“Ancora qualche anno ed i manoscritti Na-khi diventeranno indecifrabili e non importa quanti dizionari saranno disponibili, né quanto saranno completi, i manoscritti rimarranno libri chiusi, nessuna Stele di Rosetta, nel loro caso, si dimostrerà d’ausilio”. Così scriveva nel 1952 il botanico J. F. Rock, che trascorse all’inizio del Novecento quasi un quarto di secolo tra i Naxi, in Cina. La ricchissima tradizione culturale di questa etnia che popola le ultime propaggini dell’altopiano himalayano, frutto di un interessante e quanto mai articolato sincretismo religioso, sta attualmente attraversando un delicato momento storico, il cui dispiegarsi futuro non esclude la trasformazione estrema, radicale: la scomparsa. Con questo studio, si è voluto restituire ai Naxi un piccolo tassello della loro identità tradizionale, riportando un manoscritto rituale- originariamente donato da Rock stesso ad uno dei più importanti musei italiani- nel contesto culturale d’origine e lì realizzandone la traduzione, con la preziosa, imprescindibile collaborazione di quella che è stata definita l’ultima generazione di grandi operatori Naxi del sacro. Il lavoro vuole essere la testimonianza di un’eredità complessa, che vive un difficile confronto con la modernità e che in parte mostra la sua fragilità, ma altrettanto la sua forza, nell’aver tenacemente conservato, seppur esclusivamente a fini religiosi, l’unica forma di scrittura pittografica ancora in uso al mondo. Il volume integra lo studio presentato nel volume "Tessendo nel cosmo la trama del corpo", della stessa autrice.
I libri del Pipistrello Bianco. Ricostruzione linguistica, filologica e culturale di un manoscritto rituale Naxi
TURINI, CRISTIANA
2016-01-01
Abstract
“Ancora qualche anno ed i manoscritti Na-khi diventeranno indecifrabili e non importa quanti dizionari saranno disponibili, né quanto saranno completi, i manoscritti rimarranno libri chiusi, nessuna Stele di Rosetta, nel loro caso, si dimostrerà d’ausilio”. Così scriveva nel 1952 il botanico J. F. Rock, che trascorse all’inizio del Novecento quasi un quarto di secolo tra i Naxi, in Cina. La ricchissima tradizione culturale di questa etnia che popola le ultime propaggini dell’altopiano himalayano, frutto di un interessante e quanto mai articolato sincretismo religioso, sta attualmente attraversando un delicato momento storico, il cui dispiegarsi futuro non esclude la trasformazione estrema, radicale: la scomparsa. Con questo studio, si è voluto restituire ai Naxi un piccolo tassello della loro identità tradizionale, riportando un manoscritto rituale- originariamente donato da Rock stesso ad uno dei più importanti musei italiani- nel contesto culturale d’origine e lì realizzandone la traduzione, con la preziosa, imprescindibile collaborazione di quella che è stata definita l’ultima generazione di grandi operatori Naxi del sacro. Il lavoro vuole essere la testimonianza di un’eredità complessa, che vive un difficile confronto con la modernità e che in parte mostra la sua fragilità, ma altrettanto la sua forza, nell’aver tenacemente conservato, seppur esclusivamente a fini religiosi, l’unica forma di scrittura pittografica ancora in uso al mondo. Il volume integra lo studio presentato nel volume "Tessendo nel cosmo la trama del corpo", della stessa autrice.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.