Questo lavoro ha come obiettivo fondamentale l’elaborazione di una difesa del principio di non contraddizione (PNC), a fronte dell’attacco portato dal dialeteismo, la dottrina che rivendica l’esistenza di contraddizioni vere. Il primo capitolo assesta gli oggetti di discussione principali, occupandosi di stabilire che cos’è (PNC) e che cos’è una contraddizione. Distinguo cinque versioni fondamentali di (PNC) e della contraddizione, e sottolineo l’importanza, in tutte le versioni, della condizione dell’identità dei rispetti. Nel secondo capitolo presento quello che è stato tradizionalmente considerato l’argomento più forte contro le contraddizioni, il principio ex contradictione quodlibet (ECQ). Poi introduco la logica paraconsistente e il dialeteismo e delineo la loro relazione. Passo quindi al vaglio diversi sistemi di logica paraconsistente, e mostro che diversi tentativi di costruire contraddizioni, per quanto eterogenei, sono strutturalmente accomunati da una violazione dell’identità dei rispetti che segna nello stesso modo il loro fallimento. Nel terzo capitolo esamino la logica paraconsistente approntata da Graham Priest, argomentando che è superiore a tutte le logiche paraconsistenti discusse nel capitolo 2. Presento due argomentazioni contro la logica paraconsistente sviluppate da David Lewis e Hartley Slater, e le repliche fornite da Bryson Brown, Francesco Paoli e Greg Restall. Quindi miro a rafforzare la linea di difesa della paraconsistenza tracciata da Restall. Il mio contributo conduce al dilemma generale per il difensore di (ECQ). Il quarto capitolo è preliminare alla difesa vera e propria di (PNC) che concerto nel quinto capitolo. Qui affronto il problema se sia possibile difendere (PNC). Mostro in che modo la natura stessa della critica, quale è solitamente concepita, dia adito all’accusa dell’impossibilità di criticare il dialeteismo, e ripercorro la strategia con cui Priest si impegna a disinnescarla. Mi concentro poi su alcune osservazioni sviluppate da Dutilh Novaes, che rinfocolano il dubbio sulla possibilità di criticare il dialeteismo sollevando il dubbio che il dibattito fra il dialeteista e il difensore di (PNC) sia un dibattito verbale, e fugo questo dubbio. Nel quinto capitolo lancio i miei due attacchi contro il dialeteismo. Il primo attacco dimostra che siamo razionalmente giustificati a rigettare una qualsiasi contraddizione in una qualsiasi circostanza, e questo giustifica il rigetto del dialeteismo. Il secondo attacco inizia col concedere che ci siano enunciati della forma "alfa",¬"alfa" che sono entrambi veri, e dimostra che se due enunciati della forma "alfa",¬"alfa" sono entrambi veri allora non possono essere contraddittori, per poi concludere che non ci possono essere contraddizioni che siano vere.

The essential purpose of this thesis is to defend the law of non contradiction (LNC) from the threat of dialetheism, according to which there are true contradictions. The first chapter assesses the main terms involved in the matter, establishing what (LNC) is and what a contradiction is. Will be distinguished five fundamental versions of (LNC) and of contradiction, and will be underlined the importance in each one of them of the condition of the identity of parameters. The second chapter introduces what is traditionally considered the strongest argument against contradictions: the principle ex contraditione quodlibet (ECQ). An introduction to paraconsistent logic, dialetheism and their relationship follows. Then will be presented several systems of paraconsistent logic, to show that different attempts to model contradictions are all destined to fail, despite their peculiarities, because they all violate the condition of the identity of parameters. The beginning of chapter three examines Graham Priest’s paraconsistent logic, arguing that it’s superior to every one of those discussed in chapter two. Then will be introduced two arguments against paraconsistent logic developed by David Lewis and Hartley Slater, and the rejoinders given by Bryson Brown, Francesco Paoli and Greg Restall. I strengthen Restall’s defense of paraconsistency. My contribution leads to the general dilemma for the defender of (ECQ). The fourth chapter is preliminary to the real defense of LNC, which is the focus of chapter five. Here the purpose is to discuss if defending (LNC) is possible. After showing where the recurring charge of the impossibility to criticize dialetheism comes from, I will recall Graham Priest’s strategy to overcome it. Then the attention moves to some observations made by Dutilh Novaes, which raise the suspect that the debate between the dialetheist and the defender of LNC is a verbal dispute. I will show that her crucial assumption is wrong. In chapter fifth I present my two attacks against dialetheism. The first one shows that one is rationally justified to reject every contradiction in every circumstance, and this justifies the rejection of dialetheism. The second attack starts granting the existence of sentences of the form "alfa",¬"alfa" which are both true, and proceeds proving that if sentences of the form "alfa",¬"alfa" are both true, then they cannot be contradictory, hence there cannot be contradictions which are true.

In Difesa del Principio di Non Contraddizione / Vettore, Andrea. - CD-ROM. - (2017).

In Difesa del Principio di Non Contraddizione

VETTORE, Andrea
2017-01-01

Abstract

The essential purpose of this thesis is to defend the law of non contradiction (LNC) from the threat of dialetheism, according to which there are true contradictions. The first chapter assesses the main terms involved in the matter, establishing what (LNC) is and what a contradiction is. Will be distinguished five fundamental versions of (LNC) and of contradiction, and will be underlined the importance in each one of them of the condition of the identity of parameters. The second chapter introduces what is traditionally considered the strongest argument against contradictions: the principle ex contraditione quodlibet (ECQ). An introduction to paraconsistent logic, dialetheism and their relationship follows. Then will be presented several systems of paraconsistent logic, to show that different attempts to model contradictions are all destined to fail, despite their peculiarities, because they all violate the condition of the identity of parameters. The beginning of chapter three examines Graham Priest’s paraconsistent logic, arguing that it’s superior to every one of those discussed in chapter two. Then will be introduced two arguments against paraconsistent logic developed by David Lewis and Hartley Slater, and the rejoinders given by Bryson Brown, Francesco Paoli and Greg Restall. I strengthen Restall’s defense of paraconsistency. My contribution leads to the general dilemma for the defender of (ECQ). The fourth chapter is preliminary to the real defense of LNC, which is the focus of chapter five. Here the purpose is to discuss if defending (LNC) is possible. After showing where the recurring charge of the impossibility to criticize dialetheism comes from, I will recall Graham Priest’s strategy to overcome it. Then the attention moves to some observations made by Dutilh Novaes, which raise the suspect that the debate between the dialetheist and the defender of LNC is a verbal dispute. I will show that her crucial assumption is wrong. In chapter fifth I present my two attacks against dialetheism. The first one shows that one is rationally justified to reject every contradiction in every circumstance, and this justifies the rejection of dialetheism. The second attack starts granting the existence of sentences of the form "alfa",¬"alfa" which are both true, and proceeds proving that if sentences of the form "alfa",¬"alfa" are both true, then they cannot be contradictory, hence there cannot be contradictions which are true.
2017
29
HS
Questo lavoro ha come obiettivo fondamentale l’elaborazione di una difesa del principio di non contraddizione (PNC), a fronte dell’attacco portato dal dialeteismo, la dottrina che rivendica l’esistenza di contraddizioni vere. Il primo capitolo assesta gli oggetti di discussione principali, occupandosi di stabilire che cos’è (PNC) e che cos’è una contraddizione. Distinguo cinque versioni fondamentali di (PNC) e della contraddizione, e sottolineo l’importanza, in tutte le versioni, della condizione dell’identità dei rispetti. Nel secondo capitolo presento quello che è stato tradizionalmente considerato l’argomento più forte contro le contraddizioni, il principio ex contradictione quodlibet (ECQ). Poi introduco la logica paraconsistente e il dialeteismo e delineo la loro relazione. Passo quindi al vaglio diversi sistemi di logica paraconsistente, e mostro che diversi tentativi di costruire contraddizioni, per quanto eterogenei, sono strutturalmente accomunati da una violazione dell’identità dei rispetti che segna nello stesso modo il loro fallimento. Nel terzo capitolo esamino la logica paraconsistente approntata da Graham Priest, argomentando che è superiore a tutte le logiche paraconsistenti discusse nel capitolo 2. Presento due argomentazioni contro la logica paraconsistente sviluppate da David Lewis e Hartley Slater, e le repliche fornite da Bryson Brown, Francesco Paoli e Greg Restall. Quindi miro a rafforzare la linea di difesa della paraconsistenza tracciata da Restall. Il mio contributo conduce al dilemma generale per il difensore di (ECQ). Il quarto capitolo è preliminare alla difesa vera e propria di (PNC) che concerto nel quinto capitolo. Qui affronto il problema se sia possibile difendere (PNC). Mostro in che modo la natura stessa della critica, quale è solitamente concepita, dia adito all’accusa dell’impossibilità di criticare il dialeteismo, e ripercorro la strategia con cui Priest si impegna a disinnescarla. Mi concentro poi su alcune osservazioni sviluppate da Dutilh Novaes, che rinfocolano il dubbio sulla possibilità di criticare il dialeteismo sollevando il dubbio che il dibattito fra il dialeteista e il difensore di (PNC) sia un dibattito verbale, e fugo questo dubbio. Nel quinto capitolo lancio i miei due attacchi contro il dialeteismo. Il primo attacco dimostra che siamo razionalmente giustificati a rigettare una qualsiasi contraddizione in una qualsiasi circostanza, e questo giustifica il rigetto del dialeteismo. Il secondo attacco inizia col concedere che ci siano enunciati della forma "alfa",¬"alfa" che sono entrambi veri, e dimostra che se due enunciati della forma "alfa",¬"alfa" sono entrambi veri allora non possono essere contraddittori, per poi concludere che non ci possono essere contraddizioni che siano vere.
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