In questo lavoro confluiscono prospettive teoretiche e pragmatiche in relazione all'analisi del jazz. L'idea che i repertori e le pratiche riconducibili alle tradizioni del jazz e della cosiddetta popular music siano sistemi sottordinati rispetto alla fenomenologia musicale audiotattile, induce nel primo capitolo, di taglio metodologico, una riflessione volta ad individuare conseguenti modelli di analisi. Si identificano così tematiche epistemologiche riferite alla specifica natura testuale delle musiche audiotattili, come complessi configurati dalle implicazioni estetiche della mediazione tecnologica della registrazione sonora (la codifica neoauratica) e dalla inerenza del principio audiotattile, differenziandosi così sia dalle musiche della tradizione scritta occidentale sia delle culture tradizionali. Si rileva quindi la centralità del documento sonoro come testimone privilegiato del testo musicale e le connesse problematiche dell’acceso alla fonte fonografica. In questo scenario assume specifico valore la trascrizione notazionale, da condurre con criteri filologici e volta a determinare una rappresentazione il più possibile accurata dei brani analizzati. In proposito, sono identificati precisi indirizzi sul piano tecnico, come l’imprescindibilità della trascrizione del sostrato ritmico-percussivo, la corretta decrittazione degli aggregati armonici, o la questione delle illusioni acustiche generate. Si esaminano parimenti probematiche inerenti allo statuto testuale delle versioni alternative del medesimo brano o il rilievo epistemologico di trascrizioni già edite, ma condotte secondo criteri divergenti, proiezioni di una diversa concezione del “fatto musicale”. Come compendio ed implementazione dei criteri descritti, è presentata un’innovativa e originale tecnica di trascrizione notazionale denominata “trascrizione cinematica”, basata sull’utilizzo funzionale della videoscrittura informatica, orientata al recupero e potenziamento in chiave informatica delle indicazioni di metodo di Bartók, Herzog o Estreicher (nel modello trascrittivo di tipo descrittivo, prossimo alla polarità S della G(eneral)/S(pecific) line di Hood). Segue un excursus storico-critico sulle metodologie di analisi invalse nella letteratura jazzistica, dalle origini all’attualità; a seguito di questo florilegio sono presentati alcuni case study come modelli paradigmatici di analisi in cui i criteri enucleati sono applicati a brani di vari autori, ciascuno emblematico sotto il profilo dei parametri sonori sui quali si incentra il lavorio analitico. Quindi, Louis Armstrong per l’organizzazione metrico-temporale, Charlie Parker per i modelli cognitivi nell’atto imrpovvisativo, Umberto Cesari per una particolare tipologia di arrangiamento/esecuzione, Thelonious Monk per la composizione a livello microscalare, Charles Mingus per le modulazioni temporali, Enrico Intra per i rapporti tra musica contemporanea e free music, i Soft Machine per la composizione sulla larga scala, ancora Armstrong per problemi legati alla trascrizione.

Esperienze di analisi del jazz

CAPORALETTI, VINCENZO
2007-01-01

Abstract

In questo lavoro confluiscono prospettive teoretiche e pragmatiche in relazione all'analisi del jazz. L'idea che i repertori e le pratiche riconducibili alle tradizioni del jazz e della cosiddetta popular music siano sistemi sottordinati rispetto alla fenomenologia musicale audiotattile, induce nel primo capitolo, di taglio metodologico, una riflessione volta ad individuare conseguenti modelli di analisi. Si identificano così tematiche epistemologiche riferite alla specifica natura testuale delle musiche audiotattili, come complessi configurati dalle implicazioni estetiche della mediazione tecnologica della registrazione sonora (la codifica neoauratica) e dalla inerenza del principio audiotattile, differenziandosi così sia dalle musiche della tradizione scritta occidentale sia delle culture tradizionali. Si rileva quindi la centralità del documento sonoro come testimone privilegiato del testo musicale e le connesse problematiche dell’acceso alla fonte fonografica. In questo scenario assume specifico valore la trascrizione notazionale, da condurre con criteri filologici e volta a determinare una rappresentazione il più possibile accurata dei brani analizzati. In proposito, sono identificati precisi indirizzi sul piano tecnico, come l’imprescindibilità della trascrizione del sostrato ritmico-percussivo, la corretta decrittazione degli aggregati armonici, o la questione delle illusioni acustiche generate. Si esaminano parimenti probematiche inerenti allo statuto testuale delle versioni alternative del medesimo brano o il rilievo epistemologico di trascrizioni già edite, ma condotte secondo criteri divergenti, proiezioni di una diversa concezione del “fatto musicale”. Come compendio ed implementazione dei criteri descritti, è presentata un’innovativa e originale tecnica di trascrizione notazionale denominata “trascrizione cinematica”, basata sull’utilizzo funzionale della videoscrittura informatica, orientata al recupero e potenziamento in chiave informatica delle indicazioni di metodo di Bartók, Herzog o Estreicher (nel modello trascrittivo di tipo descrittivo, prossimo alla polarità S della G(eneral)/S(pecific) line di Hood). Segue un excursus storico-critico sulle metodologie di analisi invalse nella letteratura jazzistica, dalle origini all’attualità; a seguito di questo florilegio sono presentati alcuni case study come modelli paradigmatici di analisi in cui i criteri enucleati sono applicati a brani di vari autori, ciascuno emblematico sotto il profilo dei parametri sonori sui quali si incentra il lavorio analitico. Quindi, Louis Armstrong per l’organizzazione metrico-temporale, Charlie Parker per i modelli cognitivi nell’atto imrpovvisativo, Umberto Cesari per una particolare tipologia di arrangiamento/esecuzione, Thelonious Monk per la composizione a livello microscalare, Charles Mingus per le modulazioni temporali, Enrico Intra per i rapporti tra musica contemporanea e free music, i Soft Machine per la composizione sulla larga scala, ancora Armstrong per problemi legati alla trascrizione.
2007
9788870965001
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
ESPERIENZE DI ANALISI DEL JAZZ.pdf

solo utenti autorizzati

Tipologia: Documento in post-print (versione successiva alla peer review e accettata per la pubblicazione)
Licenza: DRM non definito
Dimensione 3.38 MB
Formato Adobe PDF
3.38 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11393/144421
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact