Scopo del contributo è definire lo statuto sintattico della proposizione consecutiva, considerata in rapporto con la distribuzione dell’informazione all’interno della frase complessa. L’analisi delle consecutive presenta ancora alcuni problemi, riguardanti innanzi tutto la definizione stessa della proposizione e il suo statuto sintattico. Infatti, alcuni studiosi (tra i quali Ferrari 1994, Hybertie 1996) considerano tra le consecutive anche quei nessi tradizionalmente considerati “conclusivi” (Serianni 1988: 456-57), la cui proprietà è quella di unire due processi, il secondo dei quali dipende semanticamente dal primo e ne rappresenta la logica conseguenza (per es. «I ricchi ed i potenti avevano un harem, quindi era impossibile una relazione amorosa esclusiva», CS 22/8/2005, p.1). Secondo altri (Cuzzolin 1996, Prandi 2005 e 2006: 45) le proposizioni consecutive sono soltanto quelle che contengono un elemento intensificatore nella principale, il quale accresce la causa «in modo indefinito, suggerendo che il raggiungimento di un certo grado provoca necessariamente l’effetto». Da un altro versante, se per alcuni studiosi le consecutive invertite del tipo «Il pane scendevano a venderlo una volta al mese, tant’erano fuori mano» (Pavese, La luna e i falò, cit. in Serianni 1988: 585) sono consecutive, per altri (Lombardi Vallauri 2000) sono causali. Accanto a questi dubbi riguardanti lo statuto stesso delle proposizioni oggetto della ricerca, si considera l’assetto testuale assunto dalle consecutive, e le differenze riguardanti le proposizioni con antecedente e senza antecedente, definite di volta in volta “forti” e “deboli” (Serianni 1988), “con antecedente” o “libere” (Giusti 1991); in Dardano/Frenguelli/Pelo (1998) si distingue tra consecutive forti, medie, deboli e nulle (con semplice valore di marcatore discorsivo). Relativamente a questo aspetto sono definite le differenze tra consecutive “classiche” e consecutive frasali. Nell’ambito della movenza consecutiva Hybertie (1996: 3) separa i “fatti” dalle “inferenze” e conseguentemente i marqueurs de consécution factuelle dai marqueurs de raisonnement. Una distinzione simile appare in Narbona Jeménez (1978). Ferrari (1994) distingue un consecuzione “esterna”, che ha funzione rappresentativa e coglie il tipo di connessione esistente tra due fatti dell’universo extralinguistico e una consecuzione “interna”, che ha una funzione argomentativa e privilegia la conclusione. Particolare attenzione è infine riservata alla struttura informazionale delle proposizioni in oggetto: data l’obbligatorietà dell’ordine principale-subordinata, ci si chiede: se sia la struttura informativa a provocare tale obbligatorietà, come sostiene Cuzzolin (1996), per il quale le consecutive sono per loro stessa natura assertive e quindi, veicolando l’informazione essenziale non si prestano a fare da sfondo al messaggio ma sono esclusivamente di primo piano e hanno quindi necessariamente statuto rematico; o se invece, come afferma Lombardi Vallauri (2000) l’ordine fisso dipende dalla presenza, nei vari connettivi consecutivi, di un elemento anaforico. Cuzzolin, Pierluigi, (1996), La proposizione consecutiva dell’italiano In: M. Prandi (a cura di), La subordinazione non completiva. Un frammento di grammatica filosofica. “SILTA”, 25: 103-151. Dardano, Maurizio / Frenguelli, Gianluca / Pelo, Adriana, 1998, Struttura di frase e testualità: il caso delle proposizioni consecutive nell’italiano antico. In: Ramat, Paolo / Roma, Elisa, (a cura di), Sintassi storica. Atti del XXX Congresso Internazionale di Studi [della Società di Linguistica Italiana] (Pavia, 26-28 settembre 1996), Roma, Bulzoni: 293-310. Ferrari, Angela, 1994, Costruire un testo: ‘la movenza testuale della consecuzione’. In: E. Manzotti / A. F. (a cura di), Insegnare Italiano. Principi, metodi, esempi, Brescia, La Scuola: 191-213. Ferrari, Angela, 1999, Tra rappresentazione ed esecuzione: indicare la ‘causalità testuale’ con i nomi e con i verbi. “Studi di grammatica italiana”, 18: 114-44. Giusti, Giuliana (1991), “Le frasi consecutive”, in L. Renzi / G. Salvi (a cura di), Grande grammatica italiana di consultazione, vol. II, Bologna, Il Mulino: 825-832. Hybertie Charlotte (1996), La conséquence en français, Paris, Ophrys. Lombardi Vallauri, Edoardo, 2000, Grammatica funzionale delle avverbiali italiane, Roma, Carocci. Prandi, Michele (2006), Le regole e le scelte. Introduzione alla grammatica italiana, Torino, UTET Università. Serianni Luca. (1988), con la collaborazione di G. Castelvecchi, Grammatica italiana, UTET. Álvarez, Alfredo I., 1999, Las construcciones consecutivas, in Bosque/Damonte

Modelli sintattici e funzionali della proposizione consecutiva

FRENGUELLI, GIANLUCA
2009-01-01

Abstract

Scopo del contributo è definire lo statuto sintattico della proposizione consecutiva, considerata in rapporto con la distribuzione dell’informazione all’interno della frase complessa. L’analisi delle consecutive presenta ancora alcuni problemi, riguardanti innanzi tutto la definizione stessa della proposizione e il suo statuto sintattico. Infatti, alcuni studiosi (tra i quali Ferrari 1994, Hybertie 1996) considerano tra le consecutive anche quei nessi tradizionalmente considerati “conclusivi” (Serianni 1988: 456-57), la cui proprietà è quella di unire due processi, il secondo dei quali dipende semanticamente dal primo e ne rappresenta la logica conseguenza (per es. «I ricchi ed i potenti avevano un harem, quindi era impossibile una relazione amorosa esclusiva», CS 22/8/2005, p.1). Secondo altri (Cuzzolin 1996, Prandi 2005 e 2006: 45) le proposizioni consecutive sono soltanto quelle che contengono un elemento intensificatore nella principale, il quale accresce la causa «in modo indefinito, suggerendo che il raggiungimento di un certo grado provoca necessariamente l’effetto». Da un altro versante, se per alcuni studiosi le consecutive invertite del tipo «Il pane scendevano a venderlo una volta al mese, tant’erano fuori mano» (Pavese, La luna e i falò, cit. in Serianni 1988: 585) sono consecutive, per altri (Lombardi Vallauri 2000) sono causali. Accanto a questi dubbi riguardanti lo statuto stesso delle proposizioni oggetto della ricerca, si considera l’assetto testuale assunto dalle consecutive, e le differenze riguardanti le proposizioni con antecedente e senza antecedente, definite di volta in volta “forti” e “deboli” (Serianni 1988), “con antecedente” o “libere” (Giusti 1991); in Dardano/Frenguelli/Pelo (1998) si distingue tra consecutive forti, medie, deboli e nulle (con semplice valore di marcatore discorsivo). Relativamente a questo aspetto sono definite le differenze tra consecutive “classiche” e consecutive frasali. Nell’ambito della movenza consecutiva Hybertie (1996: 3) separa i “fatti” dalle “inferenze” e conseguentemente i marqueurs de consécution factuelle dai marqueurs de raisonnement. Una distinzione simile appare in Narbona Jeménez (1978). Ferrari (1994) distingue un consecuzione “esterna”, che ha funzione rappresentativa e coglie il tipo di connessione esistente tra due fatti dell’universo extralinguistico e una consecuzione “interna”, che ha una funzione argomentativa e privilegia la conclusione. Particolare attenzione è infine riservata alla struttura informazionale delle proposizioni in oggetto: data l’obbligatorietà dell’ordine principale-subordinata, ci si chiede: se sia la struttura informativa a provocare tale obbligatorietà, come sostiene Cuzzolin (1996), per il quale le consecutive sono per loro stessa natura assertive e quindi, veicolando l’informazione essenziale non si prestano a fare da sfondo al messaggio ma sono esclusivamente di primo piano e hanno quindi necessariamente statuto rematico; o se invece, come afferma Lombardi Vallauri (2000) l’ordine fisso dipende dalla presenza, nei vari connettivi consecutivi, di un elemento anaforico. Cuzzolin, Pierluigi, (1996), La proposizione consecutiva dell’italiano In: M. Prandi (a cura di), La subordinazione non completiva. Un frammento di grammatica filosofica. “SILTA”, 25: 103-151. Dardano, Maurizio / Frenguelli, Gianluca / Pelo, Adriana, 1998, Struttura di frase e testualità: il caso delle proposizioni consecutive nell’italiano antico. In: Ramat, Paolo / Roma, Elisa, (a cura di), Sintassi storica. Atti del XXX Congresso Internazionale di Studi [della Società di Linguistica Italiana] (Pavia, 26-28 settembre 1996), Roma, Bulzoni: 293-310. Ferrari, Angela, 1994, Costruire un testo: ‘la movenza testuale della consecuzione’. In: E. Manzotti / A. F. (a cura di), Insegnare Italiano. Principi, metodi, esempi, Brescia, La Scuola: 191-213. Ferrari, Angela, 1999, Tra rappresentazione ed esecuzione: indicare la ‘causalità testuale’ con i nomi e con i verbi. “Studi di grammatica italiana”, 18: 114-44. Giusti, Giuliana (1991), “Le frasi consecutive”, in L. Renzi / G. Salvi (a cura di), Grande grammatica italiana di consultazione, vol. II, Bologna, Il Mulino: 825-832. Hybertie Charlotte (1996), La conséquence en français, Paris, Ophrys. Lombardi Vallauri, Edoardo, 2000, Grammatica funzionale delle avverbiali italiane, Roma, Carocci. Prandi, Michele (2006), Le regole e le scelte. Introduzione alla grammatica italiana, Torino, UTET Università. Serianni Luca. (1988), con la collaborazione di G. Castelvecchi, Grammatica italiana, UTET. Álvarez, Alfredo I., 1999, Las construcciones consecutivas, in Bosque/Damonte
2009
9788876673825
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