I diari di viaggio di alcuni viaggiatori e pellegrini diretti in Terra Santa [e.g. ser Zanobi di Antonio del Lavacchio, originario di Volognano presso Firenze, membro della spedizione guidata dall’ambasciatore Luigi Della Stufa (1453-1535), o «mercato Mediolani et utens stratis» Bernardino Dinoli, partito da Venezia nel 1492] sembrano confermare la circolazione di questo genere di produzione letteraria lungo il sistema viario centro-meridionale e in particolare lungo la «via Latina», il cui tracciato collegava Roma a Capua. Queste fonti civili risultano estremamente interessanti anche per le conoscenze che veicolano. In tal senso, si potrebbero inquadrare alcuni dei tanti «arabismi» attestati in italiano: zucchero, libeccio, scirocco, azzimato, turcimànno («interprete»), fóndaco («edificio o complesso di edifici dove, nel medioevo e nei secoli successivi, i mercanti forestieri per concessione dell’autorità del luogo depositavano le loro merci, esercitavano i loro traffici e spesso anche dimoravano»), limone…; napoletano («ammuina», «muccatùro», «mesàle», «mammalùcco», «taùto/tavùto», «salamëlécchë/salamelìcche», «sarràino/sarracìno», «sciué, sciué»…); in altre lingue e dialetti peninsulari.
Itinerari di viaggio e loro circolazione, in Il Sidicino: Mensile dell’Associazione “Erchemperto” -Teano, anno VIII, n. 8, agosto 2011
CONTE, ROSA
2011-01-01
Abstract
I diari di viaggio di alcuni viaggiatori e pellegrini diretti in Terra Santa [e.g. ser Zanobi di Antonio del Lavacchio, originario di Volognano presso Firenze, membro della spedizione guidata dall’ambasciatore Luigi Della Stufa (1453-1535), o «mercato Mediolani et utens stratis» Bernardino Dinoli, partito da Venezia nel 1492] sembrano confermare la circolazione di questo genere di produzione letteraria lungo il sistema viario centro-meridionale e in particolare lungo la «via Latina», il cui tracciato collegava Roma a Capua. Queste fonti civili risultano estremamente interessanti anche per le conoscenze che veicolano. In tal senso, si potrebbero inquadrare alcuni dei tanti «arabismi» attestati in italiano: zucchero, libeccio, scirocco, azzimato, turcimànno («interprete»), fóndaco («edificio o complesso di edifici dove, nel medioevo e nei secoli successivi, i mercanti forestieri per concessione dell’autorità del luogo depositavano le loro merci, esercitavano i loro traffici e spesso anche dimoravano»), limone…; napoletano («ammuina», «muccatùro», «mesàle», «mammalùcco», «taùto/tavùto», «salamëlécchë/salamelìcche», «sarràino/sarracìno», «sciué, sciué»…); in altre lingue e dialetti peninsulari.File | Dimensione | Formato | |
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