La costruzione di un Sé stabile e sicuro, alla base del senso di identità personale, è uno dei compiti primari dello sviluppo psicologico per tutti gli adolescenti e i giovani. Il compito che si trovano però ad affrontare i ragazzi che sono stati adottati è duplice: quello di potenziamento/complessificazione di condizioni “normali” dell’adolescenza e quello di confrontarsi con variabili adozione/specifiche (Chistolini, 2010). I genitori possono svolgere un ruolo determinante nell’acquisizione dell’identità dei propri figli e il contesto di sviluppo opera un’influenza fondamentale (Rosnati, 2010; Scabini, Rossi, 2014) sia a livello microsistemico (ad esempio il gruppo dei pari) sia macrosistemico (la cultura del Paese di adozione) (Brodzinsky, 2014). Il confronto tra Paesi con presupposti istituzionali e stili di vita differenti è diventato dunque importante ed urgente. Il quadro teorico nel quale ci si inserisce è quello ritenuto parte del filone di ricerca non comparativo (adottati vs non adottati) ponendo l’attenzione sugli aspetti individuali e sui processi interpersonali (in famiglia e nel gruppo dei pari) (Palacios, Brodzinsky, 2010). OBIETTIVI: il progetto di ricerca si propone, attraverso l’utilizzo sia di metodi quantitativi, sia qualitativi, di indagare in profondità la formazione dell’identità negli adolescenti che sono stati adottati, analizzando nello specifico, lo sviluppo adolescenziale, vale a dire quelli collegati allo sviluppo dell’identità e del concetto di sé, prendendo in considerazione il modello olandese proposto da Meeus (2008) e in particolare i tre fattori analizzati da questo autore cioè: impegno, esplorazione in profondità e riconsiderazione dell’impegno. Identificare l’impatto esercitato dai genitori adottivi e dal gruppo dei pari nell’acquisizione dell’identità e nel conseguente adattamento in termini di soddisfazione per la vita e capacità di autodeterminazione, nonché le modalità di ricerca delle origini (Brodzinsky, 2011, Fermani, 2014). METODO Partecipanti: nel primo step di ricerca hanno partecipato 141 adolescenti e giovani che sono stati adottati, 69 argentini e 72 italiani, di cui 47 maschi (33,3 %) e 94 femmine (66,7%). Gli adolescenti hanno un’età compresa tra gli 11 e i 31 anni (media 20, 5; DS.4,7). Nel secondo step hanno partecipato 10 adolescenti italiani e 10 argentini che sono stati adottati con età (al momento dell’intervista) compresa tra i 12 e i 18 anni di età. Il sottocampione argentino è stato costituito da 6 maschi e 4 femmine, l’età di adozione va dal primi giorni di nascita fino ai 12 anni. Tutti adottati tramite adozione nazionale. Il sottocampione italiano è stato costituito da 5 maschi e 5 femmine, l’età di adozione va dai 13 mesi fino ai 9 anni. Tutti adottati tramite adozione internazionale. Procedura: nel primo step la raccolta dei dati quantitativi è stata centrata nella somministrazione di 141 questionari realizzati sia in lingua italiana che spagnola ad adolescenti e giovani italiani e argentini che sono stati adottati. Nel secondo step la raccolta dei dati qualitativi è stata centrata nell’analisi in profondità di 20 interviste semi-strutturate ad adolescenti italiani e argentini che sono stati adottati. È stata richiesta la collaborazione alle associazioni di famiglie adottive, Enti autorizzati, scuole, professionisti, operatori che lavorano nel settore dell’adozione. Misure: nel primo step raccolta dati è avvenuta con un questionario composto, oltre che da domande socio anagrafiche, dalle seguenti scale: Self Concept Clarity (SCC_Campbell et al., 1996); α .83; Valutazione dell’autodeterminazione (Soresi et al., 2004); α .72; Satisfaction with Life Scale (SWLS_Diener et al., 1985); α .87; The Utrecht-Management of Identity Commitments Scale (Meeus, 2008) (educational commitment: α .90, educational exploration: α .77, educational reconsideration: α .79); The Inventory of Parent and Peer Attachment (IPPA_Armsden e Greenberg, 1987) (trust adolescent father: α .83, communication adolescent father: α .87, closeness adolescent father:α .74, trust adolescent mother: α .85, communication adolescent mother:α .60, closeness adolescent mother: α .64, peer attachment: α .94). Nel secondo step sono state realizzate delle interviste utilizzando La Friends and Family Interview ( Steele e Steele, 2005) RISULTATI Chiarezza del concetto di sé La MANOVA mette in evidenzia che la chiarezza del concetto di Sé non varia significativamente in base al genere né in base alla nazionalità. Per quanto riguarda l’età dei partecipanti, il concetto di Sé, però, diminuisce con la crescita. Autodeterminazione e soddisfazione per la vita I partecipanti si percepiscono con una scarsa capacità di autodeterminazione, evidenziando differenze statisticamente significative in base alla nazionalità (F (4,722)=1, p<.01, η².036). I ragazzi e ragazze argentini hanno una minore capacità di autodeterminazione rispetto ai coetanei italiani. Dal confronto delle medie, gli italiani mostrano punteggi più bassi di soddisfazione per la vita che gli argentini (media =2,74, DS.69; Likert 1-7) Identità Per quanto riguarda la nazionalità, si evidenziano differenze significative relativamente all’impegno ( F (7,476)= 1, p<0.01) η ².056). Si evidenziano differenze significative all’età e il genere (F (,050)=1, p <.05 η².000). I maschi giovani hanno ottenuto un punteggio minore nella riconsiderazione dell’impegno rispetto ai maschi adolescenti. Il rapporto con i genitori I rapporti con i genitori sono caratterizzati da forti legami di attaccamento, soprattutto con la madre. Per quanto riguarda la nazionalità, si evidenziano differenze significative relativamentente al sentimento di essere compresi da padre ( F(4,170)=1,p <.05, η ².032). alla comunicazione in base il genere che alla nazionalità (F (8,700)= 1, p <0,01, η².064). I maschi argentini e le femmine italiane mostrano di avere un rapporto peggiore rispetto ai coetanei in relazione ai suddetti fattori. Il rapporto con gli amici Anche i rapporti con gli amici sono caratterizzati da forti legami di attaccamento a tutte le età e senza distinzione di genere. In funzione della nazionalità, i ragazzi e le ragazze italiani hanno ottenuto un punteggio maggiore rispetto ai coetanei argentini (media= 3.57, DS= .72; Likert 1-5) Conclusioni Le evidenze mostrano che la Chiarezza del concetto di Sé peggiora con l’età. L’adolescente che è stato adottato, oltre ai compiti evolutivi tipici di questa fase del ciclo di vita, deve anche affrontare il compito della doppia appartenenza (Colli, 2011). Di fronte a tutti questi compiti che si devono svolgere in adolescenza, la chiarezza del concetto di sé diminuisce con l’età in quanto è legata alla maturazione e alle specificità dell’adozione (Chistolini, 2010). L’attaccamento ai pari è elevato così come l’attaccamento ai genitori. Le medie mostrano differenze statisticamente significative relativamente alla comunicazione e comprensione del padre è, quindi, importante vagliare il ruolo materno, ma anche quello più trascurato paterno. Il rapporto con i genitori si associa negativamente all’autodeterminazione e positivamente alla soddisfazione per la vita. Uno stile educativo estremamente protettivo dei genitori adottivi può incidere sulla percezione dell’autodeterminazione dei figli. Dalle interviste è emerso che il buon attaccamento che caratterizza alla maggior parte degli adolescenti che sono stati adottati, la scissione e la negazione degli aspetti positivi del genitore biologico, si associano all’idealizzazione del genitore adottivo. Questo fatto porta agli adolescenti argentini e italiani che sono stati adottati e che sono stati presi in esame a non voler ricercare attivamente i loro genitori biologici (anche se la ricerca interna è iniziata non in adolescenza ma durante l’infanzia, nella propria immaginazione Brodzinsky, 2011).

ADOZIONE E ADOLESCENZA: LA COSTRUZIONE DELL’IDENTITÀ IN ADOLESCENTI CHE SONO STATI ADOTTATI. ITALIA E ARGENTINA A CONFRONTO

PEREYRA CARDINI, CARLOS AUGUSTO
2017-01-01

Abstract

La costruzione di un Sé stabile e sicuro, alla base del senso di identità personale, è uno dei compiti primari dello sviluppo psicologico per tutti gli adolescenti e i giovani. Il compito che si trovano però ad affrontare i ragazzi che sono stati adottati è duplice: quello di potenziamento/complessificazione di condizioni “normali” dell’adolescenza e quello di confrontarsi con variabili adozione/specifiche (Chistolini, 2010). I genitori possono svolgere un ruolo determinante nell’acquisizione dell’identità dei propri figli e il contesto di sviluppo opera un’influenza fondamentale (Rosnati, 2010; Scabini, Rossi, 2014) sia a livello microsistemico (ad esempio il gruppo dei pari) sia macrosistemico (la cultura del Paese di adozione) (Brodzinsky, 2014). Il confronto tra Paesi con presupposti istituzionali e stili di vita differenti è diventato dunque importante ed urgente. Il quadro teorico nel quale ci si inserisce è quello ritenuto parte del filone di ricerca non comparativo (adottati vs non adottati) ponendo l’attenzione sugli aspetti individuali e sui processi interpersonali (in famiglia e nel gruppo dei pari) (Palacios, Brodzinsky, 2010). OBIETTIVI: il progetto di ricerca si propone, attraverso l’utilizzo sia di metodi quantitativi, sia qualitativi, di indagare in profondità la formazione dell’identità negli adolescenti che sono stati adottati, analizzando nello specifico, lo sviluppo adolescenziale, vale a dire quelli collegati allo sviluppo dell’identità e del concetto di sé, prendendo in considerazione il modello olandese proposto da Meeus (2008) e in particolare i tre fattori analizzati da questo autore cioè: impegno, esplorazione in profondità e riconsiderazione dell’impegno. Identificare l’impatto esercitato dai genitori adottivi e dal gruppo dei pari nell’acquisizione dell’identità e nel conseguente adattamento in termini di soddisfazione per la vita e capacità di autodeterminazione, nonché le modalità di ricerca delle origini (Brodzinsky, 2011, Fermani, 2014). METODO Partecipanti: nel primo step di ricerca hanno partecipato 141 adolescenti e giovani che sono stati adottati, 69 argentini e 72 italiani, di cui 47 maschi (33,3 %) e 94 femmine (66,7%). Gli adolescenti hanno un’età compresa tra gli 11 e i 31 anni (media 20, 5; DS.4,7). Nel secondo step hanno partecipato 10 adolescenti italiani e 10 argentini che sono stati adottati con età (al momento dell’intervista) compresa tra i 12 e i 18 anni di età. Il sottocampione argentino è stato costituito da 6 maschi e 4 femmine, l’età di adozione va dal primi giorni di nascita fino ai 12 anni. Tutti adottati tramite adozione nazionale. Il sottocampione italiano è stato costituito da 5 maschi e 5 femmine, l’età di adozione va dai 13 mesi fino ai 9 anni. Tutti adottati tramite adozione internazionale. Procedura: nel primo step la raccolta dei dati quantitativi è stata centrata nella somministrazione di 141 questionari realizzati sia in lingua italiana che spagnola ad adolescenti e giovani italiani e argentini che sono stati adottati. Nel secondo step la raccolta dei dati qualitativi è stata centrata nell’analisi in profondità di 20 interviste semi-strutturate ad adolescenti italiani e argentini che sono stati adottati. È stata richiesta la collaborazione alle associazioni di famiglie adottive, Enti autorizzati, scuole, professionisti, operatori che lavorano nel settore dell’adozione. Misure: nel primo step raccolta dati è avvenuta con un questionario composto, oltre che da domande socio anagrafiche, dalle seguenti scale: Self Concept Clarity (SCC_Campbell et al., 1996); α .83; Valutazione dell’autodeterminazione (Soresi et al., 2004); α .72; Satisfaction with Life Scale (SWLS_Diener et al., 1985); α .87; The Utrecht-Management of Identity Commitments Scale (Meeus, 2008) (educational commitment: α .90, educational exploration: α .77, educational reconsideration: α .79); The Inventory of Parent and Peer Attachment (IPPA_Armsden e Greenberg, 1987) (trust adolescent father: α .83, communication adolescent father: α .87, closeness adolescent father:α .74, trust adolescent mother: α .85, communication adolescent mother:α .60, closeness adolescent mother: α .64, peer attachment: α .94). Nel secondo step sono state realizzate delle interviste utilizzando La Friends and Family Interview ( Steele e Steele, 2005) RISULTATI Chiarezza del concetto di sé La MANOVA mette in evidenzia che la chiarezza del concetto di Sé non varia significativamente in base al genere né in base alla nazionalità. Per quanto riguarda l’età dei partecipanti, il concetto di Sé, però, diminuisce con la crescita. Autodeterminazione e soddisfazione per la vita I partecipanti si percepiscono con una scarsa capacità di autodeterminazione, evidenziando differenze statisticamente significative in base alla nazionalità (F (4,722)=1, p<.01, η².036). I ragazzi e ragazze argentini hanno una minore capacità di autodeterminazione rispetto ai coetanei italiani. Dal confronto delle medie, gli italiani mostrano punteggi più bassi di soddisfazione per la vita che gli argentini (media =2,74, DS.69; Likert 1-7) Identità Per quanto riguarda la nazionalità, si evidenziano differenze significative relativamente all’impegno ( F (7,476)= 1, p<0.01) η ².056). Si evidenziano differenze significative all’età e il genere (F (,050)=1, p <.05 η².000). I maschi giovani hanno ottenuto un punteggio minore nella riconsiderazione dell’impegno rispetto ai maschi adolescenti. Il rapporto con i genitori I rapporti con i genitori sono caratterizzati da forti legami di attaccamento, soprattutto con la madre. Per quanto riguarda la nazionalità, si evidenziano differenze significative relativamentente al sentimento di essere compresi da padre ( F(4,170)=1,p <.05, η ².032). alla comunicazione in base il genere che alla nazionalità (F (8,700)= 1, p <0,01, η².064). I maschi argentini e le femmine italiane mostrano di avere un rapporto peggiore rispetto ai coetanei in relazione ai suddetti fattori. Il rapporto con gli amici Anche i rapporti con gli amici sono caratterizzati da forti legami di attaccamento a tutte le età e senza distinzione di genere. In funzione della nazionalità, i ragazzi e le ragazze italiani hanno ottenuto un punteggio maggiore rispetto ai coetanei argentini (media= 3.57, DS= .72; Likert 1-5) Conclusioni Le evidenze mostrano che la Chiarezza del concetto di Sé peggiora con l’età. L’adolescente che è stato adottato, oltre ai compiti evolutivi tipici di questa fase del ciclo di vita, deve anche affrontare il compito della doppia appartenenza (Colli, 2011). Di fronte a tutti questi compiti che si devono svolgere in adolescenza, la chiarezza del concetto di sé diminuisce con l’età in quanto è legata alla maturazione e alle specificità dell’adozione (Chistolini, 2010). L’attaccamento ai pari è elevato così come l’attaccamento ai genitori. Le medie mostrano differenze statisticamente significative relativamente alla comunicazione e comprensione del padre è, quindi, importante vagliare il ruolo materno, ma anche quello più trascurato paterno. Il rapporto con i genitori si associa negativamente all’autodeterminazione e positivamente alla soddisfazione per la vita. Uno stile educativo estremamente protettivo dei genitori adottivi può incidere sulla percezione dell’autodeterminazione dei figli. Dalle interviste è emerso che il buon attaccamento che caratterizza alla maggior parte degli adolescenti che sono stati adottati, la scissione e la negazione degli aspetti positivi del genitore biologico, si associano all’idealizzazione del genitore adottivo. Questo fatto porta agli adolescenti argentini e italiani che sono stati adottati e che sono stati presi in esame a non voler ricercare attivamente i loro genitori biologici (anche se la ricerca interna è iniziata non in adolescenza ma durante l’infanzia, nella propria immaginazione Brodzinsky, 2011).
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