L’interesse sui temi della storia dell’educazione rimane sempre attivo in qualsiasi contesto storico e culturale, e non può non prendere in analisi le istituzioni che divulgano il sapere attraverso l’analisi dettagliata dei programmi, dei manuali scolastici e delle piattaforme pedagogiche quali strumenti della formazione del nuovo cittadino di una nazione. A cavallo tra il XIX e il XX secolo, gli intellettuali del Risorgimento (Rilindje) Albanese, essendo sotto il dominio ottomano per più di cinque secoli, presentarono nuove idee e nuove prospettive verso una nazione libera. Il lavoro della ricerca pedagogica fino ai giorni d’oggi, l’attività teorica e le pratiche educative-istruttive dei risorgimentisti non sono state valutate complessivamente, e non sono state rivestite da uno spirito filosofico, sociale, artistico e storico oggettivo. Cominciando soltanto dagli anni ’60 del secolo scorso si sono pubblicati degli studi sulla storia dell’istruzione e del pensiero pedagogico albanese di questo periodo. Gli sforzi in quest’ambito saranno considerati come i primi passi della costruzione della storia della pedagogia albanese. Tutte le fasi della storia della pedagogia albanese hanno attraversato tre periodi: il primo periodo include il XVI-simo e il XVII-simo secolo; il secondo periodo comprende principalmente il XVIII-simo secolo, mentre il terzo periodo include la pedagogia del Risorgimento e dell’Indipendenza, e i grandi sforzi fatti a cavallo tra il XIX-simo e il XX-simo secolo per la divulgazione dell’istruzione in lingua albanese e la costruzione di un sistema d’istruzione democratico e unico. Le ragioni per cui ho scelto quest’argomento possono essere così presentati: la prima ragione riguarda al fatto che manca uno studio complessivo sul ruolo di tutte le istituzioni educative albanesi in un’unica opera, come la famiglia, la scuola, le istituzioni religiosi e le associazioni culturali. Invece, per spiegare la seconda ragione userò le parole dell’accademico albanese Stavileci: «Questa volta non è il tema che seleziona il tempo ma il contrario, il tempo che seleziona il tema. La situazione nella quale si trova la questione albanese oggi suggerisce un’analisi particolare: più di carattere politico che storico; più di carattere critico che opportunistico, perché la questione albanese rimane irrisolta e perché gli Albanesi non hanno una strategia nazionale di come raggiungere l’aspirazione europea. A noi serve un consolidamento nazionale per non ripetere gli stessi errori. Servono atteggiamenti comuni per le questioni comuni. Ancora, più improvvisiamo che creiamo mentalmente. Ancora, abbiamo rimuginazione del pensiero e non pensieri nuovi; verbalizzazione più che meditazione; opportunismo più che criticismo. Per la nostra causa sonnecchiamo di giorno, mentre gli altri per la stessa causa passano delle notti bianche». La terza ragioni è concernente la distorsione delle verità storiche pubblicizzate durante il periodo della dittatura, dove gli storici hanno usufruito di un metodo marxista per sfornare i loro dogmi ideologici inverificabili dal punto di vista scientifico. Con qualche eccezione, questo è stato il panorama scientifico della dittatura. Più che ri-scrivere la storia agli studi storiografici albanesi serve la ri-lettura e la re-interpretazione dei fatti, serve un nuovo approccio sull’analisi delle questioni della storia dell’educazione, una scuola libera dai dogmi ideologici, pseudo-patriotici e dall’odio verso le altre nazioni. Fondamentalmente, il lavoro ha due grandi obiettivi: esporre una complessiva descrizione delle istituzioni educative in Albania durante il periodo 1878-1913, quali la famiglia, le scuole religiose, le scuole laiche, e i lavori compiuti dai rinascimentisti nello scaturire una nuova idea di nazionalismo attraverso l’insegnamento. L’ipotesi principale che andremmo a verificare è che a cavallo tra il XIX e il XX secolo, attraverso la pubblicazione della manualistica scolastica è stata formata una nuova coscienza nazionale albanese, e per verificare quest’ipotesi della ricerca ho analizzato il contenuto dei testi letterari e linguistici pubblicati durante il periodo interessato, dal quale sono stati identificati quegli elementi che convergono con gli approcci teorici contemporanei sulla formazione dell’identità personale, collettiva e nazionale. Da questa ricerca storiografica, ossia della nascita delle istituzioni scolastiche in lingua albanese e della costruzione delle piattaforme pedagogiche nazionali, sono emerse tante questioni irrisolte dal punto di vista scientifiche. Anche se sono effettuati moltissimi studi sulla vita intellettuale e personale dei protagonisti del Risorgimento Albanese, mancano studi approfonditi sulla loro formazione accademica per capire meglio le influenze ideologiche e le costruzioni teoriche. Solo in questo modo, attraverso una ricerca impegnatissima sul percorso formativo degli architetti illustri del Risorgimento, possiamo costruire un quadro chiaro e complessivo delle dinamiche della formazione della coscienza nazionale albanese. Un altro aspetto che emerge da questa ricerca è la scarsità degli studi sull’enorme impatto sociale e intellettuale della stampa del XIX e del XX secolo nella costruzione dell’identità nazionale. La diffusione della conoscenza, delle idee, delle opere letterarie in lingua albanese e della nuova cultura nazionale aveva bisogno di nuovi strumenti di pubblicazione. Per questa ragione la Stampa svolgerà un ruolo cruciale nello sviluppo culturale della società albanese. Ricordiamo che attraverso diversi articoli i giornalisti dell’epoca esprimevano apertamente i propri atteggiamenti politici e intellettuali su come doveva essere l’istruzione e le piattaforme pedagogiche nel fragile cammino verso l’indipendenza. Senza dubbio, sarebbe di grande interesse scientifico esaminare le suggestioni analitiche degli articoli sull’approvazione e la pubblicazione di una o di un’altra teoria pedagogica, per riuscire ad analizzare e separare le sfumature degli intellettualismi provocatori da quelli innovatori. Alla fine, cercando di verificare l’ipotesi della costruzione di una coscienza nazionale durante il movimento nazionale del Risorgimento, abbiamo dimostrato che, oltre gli sforzi e i traguardi raggiunti, il processo della costruzione di un’identità comune e di un senso di appartenenza collettivo è stato intrappolato nelle insidiose dinamiche psicologiche di un popolo individualista e con un debole senso di comunità, che si è evidenziata come un serio ostacolo verso l’unità nazionale. Anche se gli albanesi sono stati liberi di istruirsi e di formare uno Stato, l’individuo, nel tentativo di educarsi, ha sempre preferito vie diverse da quelle formali e convenzionali, non realizzando mai il passaggio necessario che Ascenzi propone per la formazione di una coscienza nazionale: partire dal cuore del fanciullo per andare al cuore della nazione, dalla famiglia, che era la patria del cuore, alla nazione.

Le istituzioni educative in Albania dal 1878 al 1913. Il ruolo della manualistica scolastica nella formazione dell’identità nazionale albanese.

HOTI, Esmeralda
2014-01-01

Abstract

L’interesse sui temi della storia dell’educazione rimane sempre attivo in qualsiasi contesto storico e culturale, e non può non prendere in analisi le istituzioni che divulgano il sapere attraverso l’analisi dettagliata dei programmi, dei manuali scolastici e delle piattaforme pedagogiche quali strumenti della formazione del nuovo cittadino di una nazione. A cavallo tra il XIX e il XX secolo, gli intellettuali del Risorgimento (Rilindje) Albanese, essendo sotto il dominio ottomano per più di cinque secoli, presentarono nuove idee e nuove prospettive verso una nazione libera. Il lavoro della ricerca pedagogica fino ai giorni d’oggi, l’attività teorica e le pratiche educative-istruttive dei risorgimentisti non sono state valutate complessivamente, e non sono state rivestite da uno spirito filosofico, sociale, artistico e storico oggettivo. Cominciando soltanto dagli anni ’60 del secolo scorso si sono pubblicati degli studi sulla storia dell’istruzione e del pensiero pedagogico albanese di questo periodo. Gli sforzi in quest’ambito saranno considerati come i primi passi della costruzione della storia della pedagogia albanese. Tutte le fasi della storia della pedagogia albanese hanno attraversato tre periodi: il primo periodo include il XVI-simo e il XVII-simo secolo; il secondo periodo comprende principalmente il XVIII-simo secolo, mentre il terzo periodo include la pedagogia del Risorgimento e dell’Indipendenza, e i grandi sforzi fatti a cavallo tra il XIX-simo e il XX-simo secolo per la divulgazione dell’istruzione in lingua albanese e la costruzione di un sistema d’istruzione democratico e unico. Le ragioni per cui ho scelto quest’argomento possono essere così presentati: la prima ragione riguarda al fatto che manca uno studio complessivo sul ruolo di tutte le istituzioni educative albanesi in un’unica opera, come la famiglia, la scuola, le istituzioni religiosi e le associazioni culturali. Invece, per spiegare la seconda ragione userò le parole dell’accademico albanese Stavileci: «Questa volta non è il tema che seleziona il tempo ma il contrario, il tempo che seleziona il tema. La situazione nella quale si trova la questione albanese oggi suggerisce un’analisi particolare: più di carattere politico che storico; più di carattere critico che opportunistico, perché la questione albanese rimane irrisolta e perché gli Albanesi non hanno una strategia nazionale di come raggiungere l’aspirazione europea. A noi serve un consolidamento nazionale per non ripetere gli stessi errori. Servono atteggiamenti comuni per le questioni comuni. Ancora, più improvvisiamo che creiamo mentalmente. Ancora, abbiamo rimuginazione del pensiero e non pensieri nuovi; verbalizzazione più che meditazione; opportunismo più che criticismo. Per la nostra causa sonnecchiamo di giorno, mentre gli altri per la stessa causa passano delle notti bianche». La terza ragioni è concernente la distorsione delle verità storiche pubblicizzate durante il periodo della dittatura, dove gli storici hanno usufruito di un metodo marxista per sfornare i loro dogmi ideologici inverificabili dal punto di vista scientifico. Con qualche eccezione, questo è stato il panorama scientifico della dittatura. Più che ri-scrivere la storia agli studi storiografici albanesi serve la ri-lettura e la re-interpretazione dei fatti, serve un nuovo approccio sull’analisi delle questioni della storia dell’educazione, una scuola libera dai dogmi ideologici, pseudo-patriotici e dall’odio verso le altre nazioni. Fondamentalmente, il lavoro ha due grandi obiettivi: esporre una complessiva descrizione delle istituzioni educative in Albania durante il periodo 1878-1913, quali la famiglia, le scuole religiose, le scuole laiche, e i lavori compiuti dai rinascimentisti nello scaturire una nuova idea di nazionalismo attraverso l’insegnamento. L’ipotesi principale che andremmo a verificare è che a cavallo tra il XIX e il XX secolo, attraverso la pubblicazione della manualistica scolastica è stata formata una nuova coscienza nazionale albanese, e per verificare quest’ipotesi della ricerca ho analizzato il contenuto dei testi letterari e linguistici pubblicati durante il periodo interessato, dal quale sono stati identificati quegli elementi che convergono con gli approcci teorici contemporanei sulla formazione dell’identità personale, collettiva e nazionale. Da questa ricerca storiografica, ossia della nascita delle istituzioni scolastiche in lingua albanese e della costruzione delle piattaforme pedagogiche nazionali, sono emerse tante questioni irrisolte dal punto di vista scientifiche. Anche se sono effettuati moltissimi studi sulla vita intellettuale e personale dei protagonisti del Risorgimento Albanese, mancano studi approfonditi sulla loro formazione accademica per capire meglio le influenze ideologiche e le costruzioni teoriche. Solo in questo modo, attraverso una ricerca impegnatissima sul percorso formativo degli architetti illustri del Risorgimento, possiamo costruire un quadro chiaro e complessivo delle dinamiche della formazione della coscienza nazionale albanese. Un altro aspetto che emerge da questa ricerca è la scarsità degli studi sull’enorme impatto sociale e intellettuale della stampa del XIX e del XX secolo nella costruzione dell’identità nazionale. La diffusione della conoscenza, delle idee, delle opere letterarie in lingua albanese e della nuova cultura nazionale aveva bisogno di nuovi strumenti di pubblicazione. Per questa ragione la Stampa svolgerà un ruolo cruciale nello sviluppo culturale della società albanese. Ricordiamo che attraverso diversi articoli i giornalisti dell’epoca esprimevano apertamente i propri atteggiamenti politici e intellettuali su come doveva essere l’istruzione e le piattaforme pedagogiche nel fragile cammino verso l’indipendenza. Senza dubbio, sarebbe di grande interesse scientifico esaminare le suggestioni analitiche degli articoli sull’approvazione e la pubblicazione di una o di un’altra teoria pedagogica, per riuscire ad analizzare e separare le sfumature degli intellettualismi provocatori da quelli innovatori. Alla fine, cercando di verificare l’ipotesi della costruzione di una coscienza nazionale durante il movimento nazionale del Risorgimento, abbiamo dimostrato che, oltre gli sforzi e i traguardi raggiunti, il processo della costruzione di un’identità comune e di un senso di appartenenza collettivo è stato intrappolato nelle insidiose dinamiche psicologiche di un popolo individualista e con un debole senso di comunità, che si è evidenziata come un serio ostacolo verso l’unità nazionale. Anche se gli albanesi sono stati liberi di istruirsi e di formare uno Stato, l’individuo, nel tentativo di educarsi, ha sempre preferito vie diverse da quelle formali e convenzionali, non realizzando mai il passaggio necessario che Ascenzi propone per la formazione di una coscienza nazionale: partire dal cuore del fanciullo per andare al cuore della nazione, dalla famiglia, che era la patria del cuore, alla nazione.
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