La rivoluzione del web partecipativo rafforza le argomentazioni sulle capacità dei nuovi media di ridestare interesse per la politica. La rete, il computer, il telefonino sono strumenti per loro natura aperti e orizzontali. Antigerarchici. Capaci di rivoluzionare le forme della politica, e dunque la politica stessa. L’attivismo spontaneo e dal basso che anima le comunità che popolano Internet ridisegna il paesaggio politico. Sempre più i meccanismi di socializzazione politica si formano nell’architettura aperta del Web. Maturano forme inedite di partecipazione politica, innovative rispetto ai tradizionali processi della democrazia rappresentativa. L’avvento del web 2.0, in particolare, segna un salto di qualità verso forme ed esperimenti di natura apertamente neodemocratica. Il web permette apertura, condivisione, protagonismo individuale e di gruppo: strumenti efficaci per rispondere alla crisi della politica e dei modelli tradizionali di partito, per creare comunità (nuova funzione integrativa) e trasparenza (nuova funzione di accountability- rendicontazione) attorno ai soggetti della politica (partiti e movimenti). Attraverso la rete, è possibile per i partiti riaggregare e ricondensare un impianto di valori, interessi, passioni capace di generare mobilitazione e partecipazione territoriale. La partecipazione online stimola, incentiva, produce la partecipazione offline. Nel contesto dei blog e del web 2.0, dei media sociali e amichevoli, sono le storie a farla da padrona nel brusio che anima e popola la grande conversazione. Vicende private e personali aggiungono significato allo sfondo della grande Storia pubblica. Sempre più, i mass media diventano my media. Il Web squaderna e mette in scena la dimensione umana, tocca il cuore delle persone. Costruisce legami affettivi. Tutto è tenuto insieme dalle storie, la più grande attrattiva e il più grande legame umano. E le persone vogliono raccontare le proprie. La differenza che passa tra ottenere attenzione con l’informazione e il creare attenzione con le storie, è la distanza che separa ciò che è statico e razionale da ciò che è emotivo, intimo, passionale. Le storie sono il collante e, sempre più, il linguaggio della nostra era. Una narrazione capace di rimotivare all’impegno individuale e collettivo, di riconoscere valori, di ricostruire identità; capace di creare meccanismi di aggregazione e di promuovere identificazione e appartenenza. Nel crinale della postmodernità, nel passaggio dalla società di massa alla società degli individui segnato dalla crisi dei mediatori sociali, la dimensione emotiva sostanzia il rapporto tra cittadini e politica, fornisce senso e significato, spinge la mobilitazione. La componente di emotività agisce in sinergia con quella cognitiva (informazioni, conoscenze pregresse) per determinare le scelte politiche. Emozioni e ragionamenti basati sulle informazioni costituiscono- congiuntamente, e non in alternativa gli uni alle altre- gli elementi del comportamento politico ed elettorale. Per la parte di elettorato che coincide con la fascia di popolazione meno interessata alla politica, le emozioni sono il criterio di giudizio prevalente; per coloro che sono maggiormente attrezzati dal punto di vista cognitivo e della socializzazione politica, le emozioni sono decisive, ma in concomitanza con altri criteri. Le piattaforme web 2.0 danno luogo ad una socializzazione cognitiva ed emotiva. In tal senso esse sono un medium politico, e possiedono un alto potenziale di aggregazione e mobilitazione. Internet è sempre più decisivo per la costruzione del consenso.

MEDIA SOCIALI E DIMENSIONE EMOTIVA DELLA POLITICA

VERDUCCI, FRANCESCO
2010-01-01

Abstract

La rivoluzione del web partecipativo rafforza le argomentazioni sulle capacità dei nuovi media di ridestare interesse per la politica. La rete, il computer, il telefonino sono strumenti per loro natura aperti e orizzontali. Antigerarchici. Capaci di rivoluzionare le forme della politica, e dunque la politica stessa. L’attivismo spontaneo e dal basso che anima le comunità che popolano Internet ridisegna il paesaggio politico. Sempre più i meccanismi di socializzazione politica si formano nell’architettura aperta del Web. Maturano forme inedite di partecipazione politica, innovative rispetto ai tradizionali processi della democrazia rappresentativa. L’avvento del web 2.0, in particolare, segna un salto di qualità verso forme ed esperimenti di natura apertamente neodemocratica. Il web permette apertura, condivisione, protagonismo individuale e di gruppo: strumenti efficaci per rispondere alla crisi della politica e dei modelli tradizionali di partito, per creare comunità (nuova funzione integrativa) e trasparenza (nuova funzione di accountability- rendicontazione) attorno ai soggetti della politica (partiti e movimenti). Attraverso la rete, è possibile per i partiti riaggregare e ricondensare un impianto di valori, interessi, passioni capace di generare mobilitazione e partecipazione territoriale. La partecipazione online stimola, incentiva, produce la partecipazione offline. Nel contesto dei blog e del web 2.0, dei media sociali e amichevoli, sono le storie a farla da padrona nel brusio che anima e popola la grande conversazione. Vicende private e personali aggiungono significato allo sfondo della grande Storia pubblica. Sempre più, i mass media diventano my media. Il Web squaderna e mette in scena la dimensione umana, tocca il cuore delle persone. Costruisce legami affettivi. Tutto è tenuto insieme dalle storie, la più grande attrattiva e il più grande legame umano. E le persone vogliono raccontare le proprie. La differenza che passa tra ottenere attenzione con l’informazione e il creare attenzione con le storie, è la distanza che separa ciò che è statico e razionale da ciò che è emotivo, intimo, passionale. Le storie sono il collante e, sempre più, il linguaggio della nostra era. Una narrazione capace di rimotivare all’impegno individuale e collettivo, di riconoscere valori, di ricostruire identità; capace di creare meccanismi di aggregazione e di promuovere identificazione e appartenenza. Nel crinale della postmodernità, nel passaggio dalla società di massa alla società degli individui segnato dalla crisi dei mediatori sociali, la dimensione emotiva sostanzia il rapporto tra cittadini e politica, fornisce senso e significato, spinge la mobilitazione. La componente di emotività agisce in sinergia con quella cognitiva (informazioni, conoscenze pregresse) per determinare le scelte politiche. Emozioni e ragionamenti basati sulle informazioni costituiscono- congiuntamente, e non in alternativa gli uni alle altre- gli elementi del comportamento politico ed elettorale. Per la parte di elettorato che coincide con la fascia di popolazione meno interessata alla politica, le emozioni sono il criterio di giudizio prevalente; per coloro che sono maggiormente attrezzati dal punto di vista cognitivo e della socializzazione politica, le emozioni sono decisive, ma in concomitanza con altri criteri. Le piattaforme web 2.0 danno luogo ad una socializzazione cognitiva ed emotiva. In tal senso esse sono un medium politico, e possiedono un alto potenziale di aggregazione e mobilitazione. Internet è sempre più decisivo per la costruzione del consenso.
2010
Nazionale
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11393/90003
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact