Il contributo si avvale della ricostruzione, critica e argomentata, dell’impianto legislativo che avalla il carattere emergenziale del “sistema formativo integrato”, arrecandone definizioni talora disomogenee eppure accomunate da inesauribili istanze societarie. In ambito italiano, l’espressione “sistema formativo integrato” è comparsa più di trent’anni or sono per designare, con il passaggio delle competenze dallo Stato alle Regioni in materia di formazione professionale, l’insieme del sistema di formazione statale e non statale, l’ultimo dei quali diviene, a pieno titolo, “componente paritaria” del “sistema pubblico di offerta”. Lo scollamento tra formazione scolastica e formazione professionale – la prima facente capo, per l’appunto, al Ministero della Pubblica Istruzione, la seconda di competenza delle Regioni – pone genealogicamente il problema dell’avvaloramento della professionalizzazione, considerata “terra di nessuno”, non più appannaggio di istituzioni o formazioni sociali “forti” e, pertanto, in balìa di scelte localistiche e di corto respiro. Per tale ragione, negli anni ’90, si impone la necessità di “ricucire” la mancanza di unitarietà e di coesione tra il mondo scolastico e quello professionale, sino a comporre gli scenari più attuali che designano il sistema formativo integrato quale “insieme organico di offerte integrate tra istruzione, formazione professionale e lavoro”, da scegliere, responsabilmente, sulla base di percorsi individuali “coerenti per contenuti e per modalità di fruizione”, e “sintonici (o sinergici) con i bisogni di sviluppo tanto personali quanto del sistema economico complessivo”. Principio fondamentale sul quale si regge oggi, concettualmente e culturalmente, il sistema formativo integrato – un progetto, o un’idea-guida, che è ancora da realizzarsi – è il riconoscimento unanime e condiviso della pari dignità tra tutti i soggetti, sia pubblici che privati, che concorrono alla sua realizzazione (famiglia, scuola, organizzazioni religiose, università, agenzie di formazione professionale, volontariato, imprese). L’integrazione sistemica degli enti educativi e formativi (che si pongano, intenzionalmente o non intenzionalmente, la finalità, o la meta-finalità, di educare o di formare) comporta la messa a punto di percorsi flessibili con l’obiettivo del conseguimento di competenze e conoscenze certificabili, capitalizzabili e spendibili, mediante “crediti riferiti a standard condivisi”. Il sistema formativo integrato non può, tuttavia, ridursi alla costruzione prospettica di “rapporti” tra le diverse istituzioni e gli ambiti professionali che si diramano sul territorio. Si tratta, in primo luogo, di proporre la scelta di quella sinergia degli intenti, espressione di un “grande patto” o di una “nuova alleanza”, resa possibile dalla “continuità educativa e didattica” tra segmenti che hanno obiettivi comuni. Il sistema formativo integrato si pone, allora, quale strategia vincente contro i rischi della frammentazione e della disgregazione puntillistica dei diversi ambiti esperienziali ed educativi all’interno dei quali la persona concepisce la propria, specifica, trama esistenziale. La seconda proposta pedagogica consiste nella costituzione di un “osservatorio” permanente e “globale” in linea sinergica con altri osservatori “locali” da costituirsi, di volta in volta, e proceduralmente, non solo in ambito italiano, ma, adoperando la metafora della rete, e in termini modulari, a livello europeo e mondiale. Un sistema formativo integrato che miri al rispetto del “pluralismo” pure nella scelta della “sintesi”, per un policentrismo formativo “all’interno del quale progredire in percorsi differenziati”. La terza proposta, connessa alle precedenti, apre a un sistema formativo integrato persona-centrico, non autoreferenziale, ma piegato sul versante della managerialità diffusa, che consiste “nell’educare (ed educarsi) a industriarsi e orientarsi nella società della crisi e dell’incertezza”.

Il Sistema formativo integrato

CORSI, Michele
2010-01-01

Abstract

Il contributo si avvale della ricostruzione, critica e argomentata, dell’impianto legislativo che avalla il carattere emergenziale del “sistema formativo integrato”, arrecandone definizioni talora disomogenee eppure accomunate da inesauribili istanze societarie. In ambito italiano, l’espressione “sistema formativo integrato” è comparsa più di trent’anni or sono per designare, con il passaggio delle competenze dallo Stato alle Regioni in materia di formazione professionale, l’insieme del sistema di formazione statale e non statale, l’ultimo dei quali diviene, a pieno titolo, “componente paritaria” del “sistema pubblico di offerta”. Lo scollamento tra formazione scolastica e formazione professionale – la prima facente capo, per l’appunto, al Ministero della Pubblica Istruzione, la seconda di competenza delle Regioni – pone genealogicamente il problema dell’avvaloramento della professionalizzazione, considerata “terra di nessuno”, non più appannaggio di istituzioni o formazioni sociali “forti” e, pertanto, in balìa di scelte localistiche e di corto respiro. Per tale ragione, negli anni ’90, si impone la necessità di “ricucire” la mancanza di unitarietà e di coesione tra il mondo scolastico e quello professionale, sino a comporre gli scenari più attuali che designano il sistema formativo integrato quale “insieme organico di offerte integrate tra istruzione, formazione professionale e lavoro”, da scegliere, responsabilmente, sulla base di percorsi individuali “coerenti per contenuti e per modalità di fruizione”, e “sintonici (o sinergici) con i bisogni di sviluppo tanto personali quanto del sistema economico complessivo”. Principio fondamentale sul quale si regge oggi, concettualmente e culturalmente, il sistema formativo integrato – un progetto, o un’idea-guida, che è ancora da realizzarsi – è il riconoscimento unanime e condiviso della pari dignità tra tutti i soggetti, sia pubblici che privati, che concorrono alla sua realizzazione (famiglia, scuola, organizzazioni religiose, università, agenzie di formazione professionale, volontariato, imprese). L’integrazione sistemica degli enti educativi e formativi (che si pongano, intenzionalmente o non intenzionalmente, la finalità, o la meta-finalità, di educare o di formare) comporta la messa a punto di percorsi flessibili con l’obiettivo del conseguimento di competenze e conoscenze certificabili, capitalizzabili e spendibili, mediante “crediti riferiti a standard condivisi”. Il sistema formativo integrato non può, tuttavia, ridursi alla costruzione prospettica di “rapporti” tra le diverse istituzioni e gli ambiti professionali che si diramano sul territorio. Si tratta, in primo luogo, di proporre la scelta di quella sinergia degli intenti, espressione di un “grande patto” o di una “nuova alleanza”, resa possibile dalla “continuità educativa e didattica” tra segmenti che hanno obiettivi comuni. Il sistema formativo integrato si pone, allora, quale strategia vincente contro i rischi della frammentazione e della disgregazione puntillistica dei diversi ambiti esperienziali ed educativi all’interno dei quali la persona concepisce la propria, specifica, trama esistenziale. La seconda proposta pedagogica consiste nella costituzione di un “osservatorio” permanente e “globale” in linea sinergica con altri osservatori “locali” da costituirsi, di volta in volta, e proceduralmente, non solo in ambito italiano, ma, adoperando la metafora della rete, e in termini modulari, a livello europeo e mondiale. Un sistema formativo integrato che miri al rispetto del “pluralismo” pure nella scelta della “sintesi”, per un policentrismo formativo “all’interno del quale progredire in percorsi differenziati”. La terza proposta, connessa alle precedenti, apre a un sistema formativo integrato persona-centrico, non autoreferenziale, ma piegato sul versante della managerialità diffusa, che consiste “nell’educare (ed educarsi) a industriarsi e orientarsi nella società della crisi e dell’incertezza”.
2010
9788886100632
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Il Sistema formativo integrato.pdf

accesso aperto

Tipologia: Documento in post-print (versione successiva alla peer review e accettata per la pubblicazione)
Licenza: DRM non definito
Dimensione 547.23 kB
Formato Adobe PDF
547.23 kB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11393/42614
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact