Il libro intende delineare, anche cercando di sperimentare una cifra stilistica originale, una mappa delle idolatrie contemporanee, denunciando una proliferazione di paradisi artificiali, nelle forme e nei luoghi più diversi: nella sfera privata e in quella pubblica; non solo all’esterno, ma addirittura all’interno della vita cristiana; alla periferia esteriore, come anche nella radice interiore e personale della nostra stessa vita. Mentre continuiamo a pensare, che l’umanità possa dividersi semplicemente fra credenti e non credenti, assistiamo al dilagare di una patologia del credere che sembra non risparmiare nessuno, mentre la vera alternativa non è tra l’avere e il non avere una fede, ma tra autenticità e inautenticità del credere; tra una fede aperta alla trascendenza e una fede idolatrica, chiusa su se stessa. Il tema centrale è sviluppato attraverso due itinerari distinti, ai quali corrispondono registri stilistici diversi: una prima parte aiuta a rileggere, in chiave narrativa, un tornante decisivo della nostra storia più recente, segnata dal ’68 ad oggi da trasformazioni profonde nella cultura e nel costume; una seconda parte cerca di tracciare, in chiave espositiva, una mappa delle tendenze idolatriche dominanti, con l’intento di suggerire un percorso in cui alla caduta degli dèi possa corrispondere la ricerca di una nuova sapienza del cuore. Premio "Capri - San Michele" 2009

Cielo di plastica. L'eclisse dell'infinito nell'epoca delle idolatrie

ALICI, Luigino
2009-01-01

Abstract

Il libro intende delineare, anche cercando di sperimentare una cifra stilistica originale, una mappa delle idolatrie contemporanee, denunciando una proliferazione di paradisi artificiali, nelle forme e nei luoghi più diversi: nella sfera privata e in quella pubblica; non solo all’esterno, ma addirittura all’interno della vita cristiana; alla periferia esteriore, come anche nella radice interiore e personale della nostra stessa vita. Mentre continuiamo a pensare, che l’umanità possa dividersi semplicemente fra credenti e non credenti, assistiamo al dilagare di una patologia del credere che sembra non risparmiare nessuno, mentre la vera alternativa non è tra l’avere e il non avere una fede, ma tra autenticità e inautenticità del credere; tra una fede aperta alla trascendenza e una fede idolatrica, chiusa su se stessa. Il tema centrale è sviluppato attraverso due itinerari distinti, ai quali corrispondono registri stilistici diversi: una prima parte aiuta a rileggere, in chiave narrativa, un tornante decisivo della nostra storia più recente, segnata dal ’68 ad oggi da trasformazioni profonde nella cultura e nel costume; una seconda parte cerca di tracciare, in chiave espositiva, una mappa delle tendenze idolatriche dominanti, con l’intento di suggerire un percorso in cui alla caduta degli dèi possa corrispondere la ricerca di una nuova sapienza del cuore. Premio "Capri - San Michele" 2009
2009
9788821564895
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