Sulla bancarotta dell'impresa pubblica

La presenza nell'ordinamento interno delle società in house pone un interrogativo sull'estensione, alle stesse, della disciplina del fallimento e del conseguente sistema repressivo previsto dai reati fallimentari. Da un punto di vista delle qualifiche soggettive, appare, infatti, discutibile l'equiparazione dell'amministratore della società pubblica all'imprenditore privato, essendo del tutto diversa la sua funzione, fortemente condizionata dalla normativa pubblicistica per quanto riguarda l'oggetto dell'attività sociale, ma anche il penetrante condizionamento esercitato dal socio unico, rappresentato dall'ente pubblico locale o dallo Stato. Inoltre, l'oggetto e le finalità perseguite dalla società in house non possono essere equiparate a quelle delle società commerciali, né, tanto meno, è possibile configurare come scopo sociale il perseguimento di un utile economico, essendo preclusa dalla normativa comunitaria, qualsiasi funzione imprenditoriale all'impresa pubblica.