Obiettivo principale di questo articolo è quello di fornire degli elementi che possano descrivere, in ambito italiano e su base regionale, l'evoluzione della relazione tra disuguaglianza e povertà da un lato e criminalità dall'altro. Facendo leva su una cospicua disponibilità di dati sul reddito delle famiglie italiane (fonte Banca d’Italia) e sui crimini commessi e denunciati (fonte ISTAT), i risultati individuati sono riassumibili nel fatto che tutte le variabili relative al crimine presentano, specialmente per le regioni del Sud e le isole maggiori, una correlazione positiva con gli squilibri distributivi del reddito (disuguaglianza e polarizzazione). In tali casi, l’incidenza dei reati relativi al patrimonio è maggiore al Nord, mentre i reati associativi hanno un livello di importanza superiore al Sud e nelle isole dove la presenza delle principali organizzazioni criminali calamita il fenomeno. La povertà, invece, risulta direttamente correlata ai reati associativi, a testimonianza del fatto che il preoccupante peggioramento dello status economico e sociale delle famiglie del Sud può determinare un pericoloso avvitamento con potenzialità di cristallizzazione nel medio-lungo periodo. Infine, i risultati documentano un significativo (e allarmante) rapporto tra il tasso di disoccupazione giovanile e la criminalità minorile.

Squilibri distributivi e criminalità nelle regioni italiane

CLEMENTI, FABIO;VALENTINI, ENZO
2017-01-01

Abstract

Obiettivo principale di questo articolo è quello di fornire degli elementi che possano descrivere, in ambito italiano e su base regionale, l'evoluzione della relazione tra disuguaglianza e povertà da un lato e criminalità dall'altro. Facendo leva su una cospicua disponibilità di dati sul reddito delle famiglie italiane (fonte Banca d’Italia) e sui crimini commessi e denunciati (fonte ISTAT), i risultati individuati sono riassumibili nel fatto che tutte le variabili relative al crimine presentano, specialmente per le regioni del Sud e le isole maggiori, una correlazione positiva con gli squilibri distributivi del reddito (disuguaglianza e polarizzazione). In tali casi, l’incidenza dei reati relativi al patrimonio è maggiore al Nord, mentre i reati associativi hanno un livello di importanza superiore al Sud e nelle isole dove la presenza delle principali organizzazioni criminali calamita il fenomeno. La povertà, invece, risulta direttamente correlata ai reati associativi, a testimonianza del fatto che il preoccupante peggioramento dello status economico e sociale delle famiglie del Sud può determinare un pericoloso avvitamento con potenzialità di cristallizzazione nel medio-lungo periodo. Infine, i risultati documentano un significativo (e allarmante) rapporto tra il tasso di disoccupazione giovanile e la criminalità minorile.
2017
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