Nella terza sala del Museo d’Arte Antica del Castello Sforzesco di Milano è ospitato un piccolo nucleo di capolavori che permettono di seguire le vicende della scultura a Milano nella prima metà del Trecento: dal rude plasticismo dei maestri campionesi attivi all’inizio del secolo (ben esemplificato dall’imponente Madonna Litta), agli innovativi apporti gotici degli scultori toscani che operarono in città nel quarto-quinto decennio (sopra di tutti Giovanni di Balduccio da Pisa, qui presente con alcuni dei gruppi scultorei eseguiti nell’ambito della sua bottega per i tabernacoli delle porte medievali di Milano), al linguaggio di artisti come il Maestro della lunetta di Viboldone, che si esercita in una originale fusione delle due componenti, raggiungendo una cifra stilistica analoga ma distinta da quella di Bonino da Campione. L’articolo illustra, in ordine cronologico e per nuclei tematici, i 22 manufatti esposti nella sala, analizzandone i caratteri e il significato, alla luce delle più recenti acquisizioni critiche, sia sui singoli pezzi, sia sui nuclei omogenei dal punto di vista tipologico, come la serie dei gruppi scultorei per le porte medievali di Milano.

Cappella di San Donato. La scultura del Trecento a Milano

VERGANI, Graziano Alfredo
2010-01-01

Abstract

Nella terza sala del Museo d’Arte Antica del Castello Sforzesco di Milano è ospitato un piccolo nucleo di capolavori che permettono di seguire le vicende della scultura a Milano nella prima metà del Trecento: dal rude plasticismo dei maestri campionesi attivi all’inizio del secolo (ben esemplificato dall’imponente Madonna Litta), agli innovativi apporti gotici degli scultori toscani che operarono in città nel quarto-quinto decennio (sopra di tutti Giovanni di Balduccio da Pisa, qui presente con alcuni dei gruppi scultorei eseguiti nell’ambito della sua bottega per i tabernacoli delle porte medievali di Milano), al linguaggio di artisti come il Maestro della lunetta di Viboldone, che si esercita in una originale fusione delle due componenti, raggiungendo una cifra stilistica analoga ma distinta da quella di Bonino da Campione. L’articolo illustra, in ordine cronologico e per nuclei tematici, i 22 manufatti esposti nella sala, analizzandone i caratteri e il significato, alla luce delle più recenti acquisizioni critiche, sia sui singoli pezzi, sia sui nuclei omogenei dal punto di vista tipologico, come la serie dei gruppi scultorei per le porte medievali di Milano.
2010
9788857206196
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