Nel 2015 la cappella di San Gottardo in Corte a Milano - eretta verso il 1336 per volontà di Azzone Visconti all'interno della sua nuova residenza nel cuore della città - è stata sottoposta a un attento intervento di restauro, che ne ha messo meglio in evidenza la struttura architettonica e ha permesso di ridare un buona leggibilità ai due monumenti scultori trecenteschi che ancora vi si conservano. Il primo è il portale, già sulla fronte e oggi collocato sul fianco destro dell'edificio, che viene qui sottoposto per la prima volta a una attenta analisi, che ne ripercorre le vicende di trasmissione e trasformazione nel tempo, ne individua le parti di restauro e permette di metterlo in relazione con l'opera di quei maestri campionesi che operavano a Milano, in uno stile rude e attardato, alla vigilia dell'arrivo da Pisa di Giovanni di Balduccio. Il secondo monumento è la Tomba di Azzone Visconti, attribuibile senza remore allo stesso Giovanni di Balduccio e alla sua bottega e riferibile, su basi documentarie, agli anni 1340-1344 e alla committenza dello zio di Azzone, il vescovo Giovanni Visconti. L'indagine di cui si da conto nel testo permette non solo di ripercorrere le vicende di trasformazione e trasmissione del tempo del manufatto, ma anche di indagarne in modo analitico il programma iconografico, così come i caratteri stilistici, mettendo in evidenza le parti autografe, ora ben distinguibili da quelle dei collaboratori dell'artista e da quelle componenti, che pur associate da tempo al complesso monumentale, in realtà non ne facevano parte nel progetto originario, come le due statue con l'arcangelo Michele e l'arcangelo Raffaele poste alla sommità, con ogni probabilità pertinenti ad un altro monumento databile all'inizio del Quattrocento e realizzato da uno dei maestri attivi nel vicino cantiere gotico internazionale del Duomo di Milano, nella sua prima fase di edificazione tra lo scadere del trecento e l'inizio del Quattrocento.
Monumenti scultorei del Trecento in San Gottardo in Corte a Milano
VERGANI, Graziano Alfredo
2015-01-01
Abstract
Nel 2015 la cappella di San Gottardo in Corte a Milano - eretta verso il 1336 per volontà di Azzone Visconti all'interno della sua nuova residenza nel cuore della città - è stata sottoposta a un attento intervento di restauro, che ne ha messo meglio in evidenza la struttura architettonica e ha permesso di ridare un buona leggibilità ai due monumenti scultori trecenteschi che ancora vi si conservano. Il primo è il portale, già sulla fronte e oggi collocato sul fianco destro dell'edificio, che viene qui sottoposto per la prima volta a una attenta analisi, che ne ripercorre le vicende di trasmissione e trasformazione nel tempo, ne individua le parti di restauro e permette di metterlo in relazione con l'opera di quei maestri campionesi che operavano a Milano, in uno stile rude e attardato, alla vigilia dell'arrivo da Pisa di Giovanni di Balduccio. Il secondo monumento è la Tomba di Azzone Visconti, attribuibile senza remore allo stesso Giovanni di Balduccio e alla sua bottega e riferibile, su basi documentarie, agli anni 1340-1344 e alla committenza dello zio di Azzone, il vescovo Giovanni Visconti. L'indagine di cui si da conto nel testo permette non solo di ripercorrere le vicende di trasformazione e trasmissione del tempo del manufatto, ma anche di indagarne in modo analitico il programma iconografico, così come i caratteri stilistici, mettendo in evidenza le parti autografe, ora ben distinguibili da quelle dei collaboratori dell'artista e da quelle componenti, che pur associate da tempo al complesso monumentale, in realtà non ne facevano parte nel progetto originario, come le due statue con l'arcangelo Michele e l'arcangelo Raffaele poste alla sommità, con ogni probabilità pertinenti ad un altro monumento databile all'inizio del Quattrocento e realizzato da uno dei maestri attivi nel vicino cantiere gotico internazionale del Duomo di Milano, nella sua prima fase di edificazione tra lo scadere del trecento e l'inizio del Quattrocento.File | Dimensione | Formato | |
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