L’intervento si propone di presentare la storia della costituzione di una piccola ma interessante collezione di materiale archeologico, di proprietà del Comune di Treia (MC), rimasta fino ad oggi del tutto inedita, conservata presso i locali dell’Accademia Georgica di Treia. La raccolta annovera in un gusto eclettico materiali di vario genere -oggetti votivi, frammenti di vasellame fittile e metallico, armi e utensili, materiale edilizio frammentario, monili, lucerne- per un numero complessivo di n. 515 pezzi, per lo più frammentari, di provenienza ignota, inquadrabili in un ampio arco cronologico, che va dalla preistoria all’età tardo-tomana. Lo studio mira innanzitutto a dimostrare come il gruppo di materiali, facente parte di un’antica collezione della famiglia nobiliare Teloni di Treia, venga costituito in un periodo antecedente al 1870, probabilmente ad opera di un illustre antenato del casato, monsignor Francesco Ansaldo Teloni (1761-1846), vescovo di Macerata e Tolentino, fine conoscitore delle scienze umanistiche, noto agli ambienti colti dell’Urbe e della corte ponteficia. La ricerca, inoltre, prova come la costituzione di una raccolta archeologica tra gli ultimi decenni del XVIII e gli inizi del XIX sec. ben si addica alla singolare rinascita civile, politica, economica e culturale che Treia vive in questo periodo, grazie proprio all’interessamento dei pontefici Pio VI prima e Pio VII poi; è proprio a questo periodo infatti che risale la fondazione dell’Accademia Georgica, centro di applicazione pratica dei principi di liberismo e di fisiocrazia per il progresso dell’agricoltura e la facilitazione dell’accesso a nuovi mercati, rappresentando la prima istituzione di tal genere in tutto il territorio pontificio. Conformemente alle tendenze delle accademie dell’epoca gli interessi molto vari degli associati promuovono studi storico-archeologici sull’antica grandezza del municipium romano di Trea e scavi nel territorio, come quelli effettuati dal Benigni nel 1791 nell’area archeologica del SS. Crocifisso. La collezione Teloni di Treia, dunque, sembra costituire un buon esempio a livello locale di quella forma di collezionismo privato, frutto di un’accresciuta sensibilità intellettuale nei confronti di tematiche storiche ed archeologiche avvenuta in ambito marchigiano tra il XVIII e il XIX sec. a imitazione di un fenomeno già iniziato tra il ‘400 e il ‘500 presso le più importanti famiglie patrizie italiane ed europee, detentrici del potere politico, per cui il riferimento all’antico è strumento esteriore di autorappresentazione e di giustificazione della propria auctoritas.

Il collezionismo privato come forma di cultura sommersa: l’esempio della raccolta archeologica presso l’Accademia Georgica di Treia (MC)

STORTONI, EMANUELA
2000-01-01

Abstract

L’intervento si propone di presentare la storia della costituzione di una piccola ma interessante collezione di materiale archeologico, di proprietà del Comune di Treia (MC), rimasta fino ad oggi del tutto inedita, conservata presso i locali dell’Accademia Georgica di Treia. La raccolta annovera in un gusto eclettico materiali di vario genere -oggetti votivi, frammenti di vasellame fittile e metallico, armi e utensili, materiale edilizio frammentario, monili, lucerne- per un numero complessivo di n. 515 pezzi, per lo più frammentari, di provenienza ignota, inquadrabili in un ampio arco cronologico, che va dalla preistoria all’età tardo-tomana. Lo studio mira innanzitutto a dimostrare come il gruppo di materiali, facente parte di un’antica collezione della famiglia nobiliare Teloni di Treia, venga costituito in un periodo antecedente al 1870, probabilmente ad opera di un illustre antenato del casato, monsignor Francesco Ansaldo Teloni (1761-1846), vescovo di Macerata e Tolentino, fine conoscitore delle scienze umanistiche, noto agli ambienti colti dell’Urbe e della corte ponteficia. La ricerca, inoltre, prova come la costituzione di una raccolta archeologica tra gli ultimi decenni del XVIII e gli inizi del XIX sec. ben si addica alla singolare rinascita civile, politica, economica e culturale che Treia vive in questo periodo, grazie proprio all’interessamento dei pontefici Pio VI prima e Pio VII poi; è proprio a questo periodo infatti che risale la fondazione dell’Accademia Georgica, centro di applicazione pratica dei principi di liberismo e di fisiocrazia per il progresso dell’agricoltura e la facilitazione dell’accesso a nuovi mercati, rappresentando la prima istituzione di tal genere in tutto il territorio pontificio. Conformemente alle tendenze delle accademie dell’epoca gli interessi molto vari degli associati promuovono studi storico-archeologici sull’antica grandezza del municipium romano di Trea e scavi nel territorio, come quelli effettuati dal Benigni nel 1791 nell’area archeologica del SS. Crocifisso. La collezione Teloni di Treia, dunque, sembra costituire un buon esempio a livello locale di quella forma di collezionismo privato, frutto di un’accresciuta sensibilità intellettuale nei confronti di tematiche storiche ed archeologiche avvenuta in ambito marchigiano tra il XVIII e il XIX sec. a imitazione di un fenomeno già iniziato tra il ‘400 e il ‘500 presso le più importanti famiglie patrizie italiane ed europee, detentrici del potere politico, per cui il riferimento all’antico è strumento esteriore di autorappresentazione e di giustificazione della propria auctoritas.
2000
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