In pochi anni, dall'89 in poi, la Geografia politica dell’Europa appare completamente mutata. L’emergere di nuove aree produttive, la caduta di miti consolidati, le trasformazioni politiche, le crescenti interrelazioni tra Stati, territori e regioni sono fenomeni che hanno generato nuovi scenari geopolitici, economici e sociali. Nell'attuale contesto geopolitico più che mai instabile ed in cerca di nuovi equilibri, è imperativo che l’Europa, consapevole che gli avvenimenti che toccano gli altri continenti, in un mondo globalizzato, non possano esserle estranei, trovi strumenti che le consentano di esprimere coralmente idee che abbiano un peso concreto nella scena politica internazionale. Se, infatti, a tutt’oggi, l’Unione riveste un ruolo di primo piano nei contesti economici internazionali, dimostrando di essere una delle massime potenze commerciali, economiche e monetarie del mondo, a livello politico il suo peso all'interno dello scacchiere mondiale è di gran lunga più ridimensionato, non avendo una sovranità distinta rispetto a quella degli Stati membri e non potendo, dunque, di conseguenza, farsi portatrice di una posizione comune in materie scottanti attinenti alla stabilità ed alla pace. La creazione di un’ Europa Unita, come soggetto politico capace di destreggiarsi e dire la sua nelle dinamiche geopolitiche planetarie, appare, dunque, una necessità per non essere schiacciati dalle potenze mondiali e dalle conseguenze che la globalizzazione porta con sé. Ma ciò presuppone che gli Stati, le nazioni ed i popoli d’Europa riscoprano una comune identità europea. Da quanto si analizzerà nel testo, si evince che, aspetto caratteristico dello spirito europeo è l’attaccamento alla primazia dell’individuo e della libertà. E' evidente che il continente europeo non rappresenta nel vasto scenario geopolitico mondiale una nazione marginale, ma il centro di una civiltà e di un sistema economico indipendenti, in grado di comunicare un proprio modello politico, economico e culturale che possa rappresentare un punto di equilibrio tra le opposte istanze, nonché attore protagonista nel contesto internazionale. L’Europa nasce dalla sua storia e dalla sua cultura, e nella sua storia e nella sua cultura, deve trovare la sua forza di coesione. Ciò che manca, realmente, è la creazione di una reale coscienza europea, dell’importanza di una “patria” comune in Europa, che non si sostituisca, né elimini le coscienze nazionali, ma che si aggiunga e si colleghi ad esse, divenendo il “catalizzatore” dell’unità organica del continente. L’identità europea, dunque, fatta di differenze e specificità nazionali, regionali, culturali, religiose, ed, in parte anche storiche, rappresenta la condicio sine qua non, della realizzazione di una vera unità in un’Europa, dove le unioni politiche e, soprattutto, economiche, da sole non bastano a superare i particolarismi. Di fronte alle continue spinte omologatrici, la creazione di una identità politica in Europa, altro non è che la riscoperta del passato, della ricchezza storica, politica, culturale, linguistica, religiosa, etnica del vecchio continente; in sostanza, l’unità nel rispetto delle diversità. Alla base della costruzione di una realtà territoriale, geografica e politica che superi confini, barriere ed ostacoli di carattere fisico, politico, economico e sociale appare fondamentale focalizzare l’attenzione sulla integrazione politico-economica, sociale e territoriale, obiettivo difficile, problematico ma indispensabile perché le singole realtà geografiche confluiscano in uno spazio comune. L’Unione Europea ha molti nemici, interni ed esterni, che si oppongono in maniera palese o occulta alla creazione di un soggetto politico che affonda le sue radici nella storia e nella cultura europea e che nella storia e nella cultura trova la sua identità politica. Per il momento l’Unione Europea è un grandissimo esperimento, il tentativo di realizzare una grande impresa dal punto di vista politico, indispensabile per gli stessi Stati europei per non venire schiacciati dalla potenza della globalizzazione. La creazione di un’area integrata paneuropea determinerà lo sviluppo di un progetto sorprendente sia dal punto di vista geografico, estendendosi dall'Atlantico agli Urali, sia in termini politici ed economici, coinvolgendo circa mezzo miliardo di persone. In questa prospettiva, spazio e tempo sono la cornice entro la quale si sviluppa l’intera esperienza di trasformazione del Vecchio Continente in Nuovo.

EUROPA E UNIONE EUROPEA TRA PENSIERO POLITICO, TERRITORIO E DINAMICHE GEOPOLITICHE

EPASTO, Simona
2007-01-01

Abstract

In pochi anni, dall'89 in poi, la Geografia politica dell’Europa appare completamente mutata. L’emergere di nuove aree produttive, la caduta di miti consolidati, le trasformazioni politiche, le crescenti interrelazioni tra Stati, territori e regioni sono fenomeni che hanno generato nuovi scenari geopolitici, economici e sociali. Nell'attuale contesto geopolitico più che mai instabile ed in cerca di nuovi equilibri, è imperativo che l’Europa, consapevole che gli avvenimenti che toccano gli altri continenti, in un mondo globalizzato, non possano esserle estranei, trovi strumenti che le consentano di esprimere coralmente idee che abbiano un peso concreto nella scena politica internazionale. Se, infatti, a tutt’oggi, l’Unione riveste un ruolo di primo piano nei contesti economici internazionali, dimostrando di essere una delle massime potenze commerciali, economiche e monetarie del mondo, a livello politico il suo peso all'interno dello scacchiere mondiale è di gran lunga più ridimensionato, non avendo una sovranità distinta rispetto a quella degli Stati membri e non potendo, dunque, di conseguenza, farsi portatrice di una posizione comune in materie scottanti attinenti alla stabilità ed alla pace. La creazione di un’ Europa Unita, come soggetto politico capace di destreggiarsi e dire la sua nelle dinamiche geopolitiche planetarie, appare, dunque, una necessità per non essere schiacciati dalle potenze mondiali e dalle conseguenze che la globalizzazione porta con sé. Ma ciò presuppone che gli Stati, le nazioni ed i popoli d’Europa riscoprano una comune identità europea. Da quanto si analizzerà nel testo, si evince che, aspetto caratteristico dello spirito europeo è l’attaccamento alla primazia dell’individuo e della libertà. E' evidente che il continente europeo non rappresenta nel vasto scenario geopolitico mondiale una nazione marginale, ma il centro di una civiltà e di un sistema economico indipendenti, in grado di comunicare un proprio modello politico, economico e culturale che possa rappresentare un punto di equilibrio tra le opposte istanze, nonché attore protagonista nel contesto internazionale. L’Europa nasce dalla sua storia e dalla sua cultura, e nella sua storia e nella sua cultura, deve trovare la sua forza di coesione. Ciò che manca, realmente, è la creazione di una reale coscienza europea, dell’importanza di una “patria” comune in Europa, che non si sostituisca, né elimini le coscienze nazionali, ma che si aggiunga e si colleghi ad esse, divenendo il “catalizzatore” dell’unità organica del continente. L’identità europea, dunque, fatta di differenze e specificità nazionali, regionali, culturali, religiose, ed, in parte anche storiche, rappresenta la condicio sine qua non, della realizzazione di una vera unità in un’Europa, dove le unioni politiche e, soprattutto, economiche, da sole non bastano a superare i particolarismi. Di fronte alle continue spinte omologatrici, la creazione di una identità politica in Europa, altro non è che la riscoperta del passato, della ricchezza storica, politica, culturale, linguistica, religiosa, etnica del vecchio continente; in sostanza, l’unità nel rispetto delle diversità. Alla base della costruzione di una realtà territoriale, geografica e politica che superi confini, barriere ed ostacoli di carattere fisico, politico, economico e sociale appare fondamentale focalizzare l’attenzione sulla integrazione politico-economica, sociale e territoriale, obiettivo difficile, problematico ma indispensabile perché le singole realtà geografiche confluiscano in uno spazio comune. L’Unione Europea ha molti nemici, interni ed esterni, che si oppongono in maniera palese o occulta alla creazione di un soggetto politico che affonda le sue radici nella storia e nella cultura europea e che nella storia e nella cultura trova la sua identità politica. Per il momento l’Unione Europea è un grandissimo esperimento, il tentativo di realizzare una grande impresa dal punto di vista politico, indispensabile per gli stessi Stati europei per non venire schiacciati dalla potenza della globalizzazione. La creazione di un’area integrata paneuropea determinerà lo sviluppo di un progetto sorprendente sia dal punto di vista geografico, estendendosi dall'Atlantico agli Urali, sia in termini politici ed economici, coinvolgendo circa mezzo miliardo di persone. In questa prospettiva, spazio e tempo sono la cornice entro la quale si sviluppa l’intera esperienza di trasformazione del Vecchio Continente in Nuovo.
2007
978-88-7820-284-3
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