Già affermato studioso di Descartes, tra la fine degli anni ‘70 e gli anni ’80 del secolo scorso Jean-Luc Marion pubblica una serie di studi dedicati al problema della teologia e della metafisica, tra cui i noti testi L’idolo e la distanza e Dio senza essere , oltre ad altri saggi centrati in particolare sulla “morte di Dio”, efficacemente sintetizzati nel testo qui tradotto e pubblicato nel 1985 nella rivista “Laval théologique e philosophique”. Oggi l’opera di Marion è recensita tra gli sviluppi più fecondi della fenomenologia, avendo proposto una sua originale “fenomenologia della donazione” di cui la matura esposizione è rappresentata dall’opera del 1997, Étant donné, difficile espressione resa in italiano con Dato che. È lo stesso autore, nella Prefazione all’edizione italiana, a indicare il legame tra le questioni lasciate aperte da Dio senza essere e la successiva svolta fenomenologica. Se negli anni ’80, scrive, suo intento filosofico era sottrarre la questione di Dio alla metafisica e soprattutto alla “morte di Dio”, per tale scopo gli mancava ancora un metodo filosofico «non metafisico», che trova successivamente nella fenomenologia, di cui ha dibattuto le questioni principali fino a individuare quei fenomeni ormai noti come fenomeni saturi, tra i quali s’annovera anche l’idolo.
Nota del curatore: La saturazione dell'idolo
CANULLO, Carla
2012-01-01
Abstract
Già affermato studioso di Descartes, tra la fine degli anni ‘70 e gli anni ’80 del secolo scorso Jean-Luc Marion pubblica una serie di studi dedicati al problema della teologia e della metafisica, tra cui i noti testi L’idolo e la distanza e Dio senza essere , oltre ad altri saggi centrati in particolare sulla “morte di Dio”, efficacemente sintetizzati nel testo qui tradotto e pubblicato nel 1985 nella rivista “Laval théologique e philosophique”. Oggi l’opera di Marion è recensita tra gli sviluppi più fecondi della fenomenologia, avendo proposto una sua originale “fenomenologia della donazione” di cui la matura esposizione è rappresentata dall’opera del 1997, Étant donné, difficile espressione resa in italiano con Dato che. È lo stesso autore, nella Prefazione all’edizione italiana, a indicare il legame tra le questioni lasciate aperte da Dio senza essere e la successiva svolta fenomenologica. Se negli anni ’80, scrive, suo intento filosofico era sottrarre la questione di Dio alla metafisica e soprattutto alla “morte di Dio”, per tale scopo gli mancava ancora un metodo filosofico «non metafisico», che trova successivamente nella fenomenologia, di cui ha dibattuto le questioni principali fino a individuare quei fenomeni ormai noti come fenomeni saturi, tra i quali s’annovera anche l’idolo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.