Il lavoro prende in esame la documentazione archeologica raccolta sui sepolcri architettonici di età romana nel comprensorio provinciale di Ascoli Piceno e di Fermo. Le testimonianze, inseribili in un arco cronologico compreso tra l’età tardo-repubblicana ed il primo periodo imperiale, confermano come anche in quest’area l’introduzione di monumenti funerari sia da associare alla deduzione e al massimo sviluppo di colonie, quali quelle di Firmum Picenum (Fermo), Falerio Picenus (Falerone), Cupra Maritima (Cupra Marittima), Asculum Picenum (Ascoli Piceno). In tali città, come in altre colonie coeve, si assiste in questo momento ad un’elaborazione di notevoli schemi monumentali e di molteplici tipologie architettoniche dei sepolcri individuali, soprattutto ad opera del locale ceto aristocratico e borghese, che trae ispirazione da noti modelli dell’area urbana per il prestigio derivante dalla loro imitazione. Di questa complessità e pluralità di forme architettoniche funerarie sono rimaste nel territorio ascolano e fermano testimonianze purtroppo scarse e lacunose, per lo più ancora inedite, come ruderi, frammenti epigrafici, architettonici, decorativi e statuari. Tra le tipologie monumentali documentate vi sono: quella “a dado”, rappresentata ad Asculum Picenum da numerosi frammenti di fregio dorico; quella ‘a tamburo’, testimoniata nelle colonie di Asculum, Firmum, Cupra e Falerio da alcuni elementi architettonici, dall’epitaffio di un alto magistrato, da basamenti in opera cementizia; quella ‘ad edicola’, espressa nei territori firmano, cuprense, ascolano da nuclei cementizi, frammenti architettonici e scultorei, come alcune lastre di soffitti a cassettoni e una lastra con tre busti affiancati a rilievo; quella ‘a torre’, documentata da numerosi e imponenti ruderi in opus caementicium, come quelli di Fermo, Falerone e Cupra Marittima. Vengono nello studio altresì inseriti frammenti erratici da Ascoli Piceno, che per luogo di rinvenimento, dati tecnici e soggetti decorativi potrebbero essere riferiti a strutture di natura funeraria di non meglio precisata collocazione tipologica, come blocchi di fregio ionico, leoni scultorei, elementi di cornici. Quanto all’ubicazione dei mausolei, essi appaiono per lo più attestati in località suburbane o extraurbane dei più importanti centri dell’area in esame, dislocati lungo importanti vie di comunicazione, come la strada che collegava Firmum al suo porto Castellum Firmanorum, quella tra Firmum e Falerio o ancora la via consolare Salaria passante per Asculum. I monumenti presi in esame si collocano tutti tra la tarda Repubblica e il primo Impero e la loro costruzione è strettamente connessa allo sviluppo giuridico, economico ed urbanistico delle relative città, rispondendo alle esigenze di rappresentatività della nuova classe dirigente locale e del ceto libertino, legato alle attività imprenditoriali e mercantili.

I monumenti funerari

STORTONI, EMANUELA
2000-01-01

Abstract

Il lavoro prende in esame la documentazione archeologica raccolta sui sepolcri architettonici di età romana nel comprensorio provinciale di Ascoli Piceno e di Fermo. Le testimonianze, inseribili in un arco cronologico compreso tra l’età tardo-repubblicana ed il primo periodo imperiale, confermano come anche in quest’area l’introduzione di monumenti funerari sia da associare alla deduzione e al massimo sviluppo di colonie, quali quelle di Firmum Picenum (Fermo), Falerio Picenus (Falerone), Cupra Maritima (Cupra Marittima), Asculum Picenum (Ascoli Piceno). In tali città, come in altre colonie coeve, si assiste in questo momento ad un’elaborazione di notevoli schemi monumentali e di molteplici tipologie architettoniche dei sepolcri individuali, soprattutto ad opera del locale ceto aristocratico e borghese, che trae ispirazione da noti modelli dell’area urbana per il prestigio derivante dalla loro imitazione. Di questa complessità e pluralità di forme architettoniche funerarie sono rimaste nel territorio ascolano e fermano testimonianze purtroppo scarse e lacunose, per lo più ancora inedite, come ruderi, frammenti epigrafici, architettonici, decorativi e statuari. Tra le tipologie monumentali documentate vi sono: quella “a dado”, rappresentata ad Asculum Picenum da numerosi frammenti di fregio dorico; quella ‘a tamburo’, testimoniata nelle colonie di Asculum, Firmum, Cupra e Falerio da alcuni elementi architettonici, dall’epitaffio di un alto magistrato, da basamenti in opera cementizia; quella ‘ad edicola’, espressa nei territori firmano, cuprense, ascolano da nuclei cementizi, frammenti architettonici e scultorei, come alcune lastre di soffitti a cassettoni e una lastra con tre busti affiancati a rilievo; quella ‘a torre’, documentata da numerosi e imponenti ruderi in opus caementicium, come quelli di Fermo, Falerone e Cupra Marittima. Vengono nello studio altresì inseriti frammenti erratici da Ascoli Piceno, che per luogo di rinvenimento, dati tecnici e soggetti decorativi potrebbero essere riferiti a strutture di natura funeraria di non meglio precisata collocazione tipologica, come blocchi di fregio ionico, leoni scultorei, elementi di cornici. Quanto all’ubicazione dei mausolei, essi appaiono per lo più attestati in località suburbane o extraurbane dei più importanti centri dell’area in esame, dislocati lungo importanti vie di comunicazione, come la strada che collegava Firmum al suo porto Castellum Firmanorum, quella tra Firmum e Falerio o ancora la via consolare Salaria passante per Asculum. I monumenti presi in esame si collocano tutti tra la tarda Repubblica e il primo Impero e la loro costruzione è strettamente connessa allo sviluppo giuridico, economico ed urbanistico delle relative città, rispondendo alle esigenze di rappresentatività della nuova classe dirigente locale e del ceto libertino, legato alle attività imprenditoriali e mercantili.
2000
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