In questo lavoro vengono analizzate da un punto di vista dottrinale le questioni 4, 8, 9, 12 e 17 delle Collationes oxonienses, opera tradizionalmente attribuita a Giovanni Duns Scoto. Vari sono i temi trattati nelle 5 collationes considerate: l’univocità (qq. 4-12), lo statuto delle essenze (q. 17) e la scienza divina (qq. 8-9). Si differenziano la struttura e la natura delle prime tre (qq. 4, 8 e 9) rispetto alle ultime due (qq. 12 e 17): mentre, infatti, nel primo gruppo troviamo discussioni tra due studenti o baccellieri del convento francescano di Oxford che sostengono posizioni opposte a proposito del tema indicato nel titolo, nel secondo gruppo il dibattito trae origine dall’esposizione di una opinione il cui contenuto è sottoposto alle differenti valutazioni degli interlocutori. Risultati particolarmente interessanti sono emersi a proposito delle ipotesi di attribuzione: mentre non paiono esservi dubbi circa la diretta partecipazione di Scoto alle qq. 4, 8 e 9, nelle quali la sua posizione risulta prevalere rispetto a quella dell’avversario, non così per quanto riguarda le questioni 12 e 17. Esse sembrano piuttosto condotte da Riccardo di Conington, francescano inglese coetaneo di Scoto, in quanto sono qui difese opinioni molto vicine a quelle di Enrico di Gand, ma con una originale rielaborazione dottrinale che sembra rimandare appunto all’opera di Conington. Le Collationes oxonienses non sono dunque un’opera unitaria, ma composita, poiché risultante dall’assemblaggio di esercizi scolari molto diversi tra loro: mutano di volta in volta struttura, autore, tema trattato. Se l’ipotesi della presenza di Conington in almeno alcune delle questioni è corretta, è possibile avanzare una proposta di datazione diversa da quella comunemente accettata (1305-1307): sembra infatti plausibile ritenere che le collationes siano state discusse nel semestre primaverile del 1301, quando sia Scoto che Conington erano presenti a Oxford durante il loro baccellierato. Stando così le cose, l’opera si rivela come un fondamentale documento per comprendere la genesi della dottrina scotiana, gettando luce sui dibattiti che animavano l’ambiente minorita inglese negli anni a cavallo tra XIII e XIV secolo, periodo decisivo per la formazione del Dottor Sottile.

Univocità, statuto delle essenze e scienza divina nelle Collationes oxonienses. Un dibattito nell’ordine minorita inglese agli inizi del XIV secolo.

FALA', JACOPO FRANCESCO
2017-01-01

Abstract

In questo lavoro vengono analizzate da un punto di vista dottrinale le questioni 4, 8, 9, 12 e 17 delle Collationes oxonienses, opera tradizionalmente attribuita a Giovanni Duns Scoto. Vari sono i temi trattati nelle 5 collationes considerate: l’univocità (qq. 4-12), lo statuto delle essenze (q. 17) e la scienza divina (qq. 8-9). Si differenziano la struttura e la natura delle prime tre (qq. 4, 8 e 9) rispetto alle ultime due (qq. 12 e 17): mentre, infatti, nel primo gruppo troviamo discussioni tra due studenti o baccellieri del convento francescano di Oxford che sostengono posizioni opposte a proposito del tema indicato nel titolo, nel secondo gruppo il dibattito trae origine dall’esposizione di una opinione il cui contenuto è sottoposto alle differenti valutazioni degli interlocutori. Risultati particolarmente interessanti sono emersi a proposito delle ipotesi di attribuzione: mentre non paiono esservi dubbi circa la diretta partecipazione di Scoto alle qq. 4, 8 e 9, nelle quali la sua posizione risulta prevalere rispetto a quella dell’avversario, non così per quanto riguarda le questioni 12 e 17. Esse sembrano piuttosto condotte da Riccardo di Conington, francescano inglese coetaneo di Scoto, in quanto sono qui difese opinioni molto vicine a quelle di Enrico di Gand, ma con una originale rielaborazione dottrinale che sembra rimandare appunto all’opera di Conington. Le Collationes oxonienses non sono dunque un’opera unitaria, ma composita, poiché risultante dall’assemblaggio di esercizi scolari molto diversi tra loro: mutano di volta in volta struttura, autore, tema trattato. Se l’ipotesi della presenza di Conington in almeno alcune delle questioni è corretta, è possibile avanzare una proposta di datazione diversa da quella comunemente accettata (1305-1307): sembra infatti plausibile ritenere che le collationes siano state discusse nel semestre primaverile del 1301, quando sia Scoto che Conington erano presenti a Oxford durante il loro baccellierato. Stando così le cose, l’opera si rivela come un fondamentale documento per comprendere la genesi della dottrina scotiana, gettando luce sui dibattiti che animavano l’ambiente minorita inglese negli anni a cavallo tra XIII e XIV secolo, periodo decisivo per la formazione del Dottor Sottile.
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