L’adozione presenta molteplici aspetti delicati, sia sotto il profilo culturale e valoriale, sia sul versante specificamente tecnico, clinico e sociale. È una realtà complessa, in cui il valore del biologico, l’eventuale differenza etnica, la costruzione del nuovo legame di attaccamento, le possibilità di recupero di bambini che hanno vissuto esperienze più o meno gravemente sfavorevoli, sono solo alcuni dei temi più significativi. Ciò non significa che tutti i bambini siano destinati ad avere problemi, ma nell’insieme, come gruppo, sono più a rischio, rispetto ai coetanei. In realtà, gli individui hanno modalità e risorse diverse per affrontare l’adozione: alcuni alla fine la vivono in modo resiliente e ne sono scarsamente colpiti, altri percepiscono il fatto di essere stati adottati come stigmatizzante, minaccioso o potenzialmente dannoso. Per tale ragione sembra importante innanzi tutto parlare più di persone che sono state adottate piuttosto che di una persona adottata, spostando l’accento da fattori prettamente disposizionali a variabili più situazionali. Di fronte a tale “vulnerabilità unica” non può esistere un individuo uguale all’altro. Anche se si è convissuto nello stesso istituto, con modalità similari di trattamento e di permanenza, ognuno manifesterà i propri disagi, il proprio attaccamento e la propria gioia di vivere e in modo totalmente singolare. Allo stesso tempo è indubbio che accanto agli aspetti controversi, le ricerche e l’esperienza indicano in modo inequivocabile che un adeguato accompagnamento e sostegno nelle varie fasi del percorso adottivo, sia un fattore determinante nell’incrementare le possibilità di riuscita dell’adozione e, principalmente, per accrescere il benessere psicofisico del minore. Benché l’adozione possa rappresentare un vantaggio per i bambini rendendo stabili le loro vite, migliorando una sana crescita, garantendo un’affettività continuata e sicura essa pone delle sfide ai genitori che possono influire sull’autostima, sull’identità, sulle relazioni e sull’adattamento in generale. Succede frequentemente che, nonostante i molteplici studi, nelle implicazioni educative quotidiane ci si trovi a vivere una sorta di impotenza operativa, perché spesso, anche dopo aver catalogato il disagio, esso non si riduce. Si ritiene, pertanto, fondamentale nei percorsi di ricerca e di formazione porre al centro l’individuo. Comprendere come tutto il network adottivo affronta, nel corso delle transizioni, le questioni istituzionali e personali legate all’adozione è un aspetto centrale che i ricercatori, in primis, i clinici e gli educatori dovrebbero considerare nel loro lavoro, anche attraverso una preparazione specifica sul tema.

La vulnerabilità unica

FERMANI, ALESSANDRA;MUZI, MORENA
2014-01-01

Abstract

L’adozione presenta molteplici aspetti delicati, sia sotto il profilo culturale e valoriale, sia sul versante specificamente tecnico, clinico e sociale. È una realtà complessa, in cui il valore del biologico, l’eventuale differenza etnica, la costruzione del nuovo legame di attaccamento, le possibilità di recupero di bambini che hanno vissuto esperienze più o meno gravemente sfavorevoli, sono solo alcuni dei temi più significativi. Ciò non significa che tutti i bambini siano destinati ad avere problemi, ma nell’insieme, come gruppo, sono più a rischio, rispetto ai coetanei. In realtà, gli individui hanno modalità e risorse diverse per affrontare l’adozione: alcuni alla fine la vivono in modo resiliente e ne sono scarsamente colpiti, altri percepiscono il fatto di essere stati adottati come stigmatizzante, minaccioso o potenzialmente dannoso. Per tale ragione sembra importante innanzi tutto parlare più di persone che sono state adottate piuttosto che di una persona adottata, spostando l’accento da fattori prettamente disposizionali a variabili più situazionali. Di fronte a tale “vulnerabilità unica” non può esistere un individuo uguale all’altro. Anche se si è convissuto nello stesso istituto, con modalità similari di trattamento e di permanenza, ognuno manifesterà i propri disagi, il proprio attaccamento e la propria gioia di vivere e in modo totalmente singolare. Allo stesso tempo è indubbio che accanto agli aspetti controversi, le ricerche e l’esperienza indicano in modo inequivocabile che un adeguato accompagnamento e sostegno nelle varie fasi del percorso adottivo, sia un fattore determinante nell’incrementare le possibilità di riuscita dell’adozione e, principalmente, per accrescere il benessere psicofisico del minore. Benché l’adozione possa rappresentare un vantaggio per i bambini rendendo stabili le loro vite, migliorando una sana crescita, garantendo un’affettività continuata e sicura essa pone delle sfide ai genitori che possono influire sull’autostima, sull’identità, sulle relazioni e sull’adattamento in generale. Succede frequentemente che, nonostante i molteplici studi, nelle implicazioni educative quotidiane ci si trovi a vivere una sorta di impotenza operativa, perché spesso, anche dopo aver catalogato il disagio, esso non si riduce. Si ritiene, pertanto, fondamentale nei percorsi di ricerca e di formazione porre al centro l’individuo. Comprendere come tutto il network adottivo affronta, nel corso delle transizioni, le questioni istituzionali e personali legate all’adozione è un aspetto centrale che i ricercatori, in primis, i clinici e gli educatori dovrebbero considerare nel loro lavoro, anche attraverso una preparazione specifica sul tema.
2014
9788898615384
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11393/195074
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