Alla luce di un rinnovato interesse per il pensiero politico di Kant nel dibattito contemporaneo, questo lavoro sviluppa il rapporto fra universalità e pluralità, indugiando sui luoghi in cui la ragione universale si declina in una prospettiva di intersoggettività. Se la trasformazione del modo di pensare che si realizza quando si sposta il punto di osservazione sembra essere la cifra distintiva della gnoseologia critica di Kant, l’obiettivo di questa analisi è di mettere in luce come tale metodo euristico possa essere rinvenuto in filigrana in alcuni dei nuclei concettuali che sorreggono la sua filosofia politica, dalla visione pattizia alla sfera pubblica, fino al problema dell'ospitalità. Il volume esplora la presenza carsica di un invito kantiano a mutare il posto a partire dal quale si conosce, si agisce moralmente e si giudica, cercando di dar conto dell’incessante colloquiare tra pensiero critico e scritti politici, della necessità che lo Stato non si sottragga al tribunale della ragion critica, ma si adegui ad esso agendo apertamente. A partire dal monito critico a guardare altrimenti, questo spostamento conduce il punto di vista morale da un’idea meramente negativa di libertà, come indipendenza dai vincoli della natura, ad un’accezione positiva di libertà, come dipendenza dalla legge morale universale che il soggetto pone a se stesso. L’imperativo morale sembra realizzare un “decentramento del soggetto” nella misura in cui previene la deformazione di prospettiva che potrebbe essere introdotta dagli interessi personali, da una dimensione particolaristica e non sufficientemente sovra-personale. Il giudizio pratico poggia allora sul criterio dell’universalizzabilità non per plaudere in termini meramente formali a una legge della ragione, ma per rispondere alla richiesta di rispetto da parte di quella umanità che attraverso questa legge acquista voce. L’assunto kantiano è che nell’orizzonte universale dell’imperativo categorico riverberi l’umanità degli esseri umani: se nella propria massima si riesce ad accogliere il punto di vista altrui, ci si metterà al riparo dalla reificazione e riduzione a mezzo dell’altro. In una ricognizione dei principali nuclei tematici dell’impianto politico-giuridico kantiano, l’intento è quello di evidenziare quale sia il punto di osservazione emergente per ognuno di essi, mettendo a fuoco, laddove ve ne siano i presupposti, come l’ottica razionale kantiana implichi in alcuni casi un movimento che invita a cambiare angolazione. In questa prospettiva, la rivoluzione, evento che si colloca nella scia aperta dall’Aufklärung, rappresenta uno spettacolo capace di sollecitare negli occhi dello spettatore una partecipazione emotiva che rasenta l’entusiasmo morale, rappresentando il segno della possibilità di produrre un cambiamento nel pensiero di chi non è attore ma solo spettatore di un mutamento istituzionale che dipende dalla volontà dei cittadini. L’attenzione all’eccedenza come richiamo costante al poter vedere ‘altrimenti’ conduce altresì alla disamina del concetto di pubblicità quale principio trascendentale di giustizia e di legittimità politica, capace di attivare un canale virtuoso che permetta di conformare la politica alla morale rimandando alla razionalità del contratto originario. Questa via di implementazione morale dev’essere disciolta in pratiche di sociabilità che esprimano la libertà in pubblico, al fine di colmare progressivamente la lacerazione fra piano reale e richiamo alla ragione. Si tratta di un cammino di convergenza tra politica e morale rischiarato dalla garanzia razionale che offre il punto di vista del filosofo. Nel tempo antropologico dell’esercizio quotidiano, il terreno di validazione morale-universale sembra declinarsi in termini plurali, come superamento di un egoismo logico, estetico, pratico attraverso un pluralismo, inteso come quel modo di pensare per cui non si abbraccia nel proprio io tutto il mondo, ma ci si comporta come cittadini del mondo.

L'universale plurale. Sul pensiero politico di Immanuel Kant

MATTUCCI, NATASCIA
2006-01-01

Abstract

Alla luce di un rinnovato interesse per il pensiero politico di Kant nel dibattito contemporaneo, questo lavoro sviluppa il rapporto fra universalità e pluralità, indugiando sui luoghi in cui la ragione universale si declina in una prospettiva di intersoggettività. Se la trasformazione del modo di pensare che si realizza quando si sposta il punto di osservazione sembra essere la cifra distintiva della gnoseologia critica di Kant, l’obiettivo di questa analisi è di mettere in luce come tale metodo euristico possa essere rinvenuto in filigrana in alcuni dei nuclei concettuali che sorreggono la sua filosofia politica, dalla visione pattizia alla sfera pubblica, fino al problema dell'ospitalità. Il volume esplora la presenza carsica di un invito kantiano a mutare il posto a partire dal quale si conosce, si agisce moralmente e si giudica, cercando di dar conto dell’incessante colloquiare tra pensiero critico e scritti politici, della necessità che lo Stato non si sottragga al tribunale della ragion critica, ma si adegui ad esso agendo apertamente. A partire dal monito critico a guardare altrimenti, questo spostamento conduce il punto di vista morale da un’idea meramente negativa di libertà, come indipendenza dai vincoli della natura, ad un’accezione positiva di libertà, come dipendenza dalla legge morale universale che il soggetto pone a se stesso. L’imperativo morale sembra realizzare un “decentramento del soggetto” nella misura in cui previene la deformazione di prospettiva che potrebbe essere introdotta dagli interessi personali, da una dimensione particolaristica e non sufficientemente sovra-personale. Il giudizio pratico poggia allora sul criterio dell’universalizzabilità non per plaudere in termini meramente formali a una legge della ragione, ma per rispondere alla richiesta di rispetto da parte di quella umanità che attraverso questa legge acquista voce. L’assunto kantiano è che nell’orizzonte universale dell’imperativo categorico riverberi l’umanità degli esseri umani: se nella propria massima si riesce ad accogliere il punto di vista altrui, ci si metterà al riparo dalla reificazione e riduzione a mezzo dell’altro. In una ricognizione dei principali nuclei tematici dell’impianto politico-giuridico kantiano, l’intento è quello di evidenziare quale sia il punto di osservazione emergente per ognuno di essi, mettendo a fuoco, laddove ve ne siano i presupposti, come l’ottica razionale kantiana implichi in alcuni casi un movimento che invita a cambiare angolazione. In questa prospettiva, la rivoluzione, evento che si colloca nella scia aperta dall’Aufklärung, rappresenta uno spettacolo capace di sollecitare negli occhi dello spettatore una partecipazione emotiva che rasenta l’entusiasmo morale, rappresentando il segno della possibilità di produrre un cambiamento nel pensiero di chi non è attore ma solo spettatore di un mutamento istituzionale che dipende dalla volontà dei cittadini. L’attenzione all’eccedenza come richiamo costante al poter vedere ‘altrimenti’ conduce altresì alla disamina del concetto di pubblicità quale principio trascendentale di giustizia e di legittimità politica, capace di attivare un canale virtuoso che permetta di conformare la politica alla morale rimandando alla razionalità del contratto originario. Questa via di implementazione morale dev’essere disciolta in pratiche di sociabilità che esprimano la libertà in pubblico, al fine di colmare progressivamente la lacerazione fra piano reale e richiamo alla ragione. Si tratta di un cammino di convergenza tra politica e morale rischiarato dalla garanzia razionale che offre il punto di vista del filosofo. Nel tempo antropologico dell’esercizio quotidiano, il terreno di validazione morale-universale sembra declinarsi in termini plurali, come superamento di un egoismo logico, estetico, pratico attraverso un pluralismo, inteso come quel modo di pensare per cui non si abbraccia nel proprio io tutto il mondo, ma ci si comporta come cittadini del mondo.
2006
8834864255
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Mattucci-Giappichelli 2006.pdf

accesso aperto

Tipologia: Documento in post-print (versione successiva alla peer review e accettata per la pubblicazione)
Licenza: DRM non definito
Dimensione 970.37 kB
Formato Adobe PDF
970.37 kB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11393/42992
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact