Cronosensitività. Il volume è una monografia costituita da 17 capitoli, nessuno dei quali pubblicato precedentemente. Lo studio si interroga circa il formato che una teoria del linguaggio dovrebbe assumere, se muovesse dall’assunto che il linguaggio è un fatto plurale e non monolitico. Di fatto sono disponibili tre grandi approcci: quello semiotico, quello analitico e quello rivolto allo studio non scientifico del significante linguistico (la stilistica, la critica delle varianti, lo studio dei media, per esempio). L’autore rivolge critiche all’approccio semiotico centrato sul codice, in particolare all’approccio generativo di Greimas e della socio semiotica. Essa non soddisferebbe i requisiti di una teoria del senso e della verità nel senso voluto da Davidson, per un verso, e da Dummett, per l’altro. La svolta linguistica è un fatto imprescindibile, che sposta l’attenzione dal termine all’enunciato, dal codice alle condizioni di verità e dell’uso di un enunciato. Nella pars construens, il saggio offre gli strumenti per un approccio filosofico centrato su poche nozioni. Anzitutto quella di comunità linguistica, riconoscendo sette diversi modi (ma altri sono possibili) nei quali un certo comportamento può essere accettato come nomico sulla base di sette differenti criteri di lawlikeness. Poi, individua come caratteristica di alcune di queste comunità il tratto della “cronosensitività” delle proiezioni induttive, preseguendo in tal senso la strada tracciata da Goodman nei suoi studi sul “new riddle of induction”. In filigrana si leggono anche le riflessioni svolte in proposito da Ludwig Wittgenstein sul seguire una regola e sui modi di trattare i casi nuovi di una regola, e le argomentazioni del secondo Davidson a proposito del ruolo della convenzione nel linguaggio (in particolare gli studi di Perissinotto, Picardi e Hacking). Teorie crono sensitive sono quelle che “splittano” il punto in cui un interprete assume una passing theory in luogo di una prior (o structural) theory. Il tentativo della ricerca è quello di portare alle estreme conseguenze la svolta linguistica rimanendo però nel solco della grande tradizione analitica e semiotica, non quello di costruire una personale “French theory”, di cui non si sente la mancanza.

Cronosensitività. Una teoria per lo studio filosofico dei linguaggi

LA MATINA, Vincenzo Marcello
2004-01-01

Abstract

Cronosensitività. Il volume è una monografia costituita da 17 capitoli, nessuno dei quali pubblicato precedentemente. Lo studio si interroga circa il formato che una teoria del linguaggio dovrebbe assumere, se muovesse dall’assunto che il linguaggio è un fatto plurale e non monolitico. Di fatto sono disponibili tre grandi approcci: quello semiotico, quello analitico e quello rivolto allo studio non scientifico del significante linguistico (la stilistica, la critica delle varianti, lo studio dei media, per esempio). L’autore rivolge critiche all’approccio semiotico centrato sul codice, in particolare all’approccio generativo di Greimas e della socio semiotica. Essa non soddisferebbe i requisiti di una teoria del senso e della verità nel senso voluto da Davidson, per un verso, e da Dummett, per l’altro. La svolta linguistica è un fatto imprescindibile, che sposta l’attenzione dal termine all’enunciato, dal codice alle condizioni di verità e dell’uso di un enunciato. Nella pars construens, il saggio offre gli strumenti per un approccio filosofico centrato su poche nozioni. Anzitutto quella di comunità linguistica, riconoscendo sette diversi modi (ma altri sono possibili) nei quali un certo comportamento può essere accettato come nomico sulla base di sette differenti criteri di lawlikeness. Poi, individua come caratteristica di alcune di queste comunità il tratto della “cronosensitività” delle proiezioni induttive, preseguendo in tal senso la strada tracciata da Goodman nei suoi studi sul “new riddle of induction”. In filigrana si leggono anche le riflessioni svolte in proposito da Ludwig Wittgenstein sul seguire una regola e sui modi di trattare i casi nuovi di una regola, e le argomentazioni del secondo Davidson a proposito del ruolo della convenzione nel linguaggio (in particolare gli studi di Perissinotto, Picardi e Hacking). Teorie crono sensitive sono quelle che “splittano” il punto in cui un interprete assume una passing theory in luogo di una prior (o structural) theory. Il tentativo della ricerca è quello di portare alle estreme conseguenze la svolta linguistica rimanendo però nel solco della grande tradizione analitica e semiotica, non quello di costruire una personale “French theory”, di cui non si sente la mancanza.
2004
9788843027620
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