“Io sono la via, la verità, la vita”: l’annuncio che Cristo fa di sé basterebbe a spiegare esaustivamente il senso della riflessione che Michel Henry ha condotto da un certo momento in poi della sua vita. Riflessione sul cristianesimo che, dopo la lettura di Marx e il confronto con la fenomenologia, non è estrinseco alla sua opera ma s’incontra come una sorta di suo esito naturale. Riflessione a tal punto intrinseca che il libro in cui Dominique Janicaud si confrontava polemicamente con Henry (ma anche con Levinas, Ricoeur, Marion e Chrétien), il celebre "Le tournant théologique de la phénoménologie française" (apparso nel 1991), muove "ante litteram" la critica di teologizzazione, precedendo di cinque anni la pubblicazione della trilogia henryenne dedicata al cristianesimo. La lettura critica di Janicaud aveva perciò ben colto il senso della riflessione henryenne, intravedendo la svolta cui avrebbe condotto un certo modo di sentire la fenomenologia. Se, allora, “fenomenologia dell’incarnazione”, “fenomenologia della vita”, “fenomenologia materiale” sono espressioni che in modi diversi dicono adeguatamente lo spirito e il senso dell’opera del filosofo francese, la cerniera tra la fenomenologia e il cristianesimo sono i diversi temi maturati dal filosofo francese nell’ampio corso della sua produzione, a partire da "L’essence de la manifestation" fino a "Phénoménologie matérielle" e "Généalogie de la psychanalyse. Le commencement perdu", dove Henry inizia la sua insistente interrogazione della vita.
La verità della salvezza
CANULLO, Carla
2012-01-01
Abstract
“Io sono la via, la verità, la vita”: l’annuncio che Cristo fa di sé basterebbe a spiegare esaustivamente il senso della riflessione che Michel Henry ha condotto da un certo momento in poi della sua vita. Riflessione sul cristianesimo che, dopo la lettura di Marx e il confronto con la fenomenologia, non è estrinseco alla sua opera ma s’incontra come una sorta di suo esito naturale. Riflessione a tal punto intrinseca che il libro in cui Dominique Janicaud si confrontava polemicamente con Henry (ma anche con Levinas, Ricoeur, Marion e Chrétien), il celebre "Le tournant théologique de la phénoménologie française" (apparso nel 1991), muove "ante litteram" la critica di teologizzazione, precedendo di cinque anni la pubblicazione della trilogia henryenne dedicata al cristianesimo. La lettura critica di Janicaud aveva perciò ben colto il senso della riflessione henryenne, intravedendo la svolta cui avrebbe condotto un certo modo di sentire la fenomenologia. Se, allora, “fenomenologia dell’incarnazione”, “fenomenologia della vita”, “fenomenologia materiale” sono espressioni che in modi diversi dicono adeguatamente lo spirito e il senso dell’opera del filosofo francese, la cerniera tra la fenomenologia e il cristianesimo sono i diversi temi maturati dal filosofo francese nell’ampio corso della sua produzione, a partire da "L’essence de la manifestation" fino a "Phénoménologie matérielle" e "Généalogie de la psychanalyse. Le commencement perdu", dove Henry inizia la sua insistente interrogazione della vita.File | Dimensione | Formato | |
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