Abstract Il lavoro analizza attraverso il percorso narrativo della scrittrice alsaziana Christiane Roederer la modalità particolare con cui la scrittrice si innesta in una tematica molto ricorrente nella narrativa della seconda metà del ‘900 quale quella dell’infanzia. Partendo dall’analisi dell’unico romanzo che ha per protagonista un bambino, Beraber ou la liberté, e continuando poi con quella dei successivi testi in prosa (Elsa Mann, Nissim Rosen e La veilleuse de chagrin)in cui l’assenza di personaggi bambini viene sostituita dalla memoria dell’infanzia, si evince come non ci sia nella scrittrice né l’esaltazione del mondo infantile in contrapposizione al mondo degli adulti, né la rappresentazione di un’ infanzia infelice e solitaria come invece presentano molti altri autori della letteratura del XX secolo. Ciò che emerge attraverso i suoi personaggi adulti è invece la permanenza in essi dello slancio vitale, dello stupore , dell’immaginazione, del senso di libertà tipici dell’animo infantile, cioè di quei tratti della natura umana che spetta poi all’adulto far riemergere o meno nell’affrontare i problemi della vita. L’assenza quasi totale di personaggi/ bambini, che differenzia la scrittrice anche da quegli autori (come Bosco e Giono) che pure ripropongono il mito dell’infanzia, diventa così il veicolo di un discorso su una presenza irriducibile di quell’ esprit d’enfance che è capace di dare all’adulto la capacità di affrontare anche il dolore e la sofferenza più grandi.

De l'enfant à l'Enfance: le parcours de Christiane Roederer

FABIANI, Daniela
2004-01-01

Abstract

Abstract Il lavoro analizza attraverso il percorso narrativo della scrittrice alsaziana Christiane Roederer la modalità particolare con cui la scrittrice si innesta in una tematica molto ricorrente nella narrativa della seconda metà del ‘900 quale quella dell’infanzia. Partendo dall’analisi dell’unico romanzo che ha per protagonista un bambino, Beraber ou la liberté, e continuando poi con quella dei successivi testi in prosa (Elsa Mann, Nissim Rosen e La veilleuse de chagrin)in cui l’assenza di personaggi bambini viene sostituita dalla memoria dell’infanzia, si evince come non ci sia nella scrittrice né l’esaltazione del mondo infantile in contrapposizione al mondo degli adulti, né la rappresentazione di un’ infanzia infelice e solitaria come invece presentano molti altri autori della letteratura del XX secolo. Ciò che emerge attraverso i suoi personaggi adulti è invece la permanenza in essi dello slancio vitale, dello stupore , dell’immaginazione, del senso di libertà tipici dell’animo infantile, cioè di quei tratti della natura umana che spetta poi all’adulto far riemergere o meno nell’affrontare i problemi della vita. L’assenza quasi totale di personaggi/ bambini, che differenzia la scrittrice anche da quegli autori (come Bosco e Giono) che pure ripropongono il mito dell’infanzia, diventa così il veicolo di un discorso su una presenza irriducibile di quell’ esprit d’enfance che è capace di dare all’adulto la capacità di affrontare anche il dolore e la sofferenza più grandi.
2004
2747573311
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
De l'enfant à l'Enfance.pdf

accesso aperto

Tipologia: Documento in post-print (versione successiva alla peer review e accettata per la pubblicazione)
Licenza: DRM non definito
Dimensione 763.94 kB
Formato Adobe PDF
763.94 kB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11393/43957
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact