Il contributo riguarda l’attività di ricerca svolta dalla missione dell’Università di Macerata, in collaborazione con la Scuola Archeologica Italiana di Atene, a Gortina di Creta a partire dal 2002, concentratasi in particolare nello studio dei materiali provenienti dagli scavi Di Vita tra il 1983 e il 1991 nell’area del quartiere delle ”Case bizantine”, ad Ovest del Pretorio, e nella ripresa di una nuova indagine di scavo che ha interessato un edificio monumentale, dislocato a Sud del quartiere stesso. I dati desumibili dall’analisi dei materiali provenienti dalle Case Bizantine risultano relativi a contesti archeologici datati tra il V e l’VIII sec. d.C. ed attribuibili per lo più ad un range cronologico più circoscritto tra il VI e la metà del VII secolo. Questo risulta infatti il periodo caratterizzato da una maggiore vitalità economica per il quartiere, in stretta connessione con le vicende storiche che ne vedono la nascita tra la metà del V e l’inizio del VI, un primo danneggiamento a seguito del sisma del 620 ed una ulteriore distruzione per il rovinoso terremoto di fine VII, dopo la quale solo una sporadica sopravvivenza nell’area è attestata dalla presenza di un forno per ceramica bizantina sovradipinta, nel momento in cui anche le presenze ceramiche tendono a diminuire scomparendo quasi totalmente alla fine dell’VIII secolo. Si è dato inoltre avvio alle indagini del c.d. Edificio Sud, con due campagne di scavo negli anni 2007 e 2008, con l’obiettivo sia di definirne la caratteristiche planimetriche ed architettoniche, sia di indagare le sue relazioni con il contesto urbanistico, sia di individuare le vicende storiche dall’epoca della sua costruzione fino alle ultime fasi di vita, distruzione, sopravvivenza e abbandono. L’Edificio, affacciato con un prospetto a grandi blocchi sulla Strada Ovest, poteva già qualificarsi a destinazione pubblica sia per la particolare planimetria, articolata in una serie di vasti ambienti che si dispongono assialmente intorno ad una grande aula centrale, sia per la sua posizione topografica lungo una delle maggiori arterie della città. Lo scavo focalizzatosi nel grande ambiente centrale denominato Vano 53 ha riportato in luce i muri perimetrali in conci di pietra calcarea e un bel pavimento a lastre rettangolari di calcarenite, ampiamente conservato. I pochi materiali restituiti da un sondaggio in profondità eseguito nel cavo di fondazione di uno dei muri perimetrali ha dato come termine post quem gli ultimi decenni del IV sec. d. C., in sintonia con le caratteristiche tecniche di buona qualità delle murature e pure con i risultati dell’esame al C14 di campioni di travi carbonizzate utilizzate per la copertura e recuperate in corso di scavo all’interno di un vistoso strato d’incendio, ove le travi lignee erano associate a terra argillosa rossastra derivata dal disfacimento del materiale di coibentazione del tetto, a qualche centinaio di chiodo in ferro da carpenteria, e numerosissimi coppi e tegole relativi alla copertura dell’ambiente stesso. Di grande interesse i materiali provenienti dagli strati di distruzione finale dell’Edificio (fine VII sec.), cui seguono una serie di crolli più o meno rimaneggiati dovuti al degrado e parziale disfacimento dei muri perimetrali, per la presenza di molti elementi di reimpiego edilizio (piccolo capitello d’anta di tipo corinzio italico di II-I sec. a.C. in arenaria con pilastrino d’anta scanalato, ad esso relativo; una cornice a dentelli in calcarenite locale di I-II sec. d.C.; un piede di trapezoforo in marmo decorato a rilievo con teste di ariete), cui vanno ad aggiungersi elementi architettonici pertinenti allo stesso Edificio (come pilastri frammentari di finestre di grandi dimensioni e pilastrini con semicolonne addossate, forse elementi divisori di aperture di dimensioni minori). Pur avendo perso già da tempo la sua funzione pubblica l’ Edificio viene interessato da una nuova fase di vita e disarticolato in più unità abitative di uno/due vani l’una, come documentano le tamponature di alcune porte tutt’intorno al vano centrale. Da ultimo a testimoniare il suo abbandono finale sono gli strati più tardi che la sequenza stratigrafica e i materiali rinvenuti (ceramica invetriata di Saraçhane e Glazed Ware) assegnano al pieno VIII sec. e oltre. I risultati delle due campagne di scavo evidenziano l’importanza dell’Edificio Sud, costruito in età tardo-romana in un’area a destinazione pubblica e vissuto poi per secoli in età bizantina, quando il nuovo quartiere delle Case bizantine andrà ad integrarsi con la sua realtà monumentale.

Ricerche archeologiche a Gortina di Creta, in M. Dalla Riva, H. Di Giuseppe (eds), Meetings between cultures in the ancient Mediterranean. Proceedings of the 17th International Congress of Classical Archaeology, Rome 22-26 Sept. 2008

FABRINI, Giovanna Maria
2010-01-01

Abstract

Il contributo riguarda l’attività di ricerca svolta dalla missione dell’Università di Macerata, in collaborazione con la Scuola Archeologica Italiana di Atene, a Gortina di Creta a partire dal 2002, concentratasi in particolare nello studio dei materiali provenienti dagli scavi Di Vita tra il 1983 e il 1991 nell’area del quartiere delle ”Case bizantine”, ad Ovest del Pretorio, e nella ripresa di una nuova indagine di scavo che ha interessato un edificio monumentale, dislocato a Sud del quartiere stesso. I dati desumibili dall’analisi dei materiali provenienti dalle Case Bizantine risultano relativi a contesti archeologici datati tra il V e l’VIII sec. d.C. ed attribuibili per lo più ad un range cronologico più circoscritto tra il VI e la metà del VII secolo. Questo risulta infatti il periodo caratterizzato da una maggiore vitalità economica per il quartiere, in stretta connessione con le vicende storiche che ne vedono la nascita tra la metà del V e l’inizio del VI, un primo danneggiamento a seguito del sisma del 620 ed una ulteriore distruzione per il rovinoso terremoto di fine VII, dopo la quale solo una sporadica sopravvivenza nell’area è attestata dalla presenza di un forno per ceramica bizantina sovradipinta, nel momento in cui anche le presenze ceramiche tendono a diminuire scomparendo quasi totalmente alla fine dell’VIII secolo. Si è dato inoltre avvio alle indagini del c.d. Edificio Sud, con due campagne di scavo negli anni 2007 e 2008, con l’obiettivo sia di definirne la caratteristiche planimetriche ed architettoniche, sia di indagare le sue relazioni con il contesto urbanistico, sia di individuare le vicende storiche dall’epoca della sua costruzione fino alle ultime fasi di vita, distruzione, sopravvivenza e abbandono. L’Edificio, affacciato con un prospetto a grandi blocchi sulla Strada Ovest, poteva già qualificarsi a destinazione pubblica sia per la particolare planimetria, articolata in una serie di vasti ambienti che si dispongono assialmente intorno ad una grande aula centrale, sia per la sua posizione topografica lungo una delle maggiori arterie della città. Lo scavo focalizzatosi nel grande ambiente centrale denominato Vano 53 ha riportato in luce i muri perimetrali in conci di pietra calcarea e un bel pavimento a lastre rettangolari di calcarenite, ampiamente conservato. I pochi materiali restituiti da un sondaggio in profondità eseguito nel cavo di fondazione di uno dei muri perimetrali ha dato come termine post quem gli ultimi decenni del IV sec. d. C., in sintonia con le caratteristiche tecniche di buona qualità delle murature e pure con i risultati dell’esame al C14 di campioni di travi carbonizzate utilizzate per la copertura e recuperate in corso di scavo all’interno di un vistoso strato d’incendio, ove le travi lignee erano associate a terra argillosa rossastra derivata dal disfacimento del materiale di coibentazione del tetto, a qualche centinaio di chiodo in ferro da carpenteria, e numerosissimi coppi e tegole relativi alla copertura dell’ambiente stesso. Di grande interesse i materiali provenienti dagli strati di distruzione finale dell’Edificio (fine VII sec.), cui seguono una serie di crolli più o meno rimaneggiati dovuti al degrado e parziale disfacimento dei muri perimetrali, per la presenza di molti elementi di reimpiego edilizio (piccolo capitello d’anta di tipo corinzio italico di II-I sec. a.C. in arenaria con pilastrino d’anta scanalato, ad esso relativo; una cornice a dentelli in calcarenite locale di I-II sec. d.C.; un piede di trapezoforo in marmo decorato a rilievo con teste di ariete), cui vanno ad aggiungersi elementi architettonici pertinenti allo stesso Edificio (come pilastri frammentari di finestre di grandi dimensioni e pilastrini con semicolonne addossate, forse elementi divisori di aperture di dimensioni minori). Pur avendo perso già da tempo la sua funzione pubblica l’ Edificio viene interessato da una nuova fase di vita e disarticolato in più unità abitative di uno/due vani l’una, come documentano le tamponature di alcune porte tutt’intorno al vano centrale. Da ultimo a testimoniare il suo abbandono finale sono gli strati più tardi che la sequenza stratigrafica e i materiali rinvenuti (ceramica invetriata di Saraçhane e Glazed Ware) assegnano al pieno VIII sec. e oltre. I risultati delle due campagne di scavo evidenziano l’importanza dell’Edificio Sud, costruito in età tardo-romana in un’area a destinazione pubblica e vissuto poi per secoli in età bizantina, quando il nuovo quartiere delle Case bizantine andrà ad integrarsi con la sua realtà monumentale.
2010
Internazionale
http://151.12.58.75/archeologia/bao_document/poster/2_FABRINI.pdf
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
2_FABRINI, 2.pdf

accesso aperto

Tipologia: Documento in post-print (versione successiva alla peer review e accettata per la pubblicazione)
Licenza: DRM non definito
Dimensione 7.35 MB
Formato Adobe PDF
7.35 MB Adobe PDF Visualizza/Apri
2_FABRINI, 1.pdf

accesso aperto

Tipologia: Documento in post-print (versione successiva alla peer review e accettata per la pubblicazione)
Licenza: DRM non definito
Dimensione 5.1 MB
Formato Adobe PDF
5.1 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11393/73012
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact