Il rapporto tra norme e prassi e, in particolare, le modalità di integrazione di queste ultime nell’ambito dei sistemi giuridici possono essere efficacemente analizzati in chiave sociologica a partire da un approccio empirico del tipo law in action. Questo rappresenta un punto di partenza nella sociologia del diritto, dal momento che consente allo studioso di scienze sociali di mettere in evidenza aspetti delle questioni analizzate che attraverso un impiego esclusivo degli strumenti offerti dalle scienze giuridiche non emergerebbero. La ricerca di cui si dà conto nell'articolo ha per oggetto l’annoso problema di come ridurre la durata dei processi in Italia, in particolare in riferimento al sistema penale.Tra i diversi fattori che concorrono a produrre le eccessive durate dei processi penali vi è, nell’opinione di molti, l’effetto dell’introduzione del nuovo codice di procedura penale con modifiche normative in senso accusatorio. Le garanzie orizzontali del sistema accusatorio vengono così a sommarsi a quelle del vecchio sistema inquisitorio, contribuendo a determinare lunghe durate processuali. Le difficoltà nel capire e conciliare le diverse culture giuridiche che stanno dietro ai due tipi di garanzie offrono un punto di vista particolarmente interessante per la ricerca su norme e prassi. Nelle percezioni degli operatori del diritto intervistati nell’ambito di questa ricerca in qualità di testimoni privilegiati si rileva una ricorrente persistenza di precedenti valori e prassi del sistema inquisitorio, che rende doppiamente difficile assimilare, e dunque applicare, aspetti ritenuti “esterni” del rito accusatorio.
Tra norme e prassi: durata del processo penale e strategie degli operatori del diritto.
NELKEN, David;ZANIER, Maria Letizia
2006-01-01
Abstract
Il rapporto tra norme e prassi e, in particolare, le modalità di integrazione di queste ultime nell’ambito dei sistemi giuridici possono essere efficacemente analizzati in chiave sociologica a partire da un approccio empirico del tipo law in action. Questo rappresenta un punto di partenza nella sociologia del diritto, dal momento che consente allo studioso di scienze sociali di mettere in evidenza aspetti delle questioni analizzate che attraverso un impiego esclusivo degli strumenti offerti dalle scienze giuridiche non emergerebbero. La ricerca di cui si dà conto nell'articolo ha per oggetto l’annoso problema di come ridurre la durata dei processi in Italia, in particolare in riferimento al sistema penale.Tra i diversi fattori che concorrono a produrre le eccessive durate dei processi penali vi è, nell’opinione di molti, l’effetto dell’introduzione del nuovo codice di procedura penale con modifiche normative in senso accusatorio. Le garanzie orizzontali del sistema accusatorio vengono così a sommarsi a quelle del vecchio sistema inquisitorio, contribuendo a determinare lunghe durate processuali. Le difficoltà nel capire e conciliare le diverse culture giuridiche che stanno dietro ai due tipi di garanzie offrono un punto di vista particolarmente interessante per la ricerca su norme e prassi. Nelle percezioni degli operatori del diritto intervistati nell’ambito di questa ricerca in qualità di testimoni privilegiati si rileva una ricorrente persistenza di precedenti valori e prassi del sistema inquisitorio, che rende doppiamente difficile assimilare, e dunque applicare, aspetti ritenuti “esterni” del rito accusatorio.File | Dimensione | Formato | |
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