Dal post-umano che si è parato davanti ai nostri occhi teoretici, siamo risospinti sulla via dell'essere, il cui logos ha mostrato di attraversare l'inorganico, l'organico e l'artificiale: l'uomo lo conosce, lo sa dire, lo sa far-essere, e poichè nell'essere egli è generato e vive, anche le opere e i prodotti della sua creatività, come l'esistenza post-umana, stanno nell'essere e rispetto all'arricchimento/depauperamento ontologico che comportano vanno valutati, a presidio stesso dell'umanità. Certo, l'essere che nel post-umano giunge a manifestazione non è la monolitica presenza che Derrida e Althusser si sono dedicati a decostruire. L'essere che sostanzia il post-umano è, al contrario, un essere vivo, multiforme e metamorfico, quali gli studi di antropologia e psicologia dello sviluppo, di M. Tomasello per esempio, richiedono a base della filogenesi e dell'ontogenesi umane, dove i prodigiosi passaggi di forme di vita che si documentano, dal primate non umano all'homo e da questo all'homo sapiens, dall'individuo sottocorticale al soggetto culturale, resterebbero volatili senza un'adeguata scala d'essere a sostenerli.Riprende vigore così quella linea filosofica Schelling-Nietzsche-Scheler, che si è applicata a contestualizzare ontologicamente la stessa dimensione creativa e d'atto della persona umana, fornendole una scala d'essere e insieme rendendola non più vicolo cieco della vita, ma va d'uscita della vita tutta.
Una scala d'essere per il post-umano. Genealogia fenomenologica
VERDUCCI, Daniela
2013-01-01
Abstract
Dal post-umano che si è parato davanti ai nostri occhi teoretici, siamo risospinti sulla via dell'essere, il cui logos ha mostrato di attraversare l'inorganico, l'organico e l'artificiale: l'uomo lo conosce, lo sa dire, lo sa far-essere, e poichè nell'essere egli è generato e vive, anche le opere e i prodotti della sua creatività, come l'esistenza post-umana, stanno nell'essere e rispetto all'arricchimento/depauperamento ontologico che comportano vanno valutati, a presidio stesso dell'umanità. Certo, l'essere che nel post-umano giunge a manifestazione non è la monolitica presenza che Derrida e Althusser si sono dedicati a decostruire. L'essere che sostanzia il post-umano è, al contrario, un essere vivo, multiforme e metamorfico, quali gli studi di antropologia e psicologia dello sviluppo, di M. Tomasello per esempio, richiedono a base della filogenesi e dell'ontogenesi umane, dove i prodigiosi passaggi di forme di vita che si documentano, dal primate non umano all'homo e da questo all'homo sapiens, dall'individuo sottocorticale al soggetto culturale, resterebbero volatili senza un'adeguata scala d'essere a sostenerli.Riprende vigore così quella linea filosofica Schelling-Nietzsche-Scheler, che si è applicata a contestualizzare ontologicamente la stessa dimensione creativa e d'atto della persona umana, fornendole una scala d'essere e insieme rendendola non più vicolo cieco della vita, ma va d'uscita della vita tutta.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.