L'integrazione di genere in tutte le aree delle scelte politiche e in tutte le fasi del processo decisionale è fortemente raccomandata dall'Unione Europea e rappresenta un risultato che gli Stati Membri dovrebbero realizzare nel momento in cui viene messa in atto qualsiasi misura politica. La parità tra donne e uomini è un valore fondamentale e un driver per la crescita economica. L'aumento dell'occupazione femminile è visto come un obiettivo chiave da raggiungere per promuovere i valori di uguaglianza e inclusione sociale che sono alla base dei principi dell'Unione Europea. Un maggiore inserimento delle donne nella vita economica e sociale potrebbe avere un impatto diretto sul reddito disponibile delle famiglie, sui consumi e, in un circolo virtuoso del reddito, sulla produzione totale soprattutto in paesi come l'Italia, dove ancora oggi persistono forti disparità sociali, culturali ed economiche tra uomini e donne. Il numero di donne occupate sul totale della forza lavoro, in Italia, è ancora molto al di sotto della media UE ed è concentrato in pochi settori professionali. Inoltre, la partecipazione femminile è strutturalmente correlata con le difficoltà nel conciliare le diverse esigenze e bisogni familiari. Concentrandosi su questi aspetti, la disponibilità di supporto effettivo e potenziale diventa critica. Vi è un ampio consenso, tra i politici e accademici, che le misure di intervento dovrebbero essere concentrate nella realizzazione di politiche volte ad aumentare i tassi di occupazione. La partecipazione femminile e maschile nel mercato del lavoro dovrebbe essere esaminata attentamente e le decisioni dei policy-maker dovrebbero garantire un percorso di integrazione là dove emergono squilibri che scoraggiano la partecipazione femminile. Ciò diventa possibile scegliendo misure corrette di politica economica in grado di incoraggiare e stimolare la domanda di lavoro femminile senza trascurare il tasso di occupazione e la crescita del reddito. La questione di genere dovrebbe pertanto essere integrata con altre variabili economiche che si osservano generalmente partendo dalla fase della produzione alla formazione della domanda finale passando attraverso la formazione e distribuzione del reddito. Lo scopo di questo lavoro di tesi è quello di contribuire all'analisi della questione di genere in Italia, attraverso la progettazione di una serie di politiche volte a stimolare l'occupazione e testare l'impatto di queste politiche sull’intero sistema economico. A tal fine, l'analisi multisettoriale offre la possibilità di identificare la domanda di lavoro in base al genere e rilevare come il reddito, disaggregato anch’esso per genere, viene ripartito e distribuito permettendo in tal modo di valutare correttamente l'impatto generale di qualsiasi politica di genere sul sistema economico. Questo tipo di analisi richiede la costruzione di uno strumento utile ed efficiente che comprenda al suo interno il flusso circolare del reddito e che tenga conto della domanda di lavoro, dando un quadro completo della forza lavoro. A tal fine, è stata costruita una matrice di contabilità sociale (SAM) per l'Italia per il 2012, che contiene attributi di genere. La SAM è una struttura flessibile che descrive tutti i flussi che si svolgono all’interno dell’intero sistema economico, con particolare attenzione al ruolo della distribuzione secondaria del reddito. La lettura del SAM permette di tracciare il flusso circolare del reddito dalla sua generazione alla distribuzione, fino all'uso finale. Oltre a fornire un quadro coerente della struttura di un'economia, le tavole SAM vengono utilizzate come database per la calibrazione di modelli Computazionali di Equilibrio Economico Generale (CGE), che valutano gli effetti di shock economici. La gender-sensitive SAM costruita nel presente lavoro, fornisce i dati necessari per lo sviluppo di modelli CGE collegati al genere, in grado di valutare in modo quantitativo gli effetti che differenti politiche producono sulle principali variabili macroeconomiche. In questa tesi sono stati valutati diversi tipi di politiche volte ad aumentare il livello di partecipazione delle donne al mercato del lavoro aventi duplice natura: incentivazione e conciliazione. Le politiche di incentivazione si basano principalmente sulla fornitura di un reddito aggiuntivo, direttamente sia alle donne che alle loro famiglie, o a sussidi alle imprese che assumono donne. Misure di conciliazione, invece, sono generalmente basate sul rilascio di tempo per la cura e la fornitura di servizi di assistenza (pubblico o privato), sia per i bambini e per gli altri parenti non autosufficienti (anziani e disabili) consentendo alle persone con vincoli familiari di lavorare. Nel primo capitolo di questo lavoro, vengono presentate e descritte tutte le fasi progettate per la costruzione della la base dati SAM per l'Italia per il 2012. Nel secondo capitolo, sono valutati gli effetti di una politica di genere, secondo la quale le imposte sul reddito da lavoro femminile a carico dell’impresa vengono ridotte al fine di sovvenzionare l'assunzione di donne da parte di imprese operanti in settori economici con elevata disparità di genere. Questa analisi è stata sviluppata attraverso un modello CGE statico che presenta rigidità nel mercato del lavoro. Nel terzo capitolo, al fine di incoraggiare la partecipazione femminile al mercato del lavoro, sono state progettate due politiche differenti. Più in particolare la prima politica è volta a contrastare la mancanza di strutture per l'infanzia, aumentando il livello degli investimenti nel settore dei servizi per la prima infanzia. La seconda politica ha come obiettivo di aumentare i consumi per i servizi legati alla prima infanzia, fornendo trasferimenti diretti alle famiglie. Gli effetti diretti e indiretti di queste due politiche alternative sono stati analizzati attraverso un modello CGE dinamico legato ad aspetti di genere. I risultati ottenuti dalle diverse simulazioni di politica economica hanno permesso di escludere i tratti recessivi che alcune di queste manovre possono generare data l'assenza di un trade-off tra le politiche implementate e le principali variabili macroeconomiche.

Analysis of gender-sensitive policies through CGE models: the Italian case.

FERRACUTI, NOEMI
2017-01-01

Abstract

L'integrazione di genere in tutte le aree delle scelte politiche e in tutte le fasi del processo decisionale è fortemente raccomandata dall'Unione Europea e rappresenta un risultato che gli Stati Membri dovrebbero realizzare nel momento in cui viene messa in atto qualsiasi misura politica. La parità tra donne e uomini è un valore fondamentale e un driver per la crescita economica. L'aumento dell'occupazione femminile è visto come un obiettivo chiave da raggiungere per promuovere i valori di uguaglianza e inclusione sociale che sono alla base dei principi dell'Unione Europea. Un maggiore inserimento delle donne nella vita economica e sociale potrebbe avere un impatto diretto sul reddito disponibile delle famiglie, sui consumi e, in un circolo virtuoso del reddito, sulla produzione totale soprattutto in paesi come l'Italia, dove ancora oggi persistono forti disparità sociali, culturali ed economiche tra uomini e donne. Il numero di donne occupate sul totale della forza lavoro, in Italia, è ancora molto al di sotto della media UE ed è concentrato in pochi settori professionali. Inoltre, la partecipazione femminile è strutturalmente correlata con le difficoltà nel conciliare le diverse esigenze e bisogni familiari. Concentrandosi su questi aspetti, la disponibilità di supporto effettivo e potenziale diventa critica. Vi è un ampio consenso, tra i politici e accademici, che le misure di intervento dovrebbero essere concentrate nella realizzazione di politiche volte ad aumentare i tassi di occupazione. La partecipazione femminile e maschile nel mercato del lavoro dovrebbe essere esaminata attentamente e le decisioni dei policy-maker dovrebbero garantire un percorso di integrazione là dove emergono squilibri che scoraggiano la partecipazione femminile. Ciò diventa possibile scegliendo misure corrette di politica economica in grado di incoraggiare e stimolare la domanda di lavoro femminile senza trascurare il tasso di occupazione e la crescita del reddito. La questione di genere dovrebbe pertanto essere integrata con altre variabili economiche che si osservano generalmente partendo dalla fase della produzione alla formazione della domanda finale passando attraverso la formazione e distribuzione del reddito. Lo scopo di questo lavoro di tesi è quello di contribuire all'analisi della questione di genere in Italia, attraverso la progettazione di una serie di politiche volte a stimolare l'occupazione e testare l'impatto di queste politiche sull’intero sistema economico. A tal fine, l'analisi multisettoriale offre la possibilità di identificare la domanda di lavoro in base al genere e rilevare come il reddito, disaggregato anch’esso per genere, viene ripartito e distribuito permettendo in tal modo di valutare correttamente l'impatto generale di qualsiasi politica di genere sul sistema economico. Questo tipo di analisi richiede la costruzione di uno strumento utile ed efficiente che comprenda al suo interno il flusso circolare del reddito e che tenga conto della domanda di lavoro, dando un quadro completo della forza lavoro. A tal fine, è stata costruita una matrice di contabilità sociale (SAM) per l'Italia per il 2012, che contiene attributi di genere. La SAM è una struttura flessibile che descrive tutti i flussi che si svolgono all’interno dell’intero sistema economico, con particolare attenzione al ruolo della distribuzione secondaria del reddito. La lettura del SAM permette di tracciare il flusso circolare del reddito dalla sua generazione alla distribuzione, fino all'uso finale. Oltre a fornire un quadro coerente della struttura di un'economia, le tavole SAM vengono utilizzate come database per la calibrazione di modelli Computazionali di Equilibrio Economico Generale (CGE), che valutano gli effetti di shock economici. La gender-sensitive SAM costruita nel presente lavoro, fornisce i dati necessari per lo sviluppo di modelli CGE collegati al genere, in grado di valutare in modo quantitativo gli effetti che differenti politiche producono sulle principali variabili macroeconomiche. In questa tesi sono stati valutati diversi tipi di politiche volte ad aumentare il livello di partecipazione delle donne al mercato del lavoro aventi duplice natura: incentivazione e conciliazione. Le politiche di incentivazione si basano principalmente sulla fornitura di un reddito aggiuntivo, direttamente sia alle donne che alle loro famiglie, o a sussidi alle imprese che assumono donne. Misure di conciliazione, invece, sono generalmente basate sul rilascio di tempo per la cura e la fornitura di servizi di assistenza (pubblico o privato), sia per i bambini e per gli altri parenti non autosufficienti (anziani e disabili) consentendo alle persone con vincoli familiari di lavorare. Nel primo capitolo di questo lavoro, vengono presentate e descritte tutte le fasi progettate per la costruzione della la base dati SAM per l'Italia per il 2012. Nel secondo capitolo, sono valutati gli effetti di una politica di genere, secondo la quale le imposte sul reddito da lavoro femminile a carico dell’impresa vengono ridotte al fine di sovvenzionare l'assunzione di donne da parte di imprese operanti in settori economici con elevata disparità di genere. Questa analisi è stata sviluppata attraverso un modello CGE statico che presenta rigidità nel mercato del lavoro. Nel terzo capitolo, al fine di incoraggiare la partecipazione femminile al mercato del lavoro, sono state progettate due politiche differenti. Più in particolare la prima politica è volta a contrastare la mancanza di strutture per l'infanzia, aumentando il livello degli investimenti nel settore dei servizi per la prima infanzia. La seconda politica ha come obiettivo di aumentare i consumi per i servizi legati alla prima infanzia, fornendo trasferimenti diretti alle famiglie. Gli effetti diretti e indiretti di queste due politiche alternative sono stati analizzati attraverso un modello CGE dinamico legato ad aspetti di genere. I risultati ottenuti dalle diverse simulazioni di politica economica hanno permesso di escludere i tratti recessivi che alcune di queste manovre possono generare data l'assenza di un trade-off tra le politiche implementate e le principali variabili macroeconomiche.
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