L’intervento individua alcuni spunti di analisi e approfondimento che il pensiero agostiniano offre circa il rapporto tra segno e parola, sullo sfondo del più ampio orizzonte tematico, costituito dalla rivelazione cristiana. In tale prospettiva, l’analisi si concentra sul Prologo al De doctrina christiana, nel quale l’Autore, secondo i canoni retorici della praesumptio, previene alcune possibili obiezioni all’opera che si accingeva a scrivere o che forse, secondo altri, aveva già scritto. Dal confronto con il Prologo, soprattutto per le indicazioni di metodo che vi sono contenute, è possibile ricavare alcuni interessanti elementi di riflessione circa il rapporto tra fede e ricerca: è legittimo trasmettere una metodologia esegetica accanto al contenuto compreso; si tratta di due diverse mediazioni, che perseguono la comune finalità di ridurre il grado di dipendenza del lettore ed i margini d’ambiguità e di errore. Anche la metodologia interpretativa è parte integrante del compito di accoglienza della rivelazione. L’autore delinea in tal modo una via lungo la quale si deve poter coniugare fede vissuta e fede pensata, mettendo in guardia dalle facili scorciatoie di una fruizione della Parola di Dio senza mediazione teologica. Nella differenza tra immediatezza kerigmatica e mediazione ermeneutica, che determina la nascita di una dottrina cristiana, si annuncia il disegno dell’opera che verrà sviluppata compiutamente negli anni successivi, con l’intento di elaborare una vera e propria grammatica di lettura dei signa.

Segno e Parola in Agostino: attualità e prospettive,

ALICI, Luigino
2005-01-01

Abstract

L’intervento individua alcuni spunti di analisi e approfondimento che il pensiero agostiniano offre circa il rapporto tra segno e parola, sullo sfondo del più ampio orizzonte tematico, costituito dalla rivelazione cristiana. In tale prospettiva, l’analisi si concentra sul Prologo al De doctrina christiana, nel quale l’Autore, secondo i canoni retorici della praesumptio, previene alcune possibili obiezioni all’opera che si accingeva a scrivere o che forse, secondo altri, aveva già scritto. Dal confronto con il Prologo, soprattutto per le indicazioni di metodo che vi sono contenute, è possibile ricavare alcuni interessanti elementi di riflessione circa il rapporto tra fede e ricerca: è legittimo trasmettere una metodologia esegetica accanto al contenuto compreso; si tratta di due diverse mediazioni, che perseguono la comune finalità di ridurre il grado di dipendenza del lettore ed i margini d’ambiguità e di errore. Anche la metodologia interpretativa è parte integrante del compito di accoglienza della rivelazione. L’autore delinea in tal modo una via lungo la quale si deve poter coniugare fede vissuta e fede pensata, mettendo in guardia dalle facili scorciatoie di una fruizione della Parola di Dio senza mediazione teologica. Nella differenza tra immediatezza kerigmatica e mediazione ermeneutica, che determina la nascita di una dottrina cristiana, si annuncia il disegno dell’opera che verrà sviluppata compiutamente negli anni successivi, con l’intento di elaborare una vera e propria grammatica di lettura dei signa.
2005
9788831132787
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11393/39816
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact