Il lavoro di ricerca del presente lavoro si è basato sullo studio dei principali eventi calamitosi verificatisi in Italia a cavallo tra XIX e XX secolo (1861 – 1945). L’intento è stato quello di ricostruire la storia legislativa e la storia amministrativa in tema di catastrofi entrambe poco studiate per quanto concerne le calamità naturali. La ricerca è stata condotta prendendo in esame i testi legge, le cronache dell’epoca, i dibattiti parlamentari, i documenti d’archivio, gli articoli di riviste e le monografie al fine di avere un’ampia panoramica sul tema. Ciò che è emerso è che lo Stato italiano, per quasi tutta la seconda metà del’Ottocento, era assolutamente impreparato ad affrontare una qualsiasi emergenza causata da una calamità naturale così il lavoro ha avuto lo scopo di descrivere, attraverso uno studio di lungo periodo, l’evolversi del ruolo dello Stato e delle sue articolazioni. Il lavoro, quindi, intende offrire uno strumento di lettura della storia della legislazione e degli apparati italiani in tema di calamità cercando di mettere in luce i passaggi fondamentali che hanno permesso la costruzione dell’odierna Protezione civile. Ciò è stato possibile suddividendo il periodo considerato in fasi: gli anni ’60 e ’70, gli anni ’80, gli anni ’90 e i primi anni del XX secolo, gli anni ricompresi tra il 1908 e il 1915 e dal 1915 alla fine della seconda guerra mondiale. Da questa periodizzazione è emerso quanto segue: che negli anni ’60 e ’70 lo Stato italiano risultava essere totalmente assente poiché privo di strumenti e di apparati idonei; che gli anni ’80 e ’90 furono, invece, gli anni della creazione dei primi organismi, delle prime articolazioni amministrative e dei primi strumenti pensati per le specifiche esigenze originate da una catastrofe; che i primi anni del XX secolo furono quelli della proliferazione degli apparati amministrativi speciali e che, infine, il terremoto di Messina e quelli degli anni successivi rappresentarono la fase feconda in cui si pensarono gli strumenti più idonei e specifici per fronteggiare l’emergenza e si costituirono gli apparati e le procedure. Accanto a questo primo dato ne è emerso, poi, un secondo relativo alla natura degli apparati ed a quella degli atti normativi. Riguardo il primo aspetto è emersa con evidenza la natura temporanea ed eccezionale degli organismi istituiti per gestire le fasi post catastrofe. I commissari, i collegi arbitrali, le commissioni erano, infatti, sorti per un tempo limitato al fine di svolgere funzioni e compiti “straordinari”per fronteggiare la singola calamità. Solo a partire dal terremoto in Calabria del 1905, si iniziò a pensare di incardinare, all’interno dell’apparato burocratico statale, un organismo stabile specializzato nella gestione delle catastrofi. Riguardo il secondo aspetto è stato interessante rilevare, a partire dagli anni ’90 del XIX secolo, l’avvio di una nuova tendenza, inquadrabile nella produzione di atti legislativi aventi natura eccezionale. Per far fronte all’emergenza, anche quando si era ormai rientrati dalla fase più difficile rappresentata dalle attività di salvataggio delle vittime, il potere politico preferiva, infatti, lasciare sempre più spazio al Governo. Ciò significava garantire una grande autonomia all’esecutivo che poteva così gestire tutte le questioni legate alle calamità e, in particolare, promulgare decreti legge sui più disparati campi del diritto. Attraverso lo studio di questi fattori, quindi, è stato possibile fare un’importante ricostruzione del processo di formazione dell’organo della Protezione civile, fondamentale per un paese come l’Italia continuamente colpito da sciagure naturali di ogni tipo. Proprio questo percorso ha permesso, infine, di individuare gli elementi di continuità intercorrenti tra la storia passata, caratterizzata dalla specialità degli organismi considerati e la storia presente anch’essa contrassegnata dalla specialità delle articolazioni di cui si compone oggi la Protezione civile.

PUBBLICHE CALAMITA’ E LEGISLAZIONE D’EMERGENZA IN ITALIA TRA OTTO E NOVECENTO

RICCI, EUGENIA
2017-01-01

Abstract

Il lavoro di ricerca del presente lavoro si è basato sullo studio dei principali eventi calamitosi verificatisi in Italia a cavallo tra XIX e XX secolo (1861 – 1945). L’intento è stato quello di ricostruire la storia legislativa e la storia amministrativa in tema di catastrofi entrambe poco studiate per quanto concerne le calamità naturali. La ricerca è stata condotta prendendo in esame i testi legge, le cronache dell’epoca, i dibattiti parlamentari, i documenti d’archivio, gli articoli di riviste e le monografie al fine di avere un’ampia panoramica sul tema. Ciò che è emerso è che lo Stato italiano, per quasi tutta la seconda metà del’Ottocento, era assolutamente impreparato ad affrontare una qualsiasi emergenza causata da una calamità naturale così il lavoro ha avuto lo scopo di descrivere, attraverso uno studio di lungo periodo, l’evolversi del ruolo dello Stato e delle sue articolazioni. Il lavoro, quindi, intende offrire uno strumento di lettura della storia della legislazione e degli apparati italiani in tema di calamità cercando di mettere in luce i passaggi fondamentali che hanno permesso la costruzione dell’odierna Protezione civile. Ciò è stato possibile suddividendo il periodo considerato in fasi: gli anni ’60 e ’70, gli anni ’80, gli anni ’90 e i primi anni del XX secolo, gli anni ricompresi tra il 1908 e il 1915 e dal 1915 alla fine della seconda guerra mondiale. Da questa periodizzazione è emerso quanto segue: che negli anni ’60 e ’70 lo Stato italiano risultava essere totalmente assente poiché privo di strumenti e di apparati idonei; che gli anni ’80 e ’90 furono, invece, gli anni della creazione dei primi organismi, delle prime articolazioni amministrative e dei primi strumenti pensati per le specifiche esigenze originate da una catastrofe; che i primi anni del XX secolo furono quelli della proliferazione degli apparati amministrativi speciali e che, infine, il terremoto di Messina e quelli degli anni successivi rappresentarono la fase feconda in cui si pensarono gli strumenti più idonei e specifici per fronteggiare l’emergenza e si costituirono gli apparati e le procedure. Accanto a questo primo dato ne è emerso, poi, un secondo relativo alla natura degli apparati ed a quella degli atti normativi. Riguardo il primo aspetto è emersa con evidenza la natura temporanea ed eccezionale degli organismi istituiti per gestire le fasi post catastrofe. I commissari, i collegi arbitrali, le commissioni erano, infatti, sorti per un tempo limitato al fine di svolgere funzioni e compiti “straordinari”per fronteggiare la singola calamità. Solo a partire dal terremoto in Calabria del 1905, si iniziò a pensare di incardinare, all’interno dell’apparato burocratico statale, un organismo stabile specializzato nella gestione delle catastrofi. Riguardo il secondo aspetto è stato interessante rilevare, a partire dagli anni ’90 del XIX secolo, l’avvio di una nuova tendenza, inquadrabile nella produzione di atti legislativi aventi natura eccezionale. Per far fronte all’emergenza, anche quando si era ormai rientrati dalla fase più difficile rappresentata dalle attività di salvataggio delle vittime, il potere politico preferiva, infatti, lasciare sempre più spazio al Governo. Ciò significava garantire una grande autonomia all’esecutivo che poteva così gestire tutte le questioni legate alle calamità e, in particolare, promulgare decreti legge sui più disparati campi del diritto. Attraverso lo studio di questi fattori, quindi, è stato possibile fare un’importante ricostruzione del processo di formazione dell’organo della Protezione civile, fondamentale per un paese come l’Italia continuamente colpito da sciagure naturali di ogni tipo. Proprio questo percorso ha permesso, infine, di individuare gli elementi di continuità intercorrenti tra la storia passata, caratterizzata dalla specialità degli organismi considerati e la storia presente anch’essa contrassegnata dalla specialità delle articolazioni di cui si compone oggi la Protezione civile.
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