La multidimensionalità del processo d'invecchiamento, in particolare nelle società più sviluppate, a riguardo, soprattutto, delle soglie di transizione - modali e soggettive - dall'età adulta all'età involutiva, entro i diversi cicli del corso di vita, è ormai un'acquisizione largamente condivisa dalla ricerca gerontologica internazionale. Sia le scienze sociali, sia molti approcci anche biomedici al processo di senescenza condividono, in tale prospettiva, il ruolo ed il “peso” che il grado d'integrazione sociale e, in particolare, le reti sociali degli anziani hanno nelle traiettorie di salute. Ciò non solo negli stati di isolamento e di solitudine che spesso accelerano - influendo sull'autonomia funzionale, sull'autocura, sull'accesso ai servizi di care, sulla stessa autorappresentazione - il processo di istituzionalizzazione degli anziani. Lo stato delle ricerche, infatti, ha ormai rilevato come la forza e la significatività delle relazioni, anche di tipo simbolico, tra gli anziani e le reti sociali sia, in generale, tra i fattori dell'emergenza di un invecchiamento con successo che, in gruppi d'anziani sempre più significativi, ha uno dei suoi principali indicatori in una “provincia di significato” dell'invecchiamento segnata da un evidente continuità dello stile cognitivo con quello dell'età adulta. Il rapporto tra la popolazione che invecchia e le reti sociali primarie, anche in Italia, si presenta sempre più ambivalente per effetto del mutamento demografico e socio-culturale recente. Da un lato, infatti, in specie verso gli anziani con deficit d'autonomia ed in stato di cronicità, la famiglia e le reti parentali si confermano come la risorsa d'aiuto e di supporto fondamentale. D'altro lato, un altro aspetto centrale delle recenti modificazioni dell'anzianità nelle società più sviluppate è rappresentato dal mutamento strutturale della famiglia e della parentela e delle relazioni fra le generazioni. E' un mutamento in stretta relazione sia con l'evoluzione della struttura demografica della società e le sue principali tendenze (la diminuzione della natalità e della nuzialità; l'aumento della speranza di vita, anche ad età avanzate) sia con le modificazioni dei modelli culturali che orientano i comportamenti e gli atteggiamenti verso gli anziani anche all'interno della famiglia e della parentela. Esso, peraltro, ha un impatto crescente su qualità e quantità del sostegno delle reti familiari e parentali alle generazioni più anziane e vecchie in situazione di fragilità. Anche in prospettiva, dunque, lo sviluppo di reti sociali secondarie (in particolare nelle forme organizzative delle associazioni di promozione sociale e di volontariato degli anziani) si presenta come un fattore in grado, potenzialmente, di integrare/compensare il ruolo delle reti sociali primarie (in primis famiglia e parentela) entro il corso della vita degli anziani. Il nostro progetto ha dunque l'obiettivo generale di verificare come e quanto l'appartenenza alle reti sociali e, in particolare, a quelle secondarie sia un fattore che influenza il corso della vita, le traiettorie di salute ed i percorsi di cura degli anziani. I diversi step che il progetto prevede, in collaborazione con le altre unità di ricerca, sono: 1) la messa a punto di un modello esplicativo longitudinale del ruolo che le diverse dimensioni (biologica, psicologica, sociale, culturale, economica e istituzionale) svolgono nell'ambito del corso della vita; 2) la verifica empirica di tale modello con una survey ed un'indagine qualitativa; 3) la costruzione di un vocabolario condiviso per lo studio della salute dell'anziano secondo la prospettiva interdisciplinare del corso della vita; 4) render conto delle trasformazioni sociali e culturali del legame sociale nelle reti sociali e di come esse influenzino i percorsi di cura e l'evoluzione dell'arco di vita; 5) la definizione di raccomandazioni operative per le politiche sociali.
Corso della vita, processi d'invecchiamento e culture dell' invecchiare: analisi longitudinale dei meccanismi multifattoriali
PORCU, Sebastiano;BERTOLAZZI, ALESSIA;FRANCESCONI, CHIARA
2012-01-01
Abstract
La multidimensionalità del processo d'invecchiamento, in particolare nelle società più sviluppate, a riguardo, soprattutto, delle soglie di transizione - modali e soggettive - dall'età adulta all'età involutiva, entro i diversi cicli del corso di vita, è ormai un'acquisizione largamente condivisa dalla ricerca gerontologica internazionale. Sia le scienze sociali, sia molti approcci anche biomedici al processo di senescenza condividono, in tale prospettiva, il ruolo ed il “peso” che il grado d'integrazione sociale e, in particolare, le reti sociali degli anziani hanno nelle traiettorie di salute. Ciò non solo negli stati di isolamento e di solitudine che spesso accelerano - influendo sull'autonomia funzionale, sull'autocura, sull'accesso ai servizi di care, sulla stessa autorappresentazione - il processo di istituzionalizzazione degli anziani. Lo stato delle ricerche, infatti, ha ormai rilevato come la forza e la significatività delle relazioni, anche di tipo simbolico, tra gli anziani e le reti sociali sia, in generale, tra i fattori dell'emergenza di un invecchiamento con successo che, in gruppi d'anziani sempre più significativi, ha uno dei suoi principali indicatori in una “provincia di significato” dell'invecchiamento segnata da un evidente continuità dello stile cognitivo con quello dell'età adulta. Il rapporto tra la popolazione che invecchia e le reti sociali primarie, anche in Italia, si presenta sempre più ambivalente per effetto del mutamento demografico e socio-culturale recente. Da un lato, infatti, in specie verso gli anziani con deficit d'autonomia ed in stato di cronicità, la famiglia e le reti parentali si confermano come la risorsa d'aiuto e di supporto fondamentale. D'altro lato, un altro aspetto centrale delle recenti modificazioni dell'anzianità nelle società più sviluppate è rappresentato dal mutamento strutturale della famiglia e della parentela e delle relazioni fra le generazioni. E' un mutamento in stretta relazione sia con l'evoluzione della struttura demografica della società e le sue principali tendenze (la diminuzione della natalità e della nuzialità; l'aumento della speranza di vita, anche ad età avanzate) sia con le modificazioni dei modelli culturali che orientano i comportamenti e gli atteggiamenti verso gli anziani anche all'interno della famiglia e della parentela. Esso, peraltro, ha un impatto crescente su qualità e quantità del sostegno delle reti familiari e parentali alle generazioni più anziane e vecchie in situazione di fragilità. Anche in prospettiva, dunque, lo sviluppo di reti sociali secondarie (in particolare nelle forme organizzative delle associazioni di promozione sociale e di volontariato degli anziani) si presenta come un fattore in grado, potenzialmente, di integrare/compensare il ruolo delle reti sociali primarie (in primis famiglia e parentela) entro il corso della vita degli anziani. Il nostro progetto ha dunque l'obiettivo generale di verificare come e quanto l'appartenenza alle reti sociali e, in particolare, a quelle secondarie sia un fattore che influenza il corso della vita, le traiettorie di salute ed i percorsi di cura degli anziani. I diversi step che il progetto prevede, in collaborazione con le altre unità di ricerca, sono: 1) la messa a punto di un modello esplicativo longitudinale del ruolo che le diverse dimensioni (biologica, psicologica, sociale, culturale, economica e istituzionale) svolgono nell'ambito del corso della vita; 2) la verifica empirica di tale modello con una survey ed un'indagine qualitativa; 3) la costruzione di un vocabolario condiviso per lo studio della salute dell'anziano secondo la prospettiva interdisciplinare del corso della vita; 4) render conto delle trasformazioni sociali e culturali del legame sociale nelle reti sociali e di come esse influenzino i percorsi di cura e l'evoluzione dell'arco di vita; 5) la definizione di raccomandazioni operative per le politiche sociali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.