Nel dibattito corrente in filosofia del tempo si fronteggiano due posizioni: la presentista, secondo la quale esistono solo eventi e oggetti presenti; e l’eternalista, che ammette anche eventi ed oggetti passati e futuri, sebbene tipicamente intenda la loro “passatezza” o “futurità” in senso soggettivo (per es., come il loro precedere o seguire certi eventi mentali quali un atto percettivo o il proferimento di un certo enunciato). Le proposizioni sul passato, quali Cesare fu ucciso alle Idi di Marzo, sono suscettibili di verità o falsità e ciò suggerisce, secondo il cosiddetto principio del fattore di verità, che, se vere, ci deve essere nella realtà qualcosa che le rende vere. L’eternalista può tranquillamente rispondere a questa sollecitazione identificando questo “qualcosa” con gli eventi passati. Il presentista invece, come rivela la complessa letteratura sull’argomento, sembra costretto a complicare la sua ontologia popolando la realtà di entità a prima vista molto strane o almeno appartenenti ad una metafisica ormai sepolta, quali ecceità, concetti, individuali, oggetti astratti ma ex-concreti, proprietà temporalizzate, istanti primitivi e irriducibili, ecc. Si argomenterà che, nonostante ciò, ci sono buon motivi per preferire il presentismo e si cercherà di individuare a quali tra queste strane entità è più opportuno impegnarsi.
Verità e Proposizioni sul passato
ORILIA, Francesco
2015-01-01
Abstract
Nel dibattito corrente in filosofia del tempo si fronteggiano due posizioni: la presentista, secondo la quale esistono solo eventi e oggetti presenti; e l’eternalista, che ammette anche eventi ed oggetti passati e futuri, sebbene tipicamente intenda la loro “passatezza” o “futurità” in senso soggettivo (per es., come il loro precedere o seguire certi eventi mentali quali un atto percettivo o il proferimento di un certo enunciato). Le proposizioni sul passato, quali Cesare fu ucciso alle Idi di Marzo, sono suscettibili di verità o falsità e ciò suggerisce, secondo il cosiddetto principio del fattore di verità, che, se vere, ci deve essere nella realtà qualcosa che le rende vere. L’eternalista può tranquillamente rispondere a questa sollecitazione identificando questo “qualcosa” con gli eventi passati. Il presentista invece, come rivela la complessa letteratura sull’argomento, sembra costretto a complicare la sua ontologia popolando la realtà di entità a prima vista molto strane o almeno appartenenti ad una metafisica ormai sepolta, quali ecceità, concetti, individuali, oggetti astratti ma ex-concreti, proprietà temporalizzate, istanti primitivi e irriducibili, ecc. Si argomenterà che, nonostante ciò, ci sono buon motivi per preferire il presentismo e si cercherà di individuare a quali tra queste strane entità è più opportuno impegnarsi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.