L’innamoramento giovanile è interpretabile alla stregua di un elemento sistemico, di processo e di prodotto, collocabile all’interno del percorso educativo di sviluppo della persona, che inizia sin dalla nascita, per incastonarsi in una crescita progressiva verso la maturità e l’amore adulto e consapevole. Pertanto, esso può rappresentare, a monte e a valle, un compito e un esercizio da esaurirsi e da avvalorarsi anche dal Consultorio familiare, tra i vari servizi socio-sanitari presenti nel nostro Paese. Su entrambi i crinali delle sue competenze: la consulenza (e la consulenza educativa, in specie) rivolta ai soggetti in difficoltà, come ai loro genitori o alla famiglia nella sua interezza (a seconda dei casi), e le attività di educazione, prevenzione e formazione nel territorio, a favore di quanti lo abitano. Tanto da parte dei Consultori familiari pubblici come di quelli cosiddetti privati, riguardati, in questo contributo, con una logica sempre sovraordinata e mai di parte. Consulenza e formazione nel territorio che sono, sinergicamente tra loro, la riproposizione del valore e della necessità dell’educazione in famiglia e dell’educazione alla famiglia. Di una famiglia intesa quale luogo di educazione e di formazione per l’intero arco della vita dei singoli membri che la compongono, pure in relazione all’innamoramento. In particolare, l’azione a vasto raggio sulle famiglie attraverso l’educazione e la formazione dei coniugi e dei genitori a relazioni di coppia “corrette” (finalizzate anche alla costruzione di personalità sane e armoniche in capo ai figli e ai giovani) e, dunque, a comportamenti parentali funzionali e idonei, è il secondo ambito di competenza consultoriale, purtroppo non sempre assolto con sufficiente impegno dai vari Servizi esistenti oggi in Italia. Si propongono, a questo riguardo, azioni educative e rieducative concrete a favore delle famiglie e dei giovani, a partire dalla pre-adolescenza o al più tardi dall’adolescenza, mirate alla crescita affettiva e sessuale, e coerentemente pure cognitiva e sociale, al fine di “ben vivere” le esperienze di innamoramento. Azioni, o “buone pratiche”, che possono nascere da un’attenta lettura dei bisogni espressi dall’utenza nelle situazioni di consulenza, come su proposta o “commissione” di enti, organismi, movimenti e associazioni esterni al Consultorio; oppure, essere programmate e gestite autonomamente dai vari Consultori o in collaborazione con altri Consultori, scuole, presidi socio-sanitari, in un lavoro di rete che, a tale livello, come su ogni altro piano possibile, richiede una pianificazione e una capacità progettuale e operativa convenienti al bisogno. Nel convincimento, comunque, che il figlio è, a tutti gli effetti, l’espressione pressoché totale dei suoi genitori, da riguardarsi anche quali interpreti di quella “complessità sociale” che sovrasta e attraversa tutte le famiglie contemporanee. Altro tema affrontato è, poi, quello della formazione dei formatori. Basti pensare a quanti si prendono “cura” degli adolescenti e dei giovani, in luoghi e strutture i più vari fra loro, negli ambiti educativi e ludici di aggregazione specifica, sino ai responsabili della pastorale giovanile e familiare. La messa in rete di Consultori familiari, scuole, organizzazioni laiche ed ecclesiali, parrocchie, diocesi, quartieri, ludoteche, a partire da un bisogno reale e quale risposta a un bisogno avvertito, potrebbe costituire, tra l’altro, un ulteriore “inizio” pure di quel sistema formativo integrato che da molti si auspica, non già per omologare o annullare le differenze, quanto, piuttosto, per ridurre i rischi, soprattutto per i minori e i giovani, dell’eccesso di disomogeneità e di frammentazione educative sempre incombente. Un Consultorio, in definitiva, dalle “luci sempre accese”, a favore di una comunità da formare progressivamente.

I giovani e i consultori familiari. Il caso dell’innamoramento giovanile

CORSI, Michele
2006-01-01

Abstract

L’innamoramento giovanile è interpretabile alla stregua di un elemento sistemico, di processo e di prodotto, collocabile all’interno del percorso educativo di sviluppo della persona, che inizia sin dalla nascita, per incastonarsi in una crescita progressiva verso la maturità e l’amore adulto e consapevole. Pertanto, esso può rappresentare, a monte e a valle, un compito e un esercizio da esaurirsi e da avvalorarsi anche dal Consultorio familiare, tra i vari servizi socio-sanitari presenti nel nostro Paese. Su entrambi i crinali delle sue competenze: la consulenza (e la consulenza educativa, in specie) rivolta ai soggetti in difficoltà, come ai loro genitori o alla famiglia nella sua interezza (a seconda dei casi), e le attività di educazione, prevenzione e formazione nel territorio, a favore di quanti lo abitano. Tanto da parte dei Consultori familiari pubblici come di quelli cosiddetti privati, riguardati, in questo contributo, con una logica sempre sovraordinata e mai di parte. Consulenza e formazione nel territorio che sono, sinergicamente tra loro, la riproposizione del valore e della necessità dell’educazione in famiglia e dell’educazione alla famiglia. Di una famiglia intesa quale luogo di educazione e di formazione per l’intero arco della vita dei singoli membri che la compongono, pure in relazione all’innamoramento. In particolare, l’azione a vasto raggio sulle famiglie attraverso l’educazione e la formazione dei coniugi e dei genitori a relazioni di coppia “corrette” (finalizzate anche alla costruzione di personalità sane e armoniche in capo ai figli e ai giovani) e, dunque, a comportamenti parentali funzionali e idonei, è il secondo ambito di competenza consultoriale, purtroppo non sempre assolto con sufficiente impegno dai vari Servizi esistenti oggi in Italia. Si propongono, a questo riguardo, azioni educative e rieducative concrete a favore delle famiglie e dei giovani, a partire dalla pre-adolescenza o al più tardi dall’adolescenza, mirate alla crescita affettiva e sessuale, e coerentemente pure cognitiva e sociale, al fine di “ben vivere” le esperienze di innamoramento. Azioni, o “buone pratiche”, che possono nascere da un’attenta lettura dei bisogni espressi dall’utenza nelle situazioni di consulenza, come su proposta o “commissione” di enti, organismi, movimenti e associazioni esterni al Consultorio; oppure, essere programmate e gestite autonomamente dai vari Consultori o in collaborazione con altri Consultori, scuole, presidi socio-sanitari, in un lavoro di rete che, a tale livello, come su ogni altro piano possibile, richiede una pianificazione e una capacità progettuale e operativa convenienti al bisogno. Nel convincimento, comunque, che il figlio è, a tutti gli effetti, l’espressione pressoché totale dei suoi genitori, da riguardarsi anche quali interpreti di quella “complessità sociale” che sovrasta e attraversa tutte le famiglie contemporanee. Altro tema affrontato è, poi, quello della formazione dei formatori. Basti pensare a quanti si prendono “cura” degli adolescenti e dei giovani, in luoghi e strutture i più vari fra loro, negli ambiti educativi e ludici di aggregazione specifica, sino ai responsabili della pastorale giovanile e familiare. La messa in rete di Consultori familiari, scuole, organizzazioni laiche ed ecclesiali, parrocchie, diocesi, quartieri, ludoteche, a partire da un bisogno reale e quale risposta a un bisogno avvertito, potrebbe costituire, tra l’altro, un ulteriore “inizio” pure di quel sistema formativo integrato che da molti si auspica, non già per omologare o annullare le differenze, quanto, piuttosto, per ridurre i rischi, soprattutto per i minori e i giovani, dell’eccesso di disomogeneità e di frammentazione educative sempre incombente. Un Consultorio, in definitiva, dalle “luci sempre accese”, a favore di una comunità da formare progressivamente.
2006
9788860560087
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