La Fisiognomica costituisce per noi la prima trattazione sistematica di un tema oggetto di attenzione già molto tempo prima della composizione di quest’opera: l’interpretazione del carattere osservando l’aspetto fisico e stabilendo rapporti analogici tra ciò che si conosce e ciò che si vuole conoscere. L’interesse teorico e pratico è documentato dalla stessa Fisiognomica, quando l’autore fa riferimento ai metodi di indagine adottati in precedenza. Innumerevoli sono i passi della letteratura greca, in cui si affronta (o è implicito) il problema del rapporto tra natura interiore e apparenza esteriore dell’uomo, tra anima e corpo, tra invisibile e visibile, o in cui si discute dell’esistenza e della conoscibilità della mente, di sé e degli altri, oppure si descrivono il comportamento e l’azione, o l’aspetto fisico di un individuo nella sua essenzialità, o nei dettagli. Vissuta al margine dell’assetto delle scienze, riconosciute come tali, pur attingendo da esse e pur fondandosi su presupposti largamente condivisi, la fisiognomica non fu attaccata furiosamente come accadde invece per la divinazione e la magia, basate anch’esse sui segni e su credenze diffuse, ma sentite lontane, nella più consapevole riflessione greca in ambito filosofico e scientifico, da un approccio razionale. L’interesse per la fisiognomica va in ogni caso visto nel più ampio tema del rapporto tra disposizione interiore e aspetto esteriore, tra anima e corpo, tra realtà e apparenza, che affiora o diventa dominante motivo di indagine sia nelle opere più propriamente letterarie, sia in quelle filosofiche e scientiche; esso si inserisce, almeno per quanto riguarda le speculazioni iniziali, nell’ambito della problematica gnoseologica, così come si esprime in Grecia. Il realismo ingenuo, il determinismo e il rigido schematismo della fisiognomica antica e di gran parte della moderna relegano le corrispondenze tra caratteristiche fisiche e indole a pura curiosità, pur sopravvivendo talora in forma di un sapere popolare. Resta tuttavia l’interesse per il metodo, per l’estensione e l’applicazione, nei vari campi, dei principi che sono il fondamento della fisiognomica, così che si è assistito nel recente passato (si pensi all’antropometria e alla frenologia con cui si è tentato di sostituire l’approccio scientifico a quello simbolico), e si assiste oggi, a un rinnovato tentativo o di rifondarla come scienza, con basi e criteri più rigorosi e in funzione ancillare di discipline che studiano l’uomo, il suo comportamento e le sue produzioni artistiche, quali la medicina, la psicologia e la psichiatria, l’antropologia, la sociologia, la storia dell’arte, oppure di comprenderla nel diversificato ambito della ‘retorica del corpo’ e della sua rappresentazione. In ogni caso, sembra in opera una tendenza più generale a ridare valore al collegamento tra forme, strutture e significati, collegamento che l’umanità ha da sempre stabilito in modo istintivo, e che consapevolmente scaturisce da un’idea di concomitanza e di interdipendenza, e da una teoria dell’unità di tutte le cose e di tutti gli eventi, espressa da alcuni settori della ricerca. Il dibattito rimane aperto intorno a questioni fondamentali, che stimolano interessanti riflessioni epistemologiche, cui la conoscenza dell’antica riflessione sul rapporto tra aspetto e indole, e della diversificata produzione antica sull’argomento apporta un incisivo contributo. L’introduzione affronta queste varie tematiche e i vari approcci disciplinari nell’antichità e nell’età moderna (A scuola da Pitagora. Ambiti e metodi della fisiognomica./ La Fisiognomica del C.A. e gli altri trattati antichi: i contenuti. Argomenti dei trattati di Polemone, di Adamanzio e dell’Anonimo latino./ Il corpo e l’anima, il visibile e l’invisibile: interazioni, connessioni, passaggi./ Sema e ethos. Il Peripato e i semeia./ Animali e uomini a confronto. La fisiognomica e il problema del confine tra le specie./ Uomo e donna, greco e barbaro: dicotomie, polarità, valori./ La fisiognomica e le technai./ La vita, il movimento, la forma). Il testo greco (con la traduzione a fronte) è suddiviso in due parti: Trattato A (Relazioni tra la mente e il corpo. I fondamenti della fisiognomica. Possibili metodi di indagine — zoologico, etnologico, etologico — e loro valutazione./ Definizione e delimitazione della fisiognomica; i segni./ I tipi e i loro tratti distintivi); Trattato B (Influsso reciproco di anima e corpo. Difficoltà, componenti e metodo dell’indagine fisiognomica./ Differenze negli animali e negli uomini; il maschio e la femmina./ Selezione ed elenco dei segni). I numerosi problemi testuali sono discussi nel commento (una nota critica elenca i punti in cui mi discosto dal testo di Bekker e di Förster); in esso sono anche sviluppati gli aspetti stilistici e lessicali, e le tematiche storico-artistiche, filosofiche, sociali, antropologiche ed etnologiche, e sono proposti confronti e rimandi, utili a capire la funzione e l’importanza di questo trattato, che resterà a lungo di riferimento per chi si occuperà di fisiognomica, nell’antichità e in epoca moderna. La bibliografia si articola per sezioni: Edizioni principali./ Traduzioni e commenti./ Opere di fisiognomica o di interesse fisiognomico dal Medioevo all’Ottocento./ Studi di riferimento. In Appendice viene proposta una raccolta di passi di alcune delle più celebri opere della letteratura mondiale: una ‘coscienza fisiognomica’ avvertibile già in Omero è ampiamente documentabile nel tempo con continuità, in culture e ambiti diversi.

Aristotele Fisiognomica Introduzione, traduzione, note e apparati

FERRINI, Maria Fernanda
2007-01-01

Abstract

La Fisiognomica costituisce per noi la prima trattazione sistematica di un tema oggetto di attenzione già molto tempo prima della composizione di quest’opera: l’interpretazione del carattere osservando l’aspetto fisico e stabilendo rapporti analogici tra ciò che si conosce e ciò che si vuole conoscere. L’interesse teorico e pratico è documentato dalla stessa Fisiognomica, quando l’autore fa riferimento ai metodi di indagine adottati in precedenza. Innumerevoli sono i passi della letteratura greca, in cui si affronta (o è implicito) il problema del rapporto tra natura interiore e apparenza esteriore dell’uomo, tra anima e corpo, tra invisibile e visibile, o in cui si discute dell’esistenza e della conoscibilità della mente, di sé e degli altri, oppure si descrivono il comportamento e l’azione, o l’aspetto fisico di un individuo nella sua essenzialità, o nei dettagli. Vissuta al margine dell’assetto delle scienze, riconosciute come tali, pur attingendo da esse e pur fondandosi su presupposti largamente condivisi, la fisiognomica non fu attaccata furiosamente come accadde invece per la divinazione e la magia, basate anch’esse sui segni e su credenze diffuse, ma sentite lontane, nella più consapevole riflessione greca in ambito filosofico e scientifico, da un approccio razionale. L’interesse per la fisiognomica va in ogni caso visto nel più ampio tema del rapporto tra disposizione interiore e aspetto esteriore, tra anima e corpo, tra realtà e apparenza, che affiora o diventa dominante motivo di indagine sia nelle opere più propriamente letterarie, sia in quelle filosofiche e scientiche; esso si inserisce, almeno per quanto riguarda le speculazioni iniziali, nell’ambito della problematica gnoseologica, così come si esprime in Grecia. Il realismo ingenuo, il determinismo e il rigido schematismo della fisiognomica antica e di gran parte della moderna relegano le corrispondenze tra caratteristiche fisiche e indole a pura curiosità, pur sopravvivendo talora in forma di un sapere popolare. Resta tuttavia l’interesse per il metodo, per l’estensione e l’applicazione, nei vari campi, dei principi che sono il fondamento della fisiognomica, così che si è assistito nel recente passato (si pensi all’antropometria e alla frenologia con cui si è tentato di sostituire l’approccio scientifico a quello simbolico), e si assiste oggi, a un rinnovato tentativo o di rifondarla come scienza, con basi e criteri più rigorosi e in funzione ancillare di discipline che studiano l’uomo, il suo comportamento e le sue produzioni artistiche, quali la medicina, la psicologia e la psichiatria, l’antropologia, la sociologia, la storia dell’arte, oppure di comprenderla nel diversificato ambito della ‘retorica del corpo’ e della sua rappresentazione. In ogni caso, sembra in opera una tendenza più generale a ridare valore al collegamento tra forme, strutture e significati, collegamento che l’umanità ha da sempre stabilito in modo istintivo, e che consapevolmente scaturisce da un’idea di concomitanza e di interdipendenza, e da una teoria dell’unità di tutte le cose e di tutti gli eventi, espressa da alcuni settori della ricerca. Il dibattito rimane aperto intorno a questioni fondamentali, che stimolano interessanti riflessioni epistemologiche, cui la conoscenza dell’antica riflessione sul rapporto tra aspetto e indole, e della diversificata produzione antica sull’argomento apporta un incisivo contributo. L’introduzione affronta queste varie tematiche e i vari approcci disciplinari nell’antichità e nell’età moderna (A scuola da Pitagora. Ambiti e metodi della fisiognomica./ La Fisiognomica del C.A. e gli altri trattati antichi: i contenuti. Argomenti dei trattati di Polemone, di Adamanzio e dell’Anonimo latino./ Il corpo e l’anima, il visibile e l’invisibile: interazioni, connessioni, passaggi./ Sema e ethos. Il Peripato e i semeia./ Animali e uomini a confronto. La fisiognomica e il problema del confine tra le specie./ Uomo e donna, greco e barbaro: dicotomie, polarità, valori./ La fisiognomica e le technai./ La vita, il movimento, la forma). Il testo greco (con la traduzione a fronte) è suddiviso in due parti: Trattato A (Relazioni tra la mente e il corpo. I fondamenti della fisiognomica. Possibili metodi di indagine — zoologico, etnologico, etologico — e loro valutazione./ Definizione e delimitazione della fisiognomica; i segni./ I tipi e i loro tratti distintivi); Trattato B (Influsso reciproco di anima e corpo. Difficoltà, componenti e metodo dell’indagine fisiognomica./ Differenze negli animali e negli uomini; il maschio e la femmina./ Selezione ed elenco dei segni). I numerosi problemi testuali sono discussi nel commento (una nota critica elenca i punti in cui mi discosto dal testo di Bekker e di Förster); in esso sono anche sviluppati gli aspetti stilistici e lessicali, e le tematiche storico-artistiche, filosofiche, sociali, antropologiche ed etnologiche, e sono proposti confronti e rimandi, utili a capire la funzione e l’importanza di questo trattato, che resterà a lungo di riferimento per chi si occuperà di fisiognomica, nell’antichità e in epoca moderna. La bibliografia si articola per sezioni: Edizioni principali./ Traduzioni e commenti./ Opere di fisiognomica o di interesse fisiognomico dal Medioevo all’Ottocento./ Studi di riferimento. In Appendice viene proposta una raccolta di passi di alcune delle più celebri opere della letteratura mondiale: una ‘coscienza fisiognomica’ avvertibile già in Omero è ampiamente documentabile nel tempo con continuità, in culture e ambiti diversi.
2007
9788845258442
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