Nell’inquieto passaggio secolare tra Cinque e Seicento la Congregazione dell’Indice dei libri proibiti promosse un’indagine volta ad accertare il grado di applicazione nelle biblioteche claustrali italiane dell'Index librorum prohibitorum, emesso da papa Clemente VIII il 27 marzo 1596. Dopo lunghe e complesse procedure e ripetute proroghe, nel 1603 si giunse alla consegna presso gli uffici della Congregazione romana degli inventari delle biblioteche di conventi e monasteri di un folto numero di Ordini religiosi. Conservati per secoli nell’archivio della Congregazione, al momento della sua soppressione, nel 1917, i manoscritti furono versati nei fondi della Biblioteca Vaticana e andarono ad occupare i numeri 11266-11326 della serie dei codici Vaticani Latini. Gli studi effettuati negli ultimi decenni hanno mostrato che, pur con i limiti e le cautele d’obbligo, il corpus documentario costituisce una miniera d'informazioni ad ampio spettro per la storia e la tradizione culturale delle famiglie religiose, per la conoscenza dell’organizzazione delle biblioteche claustrali italiane, per la circolazione dei testi e delle idee che essi veicolavano, per la fortuna editoriale delle opere, per l’attività e l’economia delle aziende editoriali e tipografiche. Dopo una sintesi dello scenario in cui si innesta l’«inchiesta» della Congregazione, l’attenzione del contributo è rivolta alla risposta del Terzo Ordine della Regolare Osservanza di San Francesco, ai tempi e ai modi della redazione degli inventari, consegnati il 22 giugno 1600 dal Procuratore generale dell’Ordine, Francesco da Massa Martana. Si esamina, in particolare, il cod. Vat. Lat. 11297, che nei ff. 91r-94v contiene le liste librarie dei conventi della provincia della Marca Anconitana. Pubblicazione degli elenchi dei libri, identificazione delle edizioni e riconoscimento degli esemplari oggi conservati nella biblioteca comunale di San Ginesio.

Libri e censura. L’applicazione dell’Indice clementino nelle biblioteche del TOR della Marca Anconitana (dal cod. Vat. lat. 11279)

BORRACCINI, Rosa Marisa
2012-01-01

Abstract

Nell’inquieto passaggio secolare tra Cinque e Seicento la Congregazione dell’Indice dei libri proibiti promosse un’indagine volta ad accertare il grado di applicazione nelle biblioteche claustrali italiane dell'Index librorum prohibitorum, emesso da papa Clemente VIII il 27 marzo 1596. Dopo lunghe e complesse procedure e ripetute proroghe, nel 1603 si giunse alla consegna presso gli uffici della Congregazione romana degli inventari delle biblioteche di conventi e monasteri di un folto numero di Ordini religiosi. Conservati per secoli nell’archivio della Congregazione, al momento della sua soppressione, nel 1917, i manoscritti furono versati nei fondi della Biblioteca Vaticana e andarono ad occupare i numeri 11266-11326 della serie dei codici Vaticani Latini. Gli studi effettuati negli ultimi decenni hanno mostrato che, pur con i limiti e le cautele d’obbligo, il corpus documentario costituisce una miniera d'informazioni ad ampio spettro per la storia e la tradizione culturale delle famiglie religiose, per la conoscenza dell’organizzazione delle biblioteche claustrali italiane, per la circolazione dei testi e delle idee che essi veicolavano, per la fortuna editoriale delle opere, per l’attività e l’economia delle aziende editoriali e tipografiche. Dopo una sintesi dello scenario in cui si innesta l’«inchiesta» della Congregazione, l’attenzione del contributo è rivolta alla risposta del Terzo Ordine della Regolare Osservanza di San Francesco, ai tempi e ai modi della redazione degli inventari, consegnati il 22 giugno 1600 dal Procuratore generale dell’Ordine, Francesco da Massa Martana. Si esamina, in particolare, il cod. Vat. Lat. 11297, che nei ff. 91r-94v contiene le liste librarie dei conventi della provincia della Marca Anconitana. Pubblicazione degli elenchi dei libri, identificazione delle edizioni e riconoscimento degli esemplari oggi conservati nella biblioteca comunale di San Ginesio.
2012
8814172412
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