Oltre ad essere mediatori per attività in contesti disciplinari, le tecnologie nella didattica possono avere ruolo autonomo rispetto ai diversi percorsi curricolari; esse assumono particolare valenza, nella costruzione di competenze e nel fornire attitudine al metodo scientifico, quando pongono gli studenti in un atteggiamento da ricercatori che continuamente scoprono e verificano la validità di personali intuizioni, secondo una coerenza ricerca-sperimentazione (Alessandri G., Paciaroni M., 2011, 2012). Indichiamo come autonome quelle tecnologie che permettono di sviluppare esperienze che altrimenti non sarebbe possibile svolgere e il cui valore non sta nel presentare, nel miglior modo possibile, la fruizione di mondi fittizi che realizzino il reale attraverso il digitale, ma nel costruire questi mondi Nel settore della didattica, con la multimedialità e l’ipertestualità, è validata la metodologia di lavoro che rende gli studenti autonomi costruttori di propri prodotti; in questo contesto, tuttavia, non si vuole ritornare su queste esperienze. Non vogliamo nemmeno indagare le tipiche modalità di costruzione di conoscenza attraverso il web. Pur ribadendo la rilevanza di questi percorsi, principalmente per l’aspetto esperienziale messo in atto e per la modalità collaborativa che è possibile attuare nella costruzione di prodotti, esistono tuttavia altri significativi approcci all’uso di tecnologie nella didattica. Essi delineano, da un lato, percorsi nella realizzazione di artefatti che facilitino la creazione di metodologie di lavoro in grado di migliorare la significatività del processo di apprendimento, dall’altro una gestione della conoscenza che non sia solamente dichiarativa ma si sviluppi anche con approcci maggiormente procedurali ovvero orientati alla soluzione di problemi. Chiamiamo dunque tecnologie autonome quelle che permettono di sviluppare itinerari che sanno cogliere ed esaltare la significatività di questi due aspetti. Il testo si divide in tre parti fondamentali. Nella prima (capitoli 1-4) si discute sul significato del termine “tecnologie”, in particolare nella formazione, e sulle modalità con le quali esse, attualmente, sono utilizzate. Ci si interroga su assodate definizioni quali nuove tecnologie (sono veramente nuove o sono spesso delle combinazioni di alcune precedenti; i sistemi MOOC possono essere avvicinati alle teorizzazioni di Illich; la realtà aumentata è una nuova realtà virtuale?), web 2.0 (esiste il web 2.0?). Nella seconda (capitoli 5-10) si indaga il significato del concetto di “tecnologie autonome”. Il tema è affrontato attraverso alcune focalizzazioni teoriche, sviluppate nei vari capitoli del testo, che conducono verso una diversa accezione di tecnologie, rispetto a quella attuale. Nella terza (capitoli 11-13) si presentano i campi nei quali le tecnologie autonome possono avere significative modalità di utilizzo. Sono analizzati i rapporti fra tecnologie autonome e narrazione, micromondi, simulazione, attività laboratoriali, competenze. Infine, come esempio, è trattato il tema della robotica in campo educativo
Tecnologie autonome nella didattica. Verso la robotica educativa.
ALESSANDRI, GIUSEPPE
2013-01-01
Abstract
Oltre ad essere mediatori per attività in contesti disciplinari, le tecnologie nella didattica possono avere ruolo autonomo rispetto ai diversi percorsi curricolari; esse assumono particolare valenza, nella costruzione di competenze e nel fornire attitudine al metodo scientifico, quando pongono gli studenti in un atteggiamento da ricercatori che continuamente scoprono e verificano la validità di personali intuizioni, secondo una coerenza ricerca-sperimentazione (Alessandri G., Paciaroni M., 2011, 2012). Indichiamo come autonome quelle tecnologie che permettono di sviluppare esperienze che altrimenti non sarebbe possibile svolgere e il cui valore non sta nel presentare, nel miglior modo possibile, la fruizione di mondi fittizi che realizzino il reale attraverso il digitale, ma nel costruire questi mondi Nel settore della didattica, con la multimedialità e l’ipertestualità, è validata la metodologia di lavoro che rende gli studenti autonomi costruttori di propri prodotti; in questo contesto, tuttavia, non si vuole ritornare su queste esperienze. Non vogliamo nemmeno indagare le tipiche modalità di costruzione di conoscenza attraverso il web. Pur ribadendo la rilevanza di questi percorsi, principalmente per l’aspetto esperienziale messo in atto e per la modalità collaborativa che è possibile attuare nella costruzione di prodotti, esistono tuttavia altri significativi approcci all’uso di tecnologie nella didattica. Essi delineano, da un lato, percorsi nella realizzazione di artefatti che facilitino la creazione di metodologie di lavoro in grado di migliorare la significatività del processo di apprendimento, dall’altro una gestione della conoscenza che non sia solamente dichiarativa ma si sviluppi anche con approcci maggiormente procedurali ovvero orientati alla soluzione di problemi. Chiamiamo dunque tecnologie autonome quelle che permettono di sviluppare itinerari che sanno cogliere ed esaltare la significatività di questi due aspetti. Il testo si divide in tre parti fondamentali. Nella prima (capitoli 1-4) si discute sul significato del termine “tecnologie”, in particolare nella formazione, e sulle modalità con le quali esse, attualmente, sono utilizzate. Ci si interroga su assodate definizioni quali nuove tecnologie (sono veramente nuove o sono spesso delle combinazioni di alcune precedenti; i sistemi MOOC possono essere avvicinati alle teorizzazioni di Illich; la realtà aumentata è una nuova realtà virtuale?), web 2.0 (esiste il web 2.0?). Nella seconda (capitoli 5-10) si indaga il significato del concetto di “tecnologie autonome”. Il tema è affrontato attraverso alcune focalizzazioni teoriche, sviluppate nei vari capitoli del testo, che conducono verso una diversa accezione di tecnologie, rispetto a quella attuale. Nella terza (capitoli 11-13) si presentano i campi nei quali le tecnologie autonome possono avere significative modalità di utilizzo. Sono analizzati i rapporti fra tecnologie autonome e narrazione, micromondi, simulazione, attività laboratoriali, competenze. Infine, come esempio, è trattato il tema della robotica in campo educativoI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.