Espressione caratteristica della civiltà artistica romana, nell’alto medioevo la grande pittura di storia registra un radicale diradamento delle occasioni d’impiego, che risultano per lo più legate a committenze reali e si riflettono probabilmente, specie in età carolingia, nell’ambito della miniatura, nella quale un repertorio iconografico ispirato ai modelli della pittura romana di storia si sposa con un linguaggio essenziale e sintetico di matrice anticlassica. Un binomio, questo, che con un’ampia casistica di varianti resta vitale fin dentro il Duecento e si manifesta soprattutto nella rappresentazione convenzionale dei sovrani e delle alte sfere della società. Più originali sotto il profilo stilistico e di grande forza descrittiva e comunicativa risultano invece, tra la fine dell’XI e il XIII secolo, le raffigurazioni di eventi bellici ispirati dalla cronaca recente, come la conquista del regno anglo-sassone compiuta nel 1066 dal duca Guglielmo di Normandia, mirabilmente messa in scena nell’arazzo di Bayeux (1066-1077 circa), o le imprese dei templari e degli eserciti crociati in Terra Santa, di cui si hanno numerose e significative rappresentazioni nell’ambito della pittura murale e della miniatura. Con l’avvento della civiltà comunale l’attenzione si sposta anche sulla cronaca urbana, che a partire dal XIII secolo trova espressione nelle raffigurazioni agiografiche o nelle scene di invenzione di corpi santi, di donazione e di fondazione, e che si apre quindi, nel secolo successivo, anche alla rappresentazione degli scontri tra città, che assumono spesso il carattere di manifesti di propaganda politica, cui risponde anche la cosiddetta “pittura infamante”, fenomeno dai tratti originalissimi destinato ad avere grande fortuna fin dentro il Quattrocento.

Una relazione conflittuale: discontinuità e recupero dei temi storici nella pittura medievale

VERGANI, Graziano Alfredo
2004-01-01

Abstract

Espressione caratteristica della civiltà artistica romana, nell’alto medioevo la grande pittura di storia registra un radicale diradamento delle occasioni d’impiego, che risultano per lo più legate a committenze reali e si riflettono probabilmente, specie in età carolingia, nell’ambito della miniatura, nella quale un repertorio iconografico ispirato ai modelli della pittura romana di storia si sposa con un linguaggio essenziale e sintetico di matrice anticlassica. Un binomio, questo, che con un’ampia casistica di varianti resta vitale fin dentro il Duecento e si manifesta soprattutto nella rappresentazione convenzionale dei sovrani e delle alte sfere della società. Più originali sotto il profilo stilistico e di grande forza descrittiva e comunicativa risultano invece, tra la fine dell’XI e il XIII secolo, le raffigurazioni di eventi bellici ispirati dalla cronaca recente, come la conquista del regno anglo-sassone compiuta nel 1066 dal duca Guglielmo di Normandia, mirabilmente messa in scena nell’arazzo di Bayeux (1066-1077 circa), o le imprese dei templari e degli eserciti crociati in Terra Santa, di cui si hanno numerose e significative rappresentazioni nell’ambito della pittura murale e della miniatura. Con l’avvento della civiltà comunale l’attenzione si sposta anche sulla cronaca urbana, che a partire dal XIII secolo trova espressione nelle raffigurazioni agiografiche o nelle scene di invenzione di corpi santi, di donazione e di fondazione, e che si apre quindi, nel secolo successivo, anche alla rappresentazione degli scontri tra città, che assumono spesso il carattere di manifesti di propaganda politica, cui risponde anche la cosiddetta “pittura infamante”, fenomeno dai tratti originalissimi destinato ad avere grande fortuna fin dentro il Quattrocento.
2004
9788882158415
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