Il pensiero e la testimonianza di Chiara Lubich possono essere ripensati sullo sfondo di un singolare paradosso della cultura odierna: il fatto di nascondere dietro un’ipertrofia inflazionata del lessico dell’amore un deficit di amore nel senso più autentico del termine e un più generale impoverimento dei legami. Il contributo si sviluppa quindi a partire da questa domanda: come mai nella società contemporanea l’amore sta conoscendo una singolare “mutazione genetica”, in cui quello che tradizionalmente – per definizione – si presentava come un “collante” tende invece a diventare un solvente, trasformandosi quindi in un fattore di atomismo sociale, anziché di coesione? Probabilmente, questa sorta di “mutazione genetica” va di pari passo con un declassamento dell’amore: più che riconoscerlo come un fondamentale antropologico, si tende a collocarlo all’esterno, in un’area di opzioni convenzionali e “supererogatorie”, rispetto ad una sorta di “grado zero” dell’umano, neutralizzato e indifferente.
Amare e legarsi: una profezia nella società “solubile”
ALICI, Luigino
2012-01-01
Abstract
Il pensiero e la testimonianza di Chiara Lubich possono essere ripensati sullo sfondo di un singolare paradosso della cultura odierna: il fatto di nascondere dietro un’ipertrofia inflazionata del lessico dell’amore un deficit di amore nel senso più autentico del termine e un più generale impoverimento dei legami. Il contributo si sviluppa quindi a partire da questa domanda: come mai nella società contemporanea l’amore sta conoscendo una singolare “mutazione genetica”, in cui quello che tradizionalmente – per definizione – si presentava come un “collante” tende invece a diventare un solvente, trasformandosi quindi in un fattore di atomismo sociale, anziché di coesione? Probabilmente, questa sorta di “mutazione genetica” va di pari passo con un declassamento dell’amore: più che riconoscerlo come un fondamentale antropologico, si tende a collocarlo all’esterno, in un’area di opzioni convenzionali e “supererogatorie”, rispetto ad una sorta di “grado zero” dell’umano, neutralizzato e indifferente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.