Nell’ambito dei temi distribuiti fra le varie Unità per realizzare una riflessione critica organica su alcuni dei principali fattori che hanno caratterizzato il fenomeno della mobilità in Italia nel periodo preso in esame, l’Unità di Macerata intende approfondire l’aspetto delle “testimonianze disperse”, cioè il recupero di testimonianze dirette e indirette della produzione libraria “minore” che, per ragioni riconducibili per lo più alle circostanze fortuite della pubblicazione e alle modeste caratteristiche formali, non ha meritato nel tempo la cura e la tutela riservate ai libri “rari e di pregio”. Ci si riferisce in particolare alle pubblicazioni d’occasione, di interesse locale e di consumo (libri scolastici, religiosi, devozionali, di intrattenimento colto o popolare, “ephemera”, materiali di natura burocratica), prodotte in grande quantità dai tipografi su richiesta delle istituzioni cittadine, laiche ed ecclesiastiche, e dai privati. Esse hanno costituito una voce importante nell’economia delle officine tipografiche di antico regime e hanno procurato i guadagni necessari alla loro sussistenza e crescita. La natura effimera dei testi e dei manufatti ne ha determinato il disinteresse e la perdita. E’ un dato storiografico acquisito che l’alta mortalità degli esemplari di tali tipologie librarie costituisca un forte ostacolo alla ricostruzione della effettiva produttività delle imprese e i censimenti in atto rivelano casi macroscopici di periodi di rarefazione o di vuoti produttivi non altrimenti giustificabili se non con la perdita totale o la dispersione degli esemplari in fondi archivistici e librari non ancora esplorati. Una conoscenza più ampia – anche solo parziale o indiretta – dei libri “perduti” consentirebbe di misurare con minore approssimazione l’impatto economico e sociale dei mestieri del libro e di valutare meglio la dimensione culturale della diffusione e penetrazione delle ‘forme’ diverse di testi e di libri nei differenti circuiti e strati sociali. In assenza di una ricerca sistematica in tal senso, l’Unità di Macerata si prefigge di condurre studi mirati in via prioritaria al recupero della produzione ‘minore’ dei tipografi itineranti nell’Italia centrale tra Abruzzo, Lazio, Marche, Umbria ed Emilia Romagna. A tal fine saranno condotti studi sui repertori bio-bibliografici storici, generali e speciali, e sulle fonti archivistiche, con l’attenzione rivolta soprattutto al corpus dei Codici Vaticani latini 11266-11326, che contengono gli inventari dei libri delle biblioteche religiose italiane redatti per ordine della Congregazione dei libri proibiti negli anni 1597-1603. I pochi sondaggi finora effettuati hanno dato risultati apprezzabili in termini di integrazione delle attuali conoscenze sulla produzione editoriale del ‘400 e del ‘500 e la banca dati allestita nell’ambito del Progetto RICI (Ricerca sull’Inchiesta della Congregazione dell’Indice) – PRIN 2003, 2006 – sarà lo strumento elettronico di intermediazione a disposizione per il recupero delle informazioni anche a vantaggio del progetto comune.

Mobilità nei mestieri del libro tra Quattrocento e Seicento: testimonianze disperse

BORRACCINI, Rosa Marisa;BORRI, Giammario
2010-01-01

Abstract

Nell’ambito dei temi distribuiti fra le varie Unità per realizzare una riflessione critica organica su alcuni dei principali fattori che hanno caratterizzato il fenomeno della mobilità in Italia nel periodo preso in esame, l’Unità di Macerata intende approfondire l’aspetto delle “testimonianze disperse”, cioè il recupero di testimonianze dirette e indirette della produzione libraria “minore” che, per ragioni riconducibili per lo più alle circostanze fortuite della pubblicazione e alle modeste caratteristiche formali, non ha meritato nel tempo la cura e la tutela riservate ai libri “rari e di pregio”. Ci si riferisce in particolare alle pubblicazioni d’occasione, di interesse locale e di consumo (libri scolastici, religiosi, devozionali, di intrattenimento colto o popolare, “ephemera”, materiali di natura burocratica), prodotte in grande quantità dai tipografi su richiesta delle istituzioni cittadine, laiche ed ecclesiastiche, e dai privati. Esse hanno costituito una voce importante nell’economia delle officine tipografiche di antico regime e hanno procurato i guadagni necessari alla loro sussistenza e crescita. La natura effimera dei testi e dei manufatti ne ha determinato il disinteresse e la perdita. E’ un dato storiografico acquisito che l’alta mortalità degli esemplari di tali tipologie librarie costituisca un forte ostacolo alla ricostruzione della effettiva produttività delle imprese e i censimenti in atto rivelano casi macroscopici di periodi di rarefazione o di vuoti produttivi non altrimenti giustificabili se non con la perdita totale o la dispersione degli esemplari in fondi archivistici e librari non ancora esplorati. Una conoscenza più ampia – anche solo parziale o indiretta – dei libri “perduti” consentirebbe di misurare con minore approssimazione l’impatto economico e sociale dei mestieri del libro e di valutare meglio la dimensione culturale della diffusione e penetrazione delle ‘forme’ diverse di testi e di libri nei differenti circuiti e strati sociali. In assenza di una ricerca sistematica in tal senso, l’Unità di Macerata si prefigge di condurre studi mirati in via prioritaria al recupero della produzione ‘minore’ dei tipografi itineranti nell’Italia centrale tra Abruzzo, Lazio, Marche, Umbria ed Emilia Romagna. A tal fine saranno condotti studi sui repertori bio-bibliografici storici, generali e speciali, e sulle fonti archivistiche, con l’attenzione rivolta soprattutto al corpus dei Codici Vaticani latini 11266-11326, che contengono gli inventari dei libri delle biblioteche religiose italiane redatti per ordine della Congregazione dei libri proibiti negli anni 1597-1603. I pochi sondaggi finora effettuati hanno dato risultati apprezzabili in termini di integrazione delle attuali conoscenze sulla produzione editoriale del ‘400 e del ‘500 e la banca dati allestita nell’ambito del Progetto RICI (Ricerca sull’Inchiesta della Congregazione dell’Indice) – PRIN 2003, 2006 – sarà lo strumento elettronico di intermediazione a disposizione per il recupero delle informazioni anche a vantaggio del progetto comune.
2010
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