Nel Mugello Alta Romagna si è compiuta un'indagine sulle famiglie-aziende nei Comuni di Palazzuolo sul Senio e di Casola Valsenio, approfondita per gli aspetti della formazione del reddito su un campione sufficientemente rappresentativo di famiglie e di aziende agricole del Comune di Casola Valsenio (RA). Tale Comune è stato scelto per una complessità di rapporti tra agricoltura, boschi, e settori extragricoli, simile a quella dell'intero scenario. Lo scopo principale del lavoro è stato quello di trovare una interpretazione del comportamento degli imprenditori che, come appare, trovano conveniente effettuare utilizzazioni dei soprassuoli cedui in condizioni che sembrerebbero escludere tale possibilità a motivo di limitazioni fisiche del territorio. L'area assunta per un'analisi paradigmatica del rapporto tra agricoltura, forestazione e famiglia (Comuni di Casola Valsenio e di Palazzuolo sul Senio), senza dubbio possiede le caratteristiche per essere definita come marginale. L'applicazione di alcuni parametri di valutazione della marginalità socio-economica proposti nell'ambito delle ricerche del progetto IPRA (Anania G, Bonetti M., Cannata G., Quaderni metodologici IPRA n. 2) conferma infatti la possibilità di una tale attribuzione. Ciascun parametro individuato e misurato è indice di una posizione subalterna dell'area rispetto a quella provinciale assunta come termine di riferimento. Nel versante romagnolo, favorito anche dalla conformazione fisica del terreno, risulta tuttavia un certo grado di intraprendenza degli agricoltori che introducono colture agrarie innovative quali il kaki, l'actinidia, nuovi vitigni come il pinot, ed attuano zootecnia stabulare di bovini e suini nonchä il continuo adeguamento delle dotazioni di esercizio. Considerando più da vicino i boschi, si nota inoltre come la superficie boscata rispetto alla totale in Palazzuolo sia quasi il 75%, a Casola il 45%, a Firenze il 40% e solo 8% circa a Ravenna. La prevalenza del "governo a ceduo" pone il bosco in un ambito di assoluta "marginalità" tecnica e produttiva: da essi si trae prevalenteamente legna da ardere. Tuttavia, in tale zona si procede al taglio dei soprassuoli con una certa intensità. E' evidente che sussistono condizioni economiche per cui qualcuno trovi conveniente eseguire tagli in zone definibili improduttive o destinate ad essere prevalentemente protettive in ragione dei caratteri fisici del territorio e biologici dei soprassuoli. Pur riconoscendo un certo grado di soggettività nella valutazione fatta dagli agricoltori a proposito della convenienza economica del taglio dei boschi e pió in generale della pratica agricola, risulta evidente che tale valutazione soggettiva è influenzata dai particolari rapporti sinergici che si creano tra lavoratori attivi in diversi settori, ma conviventi all'interno della originaria famiglia agricola. Questa risulta essere la base dell'integrazione economica e delle integrazioni sociali che avvengono nei sistemi locali che si fondano sulla flessibilità di allocazione del lavoro.

Aspetti dell’economia di aziende agro-forestali in aree marginali appenniniche

CORINTO, GIAN LUIGI
1989-01-01

Abstract

Nel Mugello Alta Romagna si è compiuta un'indagine sulle famiglie-aziende nei Comuni di Palazzuolo sul Senio e di Casola Valsenio, approfondita per gli aspetti della formazione del reddito su un campione sufficientemente rappresentativo di famiglie e di aziende agricole del Comune di Casola Valsenio (RA). Tale Comune è stato scelto per una complessità di rapporti tra agricoltura, boschi, e settori extragricoli, simile a quella dell'intero scenario. Lo scopo principale del lavoro è stato quello di trovare una interpretazione del comportamento degli imprenditori che, come appare, trovano conveniente effettuare utilizzazioni dei soprassuoli cedui in condizioni che sembrerebbero escludere tale possibilità a motivo di limitazioni fisiche del territorio. L'area assunta per un'analisi paradigmatica del rapporto tra agricoltura, forestazione e famiglia (Comuni di Casola Valsenio e di Palazzuolo sul Senio), senza dubbio possiede le caratteristiche per essere definita come marginale. L'applicazione di alcuni parametri di valutazione della marginalità socio-economica proposti nell'ambito delle ricerche del progetto IPRA (Anania G, Bonetti M., Cannata G., Quaderni metodologici IPRA n. 2) conferma infatti la possibilità di una tale attribuzione. Ciascun parametro individuato e misurato è indice di una posizione subalterna dell'area rispetto a quella provinciale assunta come termine di riferimento. Nel versante romagnolo, favorito anche dalla conformazione fisica del terreno, risulta tuttavia un certo grado di intraprendenza degli agricoltori che introducono colture agrarie innovative quali il kaki, l'actinidia, nuovi vitigni come il pinot, ed attuano zootecnia stabulare di bovini e suini nonchä il continuo adeguamento delle dotazioni di esercizio. Considerando più da vicino i boschi, si nota inoltre come la superficie boscata rispetto alla totale in Palazzuolo sia quasi il 75%, a Casola il 45%, a Firenze il 40% e solo 8% circa a Ravenna. La prevalenza del "governo a ceduo" pone il bosco in un ambito di assoluta "marginalità" tecnica e produttiva: da essi si trae prevalenteamente legna da ardere. Tuttavia, in tale zona si procede al taglio dei soprassuoli con una certa intensità. E' evidente che sussistono condizioni economiche per cui qualcuno trovi conveniente eseguire tagli in zone definibili improduttive o destinate ad essere prevalentemente protettive in ragione dei caratteri fisici del territorio e biologici dei soprassuoli. Pur riconoscendo un certo grado di soggettività nella valutazione fatta dagli agricoltori a proposito della convenienza economica del taglio dei boschi e pió in generale della pratica agricola, risulta evidente che tale valutazione soggettiva è influenzata dai particolari rapporti sinergici che si creano tra lavoratori attivi in diversi settori, ma conviventi all'interno della originaria famiglia agricola. Questa risulta essere la base dell'integrazione economica e delle integrazioni sociali che avvengono nei sistemi locali che si fondano sulla flessibilità di allocazione del lavoro.
1989
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11393/112013
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