le Confessioni d’un italiano’ e ‘Guerra e pace’: un confronto inedito
CAPONE, Maurizio
2017-01-01
Abstract
C’è un grande e generoso sforzo, in questo lavoro, che lo apparenta al suo tema e ai suoi autori. Comprendere in un unico abbraccio opere gigantesche come Guerra e pace di Tolstoj e Le Confessioni d’un italiano di Nievo, insieme alla relativa bibliografica critica, e alla teoria del romanzo, non poteva che produrre un lavoro di dimensioni di poco inferiori, quasi un terzo epos. Se questo può essere rischioso per uno studio critico, va riconosciuta a Maurizio Capone una vena critica ed espressiva all’altezza del tentativo. La parte più intrigante del lavoro è quella che ne è stata forse l’occasione: verificare – finalmente – una leggenda assai suggestiva che da tanti anni attraversa la critica nieviana: che cioè il grande Tolstoj potesse aver tratto ispirazione per Guerra e pace dalle Confessioni d’un Italiano appena pubblicate, nel 1867, o non ancora pubblicate, nei brevi viaggi compiuti in Italia in quegli anni o anche ricevendone il testo o la notizia nella sua tenuta a Jasnaja Poljana. L’analisi comparativa di Maurizio Capone ha il grande merito di aver posto le basi, e anche qualcosa di più, per una lettura nuova del capolavoro nieviano grazie alla filigrana russa, quando mette a fronte temi ideologici (l’idealizzazione del mondo contadino, il popolo-nazione), strutture narrative (verso nuove forme di romanzo) e personaggi (Andrej e Carlino, Natasha e Pisana, Napoleone in Tolstoj e Napoleone in Nievo ecc.). La prima pietra è posta, il ghiaccio è rotto, il sentiero è aperto. Vediamo finalmente come se la caverà Nievo di fronte al grande romanzo europeo. SIMONE CASINIFile | Dimensione | Formato | |
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