L’ironia verbale è un fenomeno ampiamente discusso nell’ambito di due aree di studio: pragmatica classica e critica letteraria. Recenti sviluppi provenienti dalle scienze cognitive hanno arricchito il panorama degli studi sull’ironia verbale rispetto ai processi cognitivi ad essa legati. In quest’ultima cornice di riferimento troviamo anche studi che hanno verificato come la comprensione dell’ironia risenta di alcune regole della percezione. Per questo motivo, è sembrato promettente applicare i risultati provenienti dalla fenomenologia sperimentale allo studio della comprensione dell’ironia verbale. Manipolare i livelli di contrarietà tra ciò che viene detto e la situazione referente sulla base della regole percettive della contrarietà può aiutare a comprendere meglio i meccanismi legati al processamento di un messaggio ironico. Nella presente ricerca sono stati condotti tre studi, due utilizzando rating tasks (compito carta e matita) e un compito di lettura e valutazione (yes/no task), somministrato al computer e che ha reso possibile la misurazione dei tempi di risposta dei soggetti. Gli Studi 1 e 2 hanno dimostrato che il grado di ironia percepito dai soggetti (tutti di madrelingua italiana) è legato alla struttura percettiva della dimensione (ad esempio “in cima-in fondo” e “salita-discesa”) su cui il commento e la situazione sono in relazione. Inoltre, è emerso che l’ironia viene in qualche misura percepita anche quando la situazione non è polarizzata, ovvero è intermedia. Lo Studio 3 ha mostrato che i tempi di risposta sono più elevati quando il commento contrasta con una situazione intermedia rispetto a quando la situazione è polarizzata. Si è inoltre evidenziata una influenza della natura puntuale o gamma dei poli e negli intermedi nel determinare la velocità di risposta. In sintesi, i risultati degli studi condotto indicano che l’ironia non si costruisce solo su contrari polarizzati, ma anche sugli intermedi. In altri termini, sembra che l’ironia, per “dire il contrario”, non abbia bisogno letteralmente e solo di dire il contrario ma possa farlo anche puntando a qualcosa che è verso il contrario e cioè l’intermedio. I risultati sono discussi all’interno del più ampio panorama teorico sull’ironia, evidenziando contestualmente limiti e i possibili sviluppi di questa ricerca e suggerendone alcune possibili applicazioni nel contesto della comunicazione pubblicitaria.

IN CHE SENSO L’IRONIA DICE IL CONTRARIO? I VINCOLI COGNITIVI DELL’IRONIA VERBALE

CORI, VALERIO
2017-01-01

Abstract

L’ironia verbale è un fenomeno ampiamente discusso nell’ambito di due aree di studio: pragmatica classica e critica letteraria. Recenti sviluppi provenienti dalle scienze cognitive hanno arricchito il panorama degli studi sull’ironia verbale rispetto ai processi cognitivi ad essa legati. In quest’ultima cornice di riferimento troviamo anche studi che hanno verificato come la comprensione dell’ironia risenta di alcune regole della percezione. Per questo motivo, è sembrato promettente applicare i risultati provenienti dalla fenomenologia sperimentale allo studio della comprensione dell’ironia verbale. Manipolare i livelli di contrarietà tra ciò che viene detto e la situazione referente sulla base della regole percettive della contrarietà può aiutare a comprendere meglio i meccanismi legati al processamento di un messaggio ironico. Nella presente ricerca sono stati condotti tre studi, due utilizzando rating tasks (compito carta e matita) e un compito di lettura e valutazione (yes/no task), somministrato al computer e che ha reso possibile la misurazione dei tempi di risposta dei soggetti. Gli Studi 1 e 2 hanno dimostrato che il grado di ironia percepito dai soggetti (tutti di madrelingua italiana) è legato alla struttura percettiva della dimensione (ad esempio “in cima-in fondo” e “salita-discesa”) su cui il commento e la situazione sono in relazione. Inoltre, è emerso che l’ironia viene in qualche misura percepita anche quando la situazione non è polarizzata, ovvero è intermedia. Lo Studio 3 ha mostrato che i tempi di risposta sono più elevati quando il commento contrasta con una situazione intermedia rispetto a quando la situazione è polarizzata. Si è inoltre evidenziata una influenza della natura puntuale o gamma dei poli e negli intermedi nel determinare la velocità di risposta. In sintesi, i risultati degli studi condotto indicano che l’ironia non si costruisce solo su contrari polarizzati, ma anche sugli intermedi. In altri termini, sembra che l’ironia, per “dire il contrario”, non abbia bisogno letteralmente e solo di dire il contrario ma possa farlo anche puntando a qualcosa che è verso il contrario e cioè l’intermedio. I risultati sono discussi all’interno del più ampio panorama teorico sull’ironia, evidenziando contestualmente limiti e i possibili sviluppi di questa ricerca e suggerendone alcune possibili applicazioni nel contesto della comunicazione pubblicitaria.
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