I processi di suburbanizzazione commerciale in atto ormai da decenni in diversi scenari urbani non soltanto hanno ridisegnato i modelli e i luoghi di consumo, scompaginando la dialettica tradizionale centro/periferia, ma hanno anche plasmato un’inedita configurazione degli spazi urbani e periurbani, in particolare dei loro modelli di organizzazione e dei processi di produzione e consumo di risorse. La coscienza sempre più diffusa dell’importanza della sostenibilità, declinata in ambito economico, sociale e ambientale, rende necessaria una riflessione sugli effetti prodotti dai grandi luoghi del commercio sul sistema ecologico e antropico in cui insistono. Al di là di una vasta gamma di tipologie, modelli e pattern di utilizzo, i grandi luoghi del commercio periferici, infatti, condividono una caratteristica, ovvero un consistente impatto territoriale che si traduce normalmente nel consumo di spazi rurali a ridosso della città, alterandone equilibri ecologici e antropici sedimentati negli anni, per restituirli, come si comincia a leggere nelle realtà territoriali più mature, come nuovi elementi di “vuoto” extraurbano. Inoltre, gli outlet e gli shopping center consumano notevoli quantità di energia e acqua, oltre a produrre rifiuti e a incidere, in particolari periodi dell’anno, sulla distribuzione e l’entità dei flussi veicolari. Inserito nel quadro teorico degli studi geografici relativi alla localizzazione dei luoghi del commercio e ai loro effetti sul territorio, il presente lavoro mira a valutare le implicazioni relative al consumo di risorse naturali prodotte da outlet e shopping center situati in diverse aree della Sicilia, attraverso un’analisi geo-territoriale che ne evidenzi sia le criticità che le best practices elaborate dagli attori locali pubblici e privati al fine di arginare gli impatti negativi in termini di sostenibilità ambientale ma anche sociale.
Le scelte localizzative dei grandi spazi commerciali: effetti economici, sociali ed ambientali
NICOSIA, ENRICO DOMENICO GIOVANNI;
2015-01-01
Abstract
I processi di suburbanizzazione commerciale in atto ormai da decenni in diversi scenari urbani non soltanto hanno ridisegnato i modelli e i luoghi di consumo, scompaginando la dialettica tradizionale centro/periferia, ma hanno anche plasmato un’inedita configurazione degli spazi urbani e periurbani, in particolare dei loro modelli di organizzazione e dei processi di produzione e consumo di risorse. La coscienza sempre più diffusa dell’importanza della sostenibilità, declinata in ambito economico, sociale e ambientale, rende necessaria una riflessione sugli effetti prodotti dai grandi luoghi del commercio sul sistema ecologico e antropico in cui insistono. Al di là di una vasta gamma di tipologie, modelli e pattern di utilizzo, i grandi luoghi del commercio periferici, infatti, condividono una caratteristica, ovvero un consistente impatto territoriale che si traduce normalmente nel consumo di spazi rurali a ridosso della città, alterandone equilibri ecologici e antropici sedimentati negli anni, per restituirli, come si comincia a leggere nelle realtà territoriali più mature, come nuovi elementi di “vuoto” extraurbano. Inoltre, gli outlet e gli shopping center consumano notevoli quantità di energia e acqua, oltre a produrre rifiuti e a incidere, in particolari periodi dell’anno, sulla distribuzione e l’entità dei flussi veicolari. Inserito nel quadro teorico degli studi geografici relativi alla localizzazione dei luoghi del commercio e ai loro effetti sul territorio, il presente lavoro mira a valutare le implicazioni relative al consumo di risorse naturali prodotte da outlet e shopping center situati in diverse aree della Sicilia, attraverso un’analisi geo-territoriale che ne evidenzi sia le criticità che le best practices elaborate dagli attori locali pubblici e privati al fine di arginare gli impatti negativi in termini di sostenibilità ambientale ma anche sociale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.