Il saggio analizza come, di fronte all'emergenza mondiale della guerra, tutti i paesi coinvolti misero in atto una campagna per la mobilitazione femminile che assunse (tanto nei paesi democratici, particolarmente in Gran Bretagna e in Usa - quando nei paesi a regime dittatoriale, come l'Italia fascista) forme per molti versi analoghe. Tale mobilitazione si concretizzò, tra le altre cose, in un vero reclutamento femminile sul fronte interno declinato nelle due dimensioni del "fronte della cucina" (kitchen front) e del cosiddetto "orto di guerra". Ciò portò ad una moltiplicazione delle iniziative formative (corsi, incontri), editoriali (ricettari, manuali scolastici e libri divulgativi per l'educazion epopolare) ma anche comunicative (stampa periodica, rubriche di riviste femminili e generaliste ecc.) tutte incentrate sulle tematiche "femminili" del risparmio domestico, della lotta agli sprechi in cucina e dell'autoproduzione di generi alimentari. La complessa macchina ideologica, propagandistica ed educativa che il regime mise in moto muoveva dalla necessità contingente di coinvolgere le donne nel sostenere la Nazione nel raggiungimento della vittoria finale; al tempo stesso, essa rappresentò lo strumento utilizzato per difendere un modello tradizionale di donna (intesa come donna di casa, economa, madre e sposa esemplare) che si sarebbe inevitabilmente sfaldato nel corso del Novecento - e, paradossalment,e proprio in seguito alla nuova autoconsapevolezza del proprio ruolo "social" che le donne acquisirono durante la Seconda guerra mondiale.
En la cocina se gana la guerra. La educación fascista de las mujeres en tiempo de guerra: de la cocina de guerra al jardín de guerra
ASCENZI, ANNA;BRUNELLI, MARTA
2016-01-01
Abstract
Il saggio analizza come, di fronte all'emergenza mondiale della guerra, tutti i paesi coinvolti misero in atto una campagna per la mobilitazione femminile che assunse (tanto nei paesi democratici, particolarmente in Gran Bretagna e in Usa - quando nei paesi a regime dittatoriale, come l'Italia fascista) forme per molti versi analoghe. Tale mobilitazione si concretizzò, tra le altre cose, in un vero reclutamento femminile sul fronte interno declinato nelle due dimensioni del "fronte della cucina" (kitchen front) e del cosiddetto "orto di guerra". Ciò portò ad una moltiplicazione delle iniziative formative (corsi, incontri), editoriali (ricettari, manuali scolastici e libri divulgativi per l'educazion epopolare) ma anche comunicative (stampa periodica, rubriche di riviste femminili e generaliste ecc.) tutte incentrate sulle tematiche "femminili" del risparmio domestico, della lotta agli sprechi in cucina e dell'autoproduzione di generi alimentari. La complessa macchina ideologica, propagandistica ed educativa che il regime mise in moto muoveva dalla necessità contingente di coinvolgere le donne nel sostenere la Nazione nel raggiungimento della vittoria finale; al tempo stesso, essa rappresentò lo strumento utilizzato per difendere un modello tradizionale di donna (intesa come donna di casa, economa, madre e sposa esemplare) che si sarebbe inevitabilmente sfaldato nel corso del Novecento - e, paradossalment,e proprio in seguito alla nuova autoconsapevolezza del proprio ruolo "social" che le donne acquisirono durante la Seconda guerra mondiale.File | Dimensione | Formato | |
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