La sistematica modificazione dell’unità pulsiva, intrinseca alla modulazione metrica/temporale, assume un valore formale del tutto particolare in musiche non appartenenti alla tradizione d’arte e scritta occidentale, come il jazz e rock. In questi repertori, definiti “audiotattili” dall’autore, sono resi più evidenti i tratti costitutivi di tale modello di alterazione dell’andamento temporale, in quanto la pulsazione si organizza prevalentemente attraverso impulsi a periodicità isocrona, a stretta misurabilità. La modulazione temporale, inoltre, qui si produce in funzione del plesso integrato compositivo/performativo derivante dalla cristallizzazione discografica del processo creativo. L’autore individua e descrive, pertanto, alcuni casi di questo particolare modello di operatività agogica nei brani Moon in June e Teeth del gruppo progressive rock Soft Machine. L’analisi delle modulazioni temporali non si limita, però, al solo livello musicale immanente, bensì inerisce, in funzione ermeneutica, anche alla dimensione stilistica e alle strategie percettive coinvolte. In realtà, la specifica riformulazione della continuità agogica, col cambiamento preordinato e calcolato del valore di durata del tactus, si può ricondurre ad un sovraordinato tratto stilistico nella formatività dei Soft Machine. Si può ritrovare in questo processo l’applicazione alla linearità temporale di una più ampia strategia dello slittamento percettivo e dell’illusione acustica, a sua volta afferente ai canoni dell’estetica psichedelica a cavallo tra i Sessanta e Settanta del secolo scorso. Inoltre, nel caso di Teeth, il modello analitico utilizzato giunge a dare attestazione, sul piano dell’espressione musicale, dei processi costruttivi in cui è metaforicamente incriptato il dato semantico presente nel titolo del brano.

Esempi di modulazione temporale nella musica dei Soft Machine

CAPORALETTI, VINCENZO
2010-01-01

Abstract

La sistematica modificazione dell’unità pulsiva, intrinseca alla modulazione metrica/temporale, assume un valore formale del tutto particolare in musiche non appartenenti alla tradizione d’arte e scritta occidentale, come il jazz e rock. In questi repertori, definiti “audiotattili” dall’autore, sono resi più evidenti i tratti costitutivi di tale modello di alterazione dell’andamento temporale, in quanto la pulsazione si organizza prevalentemente attraverso impulsi a periodicità isocrona, a stretta misurabilità. La modulazione temporale, inoltre, qui si produce in funzione del plesso integrato compositivo/performativo derivante dalla cristallizzazione discografica del processo creativo. L’autore individua e descrive, pertanto, alcuni casi di questo particolare modello di operatività agogica nei brani Moon in June e Teeth del gruppo progressive rock Soft Machine. L’analisi delle modulazioni temporali non si limita, però, al solo livello musicale immanente, bensì inerisce, in funzione ermeneutica, anche alla dimensione stilistica e alle strategie percettive coinvolte. In realtà, la specifica riformulazione della continuità agogica, col cambiamento preordinato e calcolato del valore di durata del tactus, si può ricondurre ad un sovraordinato tratto stilistico nella formatività dei Soft Machine. Si può ritrovare in questo processo l’applicazione alla linearità temporale di una più ampia strategia dello slittamento percettivo e dell’illusione acustica, a sua volta afferente ai canoni dell’estetica psichedelica a cavallo tra i Sessanta e Settanta del secolo scorso. Inoltre, nel caso di Teeth, il modello analitico utilizzato giunge a dare attestazione, sul piano dell’espressione musicale, dei processi costruttivi in cui è metaforicamente incriptato il dato semantico presente nel titolo del brano.
2010
9788883170744
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