Saggio di genealogia della legge e dei diritti, il lavoro esplora l'evoluzione dell'ascrizione normativa al di fuori del del plesso economia, diritto e politica. Intende rilevare nella giustizia commutativa la forma ultima di debito all'universale, la rappresentazione del compiuto naturalismo come obbligazione al valore profitto, alla metafisica finanziaria del bisogno. L'apice della rappresentazione occidentale è la globalizzazione degli interessi particolari, oltre i limiti della proprietà e del lavoro. Il diritto sociale, che integra ambiguamente il diritto pubblico statale, sembra essere una premessa incongrua dalla definizione di diritto sociale civile, all'organicità del consenso e dell'interesse per una regola di giustizia distributiva e per una politica dell'economia giuridica. Il compiuto umanesimo razionale o innaturale, il collettivo delle differenze relative, compatibili in quanto critiche, deve ancora prodursi. Saranno l'interesse, il consenso e il diritto comune transnazionale e oltrestatuale a definire e a redistribuire la proprietà secondo bisogni per bisogni produttivi oltre la natura delle appropriazioni indeterminate. È finita solo la statualità hegeliana dei comunismi reali, certamente non l'enunciato dialettico della società civile. Si avverte il compito di promuovere una nuova Aufklaerung contro la grande oscurità del liberalismo irreale e delle sue economiche statualizzazioni.

Logica del diritto sociale

MENGHI, Carlo
2006-01-01

Abstract

Saggio di genealogia della legge e dei diritti, il lavoro esplora l'evoluzione dell'ascrizione normativa al di fuori del del plesso economia, diritto e politica. Intende rilevare nella giustizia commutativa la forma ultima di debito all'universale, la rappresentazione del compiuto naturalismo come obbligazione al valore profitto, alla metafisica finanziaria del bisogno. L'apice della rappresentazione occidentale è la globalizzazione degli interessi particolari, oltre i limiti della proprietà e del lavoro. Il diritto sociale, che integra ambiguamente il diritto pubblico statale, sembra essere una premessa incongrua dalla definizione di diritto sociale civile, all'organicità del consenso e dell'interesse per una regola di giustizia distributiva e per una politica dell'economia giuridica. Il compiuto umanesimo razionale o innaturale, il collettivo delle differenze relative, compatibili in quanto critiche, deve ancora prodursi. Saranno l'interesse, il consenso e il diritto comune transnazionale e oltrestatuale a definire e a redistribuire la proprietà secondo bisogni per bisogni produttivi oltre la natura delle appropriazioni indeterminate. È finita solo la statualità hegeliana dei comunismi reali, certamente non l'enunciato dialettico della società civile. Si avverte il compito di promuovere una nuova Aufklaerung contro la grande oscurità del liberalismo irreale e delle sue economiche statualizzazioni.
2006
9788834864227
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