Il blues e funk sono due fondamentali espressioni della cultura musicale africana-americana, rispettivamente caratterizzati dalla potenza poetica e interpretativa, e dalla fascinazione ipnotica collettiva del ritmo e del groove. Secondo antichissime tradizioni africane, Esu, la divinità ispiratrice dell’arte dell’interpretazione, appariva ai crocevia per infondere il proprio spirito creativo nei musicisti/cantanti, che, partecipando dell’afflato divino, divenivano, nella cultura diasporica africana del nord-america, alla fine del XIX secolo, bluesmen. I valori catartici e affermativi del rituale del Ring Shout, il luogo della perpetuazione dell’identità africana nel Nuovo Mondo, venivano così vivificati, e il blues assumeva l’eredità dei caratteri formali tramandati. Tra questi, il modello retorico call-response, le vocalizzazioni tipiche, l’intonazione della terza neutra, che gli occidentali hanno tentato di incasellare nel costrutto razionale della scala blues e nella gabbia metrico/armonica delle dodici battute. Il funk degli anni Sessanta è la riproposizione più coerente, in chiave tecnologica, del modello collettivo e tribale di espressione della forza poliritmica, segnando una significativa convergenza di valori e pratiche culturali tra le tradizioni orali e la cultura tecnologica elettronica. Entrambi questi fenomeni hanno avuto una ricezione e una indigenizzazione culturale in Europa.
Blues e Funk
CAPORALETTI, VINCENZO
2016-01-01
Abstract
Il blues e funk sono due fondamentali espressioni della cultura musicale africana-americana, rispettivamente caratterizzati dalla potenza poetica e interpretativa, e dalla fascinazione ipnotica collettiva del ritmo e del groove. Secondo antichissime tradizioni africane, Esu, la divinità ispiratrice dell’arte dell’interpretazione, appariva ai crocevia per infondere il proprio spirito creativo nei musicisti/cantanti, che, partecipando dell’afflato divino, divenivano, nella cultura diasporica africana del nord-america, alla fine del XIX secolo, bluesmen. I valori catartici e affermativi del rituale del Ring Shout, il luogo della perpetuazione dell’identità africana nel Nuovo Mondo, venivano così vivificati, e il blues assumeva l’eredità dei caratteri formali tramandati. Tra questi, il modello retorico call-response, le vocalizzazioni tipiche, l’intonazione della terza neutra, che gli occidentali hanno tentato di incasellare nel costrutto razionale della scala blues e nella gabbia metrico/armonica delle dodici battute. Il funk degli anni Sessanta è la riproposizione più coerente, in chiave tecnologica, del modello collettivo e tribale di espressione della forza poliritmica, segnando una significativa convergenza di valori e pratiche culturali tra le tradizioni orali e la cultura tecnologica elettronica. Entrambi questi fenomeni hanno avuto una ricezione e una indigenizzazione culturale in Europa.File | Dimensione | Formato | |
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