La realtà dell’Hotel House di Porto Recanati, un gigantesco immobile verticale di circa cinquecento mini-appartamenti sorto originariamente negli anni Settanta come unità turistico-residenziale per famiglie benestanti ed oggi assurto al ruolo di ghetto urbano, offre interessanti spunti di riflessione circa aspetti rilevanti assunti dai fenomeni migratori non solo nelle Marche, ma in tutto il paese. Cambiamenti nelle abitudini vacanziere dei residenti insieme all’arrivo delle prime migrazioni africane alla fine degli anni Ottanta, hanno trasformato progressivamente il profilo della struttura da turistico-alberghiera ad abitazione per immigrati di varia provenienza e per autoctoni che soffrono un disagio socio-economico. La perdita della destinazione originaria dell’edificio, unita alla sua architettura labirintica e ad una collocazione urbanistica decentrata, ha innescato un processo di marginalizzazione dei suoi abitanti, favorendo altresì l’insorgere di episodi di criminalità. L’Hotel House si presenta attualmente come una struttura profondamente degradata, con un’altissima concentrazione di abitanti, per lo più immigrati stranieri, che non ha accesso ai normali circuiti aggregativi. La nostra ricognizione intende offrire alcuni lineamenti di valutazione attorno al ruolo, anche simbolico, dei luoghi e degli spazi di insediamento nel territorio, affrontando diversi aspetti dell’esclusione e dell’inclusione sociale vissute dagli immigrati. Il saggio discute del percorso dell’identità abitativa e sociale assunta in epoca attuale dal complesso di Porto Recanati, incluse le ripercussioni sociali delle sue caratteristiche sui residenti e sui contesti limitrofi, muovendo dalla valenza interpretativa generale attribuibile all’ipotesi ecologica di una dialettica tra fenomeni sociali e organizzazione/gestione degli spazi fisici. Dopo aver ripercorso le principali caratteristiche socio-demografiche dei residenti intervistati e i rispettivi progetti e percorsi migratori, la ricerca analizza le “buone” e “cattive” prassi integrative attuate a livello locale, toccando le tematiche generali legate al disagio abitativo vissuto dalla popolazione immigrata.

Il senso del luogo. Spazi abitativi e spazi sociali al residence Hotel House di Porto Recanati

ZANIER, Maria Letizia
2011-01-01

Abstract

La realtà dell’Hotel House di Porto Recanati, un gigantesco immobile verticale di circa cinquecento mini-appartamenti sorto originariamente negli anni Settanta come unità turistico-residenziale per famiglie benestanti ed oggi assurto al ruolo di ghetto urbano, offre interessanti spunti di riflessione circa aspetti rilevanti assunti dai fenomeni migratori non solo nelle Marche, ma in tutto il paese. Cambiamenti nelle abitudini vacanziere dei residenti insieme all’arrivo delle prime migrazioni africane alla fine degli anni Ottanta, hanno trasformato progressivamente il profilo della struttura da turistico-alberghiera ad abitazione per immigrati di varia provenienza e per autoctoni che soffrono un disagio socio-economico. La perdita della destinazione originaria dell’edificio, unita alla sua architettura labirintica e ad una collocazione urbanistica decentrata, ha innescato un processo di marginalizzazione dei suoi abitanti, favorendo altresì l’insorgere di episodi di criminalità. L’Hotel House si presenta attualmente come una struttura profondamente degradata, con un’altissima concentrazione di abitanti, per lo più immigrati stranieri, che non ha accesso ai normali circuiti aggregativi. La nostra ricognizione intende offrire alcuni lineamenti di valutazione attorno al ruolo, anche simbolico, dei luoghi e degli spazi di insediamento nel territorio, affrontando diversi aspetti dell’esclusione e dell’inclusione sociale vissute dagli immigrati. Il saggio discute del percorso dell’identità abitativa e sociale assunta in epoca attuale dal complesso di Porto Recanati, incluse le ripercussioni sociali delle sue caratteristiche sui residenti e sui contesti limitrofi, muovendo dalla valenza interpretativa generale attribuibile all’ipotesi ecologica di una dialettica tra fenomeni sociali e organizzazione/gestione degli spazi fisici. Dopo aver ripercorso le principali caratteristiche socio-demografiche dei residenti intervistati e i rispettivi progetti e percorsi migratori, la ricerca analizza le “buone” e “cattive” prassi integrative attuate a livello locale, toccando le tematiche generali legate al disagio abitativo vissuto dalla popolazione immigrata.
2011
9788860562951
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